La rana dorata o rana freccia (Phyllobates terribilis MYERS, DALY, E MALKIN, 1978) è un piccolo anfibio anuro, vivacemente colorato, appartenente alla famiglia Dendrobatidae.
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Amphibia
Sottoclasse Lissamphibia
Ordine Anura
Famiglia Dendrobatidae
Sottofamiglia Dendrobatinae
Genere Phyllobates
Specie
Phyllobates terribilis
Nomenclatura binomiale
Phyllobates terribilis
MYERS, DALY, AND MALKIN, 1978
Phyllobates terribilis è diffuso nelle foreste pluviali delle Ande occidentali colombiane e più precisamente vive in una piccola area nel sud-est della Colombia nel dipartimento di Cauca nel comune di Timiqui, in prossimità del Rio Patia e specificatamente nella conca del suo affluente Rio Saija.
foto Madelon van der Maas
HABITAT
Il suo habitat prevalente sono le foreste pluviali tra i cento e duecento metri di altitudine, con elevata umidità (80-90%) e temperature non inferiori ai 26 gradi centigradi. Si tratta di un animale sociale che vive in gruppi composti da quattro a dieci individui, anche se in cattività si formano comunità ben più numerose. Si tratta di un animale diurno e principalmente terrestre. In apparenza è ben conscio della propria quasi-invulnerabilità, perché non si preoccupa di nascondersi ai possibili predatori e si rende anzi piuttosto evidente senza alcun timore.
Il loro biotopo è rappresentato dal fogliame del sottobosco nella foresta pluviale, spesso in prossimità di corsi d’acqua.
DESCRIZIONE
Con i suoi 5 cm di lunghezza, Phyllobates terribilis è tra le rane più grandi della famiglia Dendrobatidae;
Come tutti Dendrobatidae il corpo del Phyllobates terribilis adulto ha colori vivaci, ma non le macchie scure presenti su molte altre specie di questa famiglia.
Vi sono due principali colorazioni: la più conosciuta è arancione dorato chiaro o giallo vivo, mentre meno diffusa è quella bianco “sporco” o verde metallico denominata varietà “mint”.
La pelle presenta una colorazione aposematica che serve come avvertimento agli eventuali predatori e i vari colori possibili della pelle sembrano dipendere da micro-variazioni geografiche.
Questi colori brillanti sono di monito ai predatori, per ricordare loro che fare uno spuntino con questa rana si dimostrerebbe letale. L’unico dotato di una naturale resistenza, ma comunque non immune, alla tossina di questa rana è il Leimadophis epinephelus, un piccolo serpente in grado di divorare piccoli della specie senza subire effetti negativi.
Talvolta la cute è leggermente maculata di nero nella zona cefalica. Gli occhi sono neri e piuttosto grandi. Anche le palpebre sono nere, in modo tale da far apparire l’animale con gli occhi sempre aperti. Le zampe posteriori sono più lunghe di quelle anteriori, in modo da consentire di saltare agilmente. Le dita della rana dorata dispongono di piccoli dischi adesivi che le consentono di arrampicarsi sulle piante, e la sua mascella inferiore ha una placca ossea tale da dare l’impressione che possegga dei denti.
La cresta rostrale è arrotondata mentre la parte loreale è verticale e leggermente concava. L’iride dell’occhio, la cui pupilla è orizzontale, il naso, le dita, il bordo inferiore della membrana timpanica ed i bordi della bocca sono neri. Ugualmente per le pieghe della pelle sotto le ascelle e inguine. P. terribilis ha quattro dita sulle zampe anteriori, il terzo è il più grande, quando misurato in piano e ha cinque dita l’estremità posteriore, il quarto è il più lungo. Ventose di piccola taglia sono situate all’estremità digitali. I denti sono presenti sul mascellare orale. Le rane giovani di questa specie sono di colore nero con strisce oro sul lato dorsale.
Il dimorfismo sessuale non è molto evidente ma generalmente i maschi sono più piccoli e magri rispetto alle femmine. Negli esemplari adulti, i maschi, con una lunghezza media di 45 mm, sono infatti generalmente più piccoli delle femmine, che sono mediamente 47 mm.
In esemplari giovani il colore è inframmezzato da una striscia nera che parte dalla testa e prosegue fino alle zampe posteriori (in questa fase potrebbe essere confusa con esemplari di Phyllobates Vittatus). Al raggiungimento della maturità sessuale le strisce scure scompaiono lasciando il posto all’arancione o al bianco nella varietà “mint”.
Mentre è praticamente impossibile confondere Phyllobates terribilis con altri Dendrobatidi, la differenziazione con Phyllobates bicolor, specialmente in esemplari giovani risulta piuttosto complessa. Se l’animale è già di 3-4 cm e le zampe posteriori presentano una colorazione nera che si estende fino al bacino, probabilmente ci si trova di fronte ad un esemplare di Phyllobates bicolor, altre differenze evidenti sono una tonalità di arancione più giallastra e le dimensioni maggiori.
Il suo aspetto viene considerata un classico esempio di aposematismo, essendo l’anfibio estremamente tossico.
Il nome infatti rivela le proprietà velenose di questa specie, che è considerata tra le più letali del mondo animale, come già descritto nel capitolo sul veleno.
La pelle della rana è densamente ricoperta di un velenoso alcaloide, uno di una serie di veleni comuni nelle rane freccia, le batrachotossine, molecole che impediscono ai nervi di trasmettere impulsi, lasciando i muscoli in uno stato inattivo di contrazione ovvero tetanizzati, per analogia con gli effetti della tetanospasmina la tossina peptidica prodotta da C. tetani agente del tetano. Questo può portare ad insufficienza respiratoria, insufficienza cardiaca o fibrillazione. Alcuni nativi utilizzano questo veleno per cacciare con freccette ricoperte con il veleno. L’alcaloide può essere conservato dalle rane per anni dopo che esse siano state private di un alimento base per la sintesi del veleno, e le tossine di tal genere non si deteriorano facilmente, anche quando vengono trasferite ad un’altra superficie.
È considerata l’animale più tossico tra quelli attualmente studiati, con un LD50 di 0,002mg/Kg, nonostante perda di tossicità se allevata in cattività; pare infatti che gran parte del veleno secreto sia sintetizzato dalle foglie di media velenosità delle quali si nutrono alcune delle sue prede. Gli scienziati hanno suggerito che l’insetto cruciale possa essere un piccolo coleottero della famiglia Melyridae (Cleroidea). Almeno una specie di questi coleotteri produce la stessa tossina trovata in P. terribilis. Le Melyridae sono cosmopolite. I loro parenti nelle foreste pluviali colombiane potrebbe essere la fonte delle batrachotossine trovate nelle rane che rendono altamente tossici i Phyllobates di quella regione.
Le batracotossine (BTX) sono alcaloidi steroidei cardiotossici e neurotossici estremamente potenti che si trovano in alcune specie di rane (Poison Dart Frog), coleotteri melyridi, e uccelli (Pitohui, Ifrita kowaldi, Colluricincla megarhyncha). È la più potente neurotossina non peptidica conosciuta, quindici volte più attiva degli alcaloidi da Chondrodendron e Strychnos, utilizzati per produrre il curaro.
Gli indios sono soliti avvelenare le loro frecce strofinandole sul dorso della rana e stuzzicandola con un bastone affinché si senta in pericolo e produca veleno.
Gli indios Chocò in Colombia infatti usano questa proprietà per avvelenare i dardi delle cerbottane con cui cacciano. Una volta individuata una P.terribilis prendono un piccolo pezzo di legno e lo inseriscono nella bocca della malcapitata che , sottoposta a questo trattamento per difendersi dal potenziale predatore inizia a secernere delle tossine da ghiandole cutanee poste sulla schiena. A questo punto l’indio sfrega i dardi sulla schiena e rilascia la rana che spaventata e un po’ scossa ritrova la libertà.
Secondo alcuni studi la homobatrotossina e la batracotossina prodotta da una singola rana è sufficiente per uccidere otto/dieci uomini .
In cattività questo veleno non è presente a causa della diversità con cui si nutrono e crescono le prede usate come cibo per le rane , alcuni esperimenti hanno dimostrato che un’esemplare adulto prelevato in natura dopo un anno di mantenimento in cattività ha dimezzato le sue potenzialità velenifere che , sono completamente assenti negli esemplari di seconda generazione . Diversi studiosi stanno analizzando l’utilizzo di queste tossine in campo medicale .
ALLEVAMENTO IN TERRARIO
Un terrario di 60 cm x 50 cm x 60 cm rappresenta il minimo per un gruppo di 2-3 animali, data la taglia che raggiungono da adulti.
L’arredamento deve comprendere grosse bromelie come Vriesea fenestralis, Guzmania musaica, Aechmea cantini e Neoregelia spp., più alcuni tronchi, radici e foglie secche per la creazione di nascondigli; è anche importante inserire uno strato di muschio che manterrà alto il tasso di umidità.
Il terrario deve disporre di un contenitore di 3-4 cm d’acqua che deve essere sempre pulita e va cambiata nel caso in cui si inquini con residui di cibo e feci.
La temperatura ideale va da 24°C a 28°C durante il giorno con una riduzione notturna di 4-5°C e con un’umidità dell’80/100%.
L’alimentazione della rana dorata consiste di piccoli insetti, perlopiù di termiti e formiche, il cui contributo potrebbe servire a ricavare le tossine. Come altre rane, per catturare gli insetti utilizza la sua lingua appiccicosa.
Nutrire Phyllobates terribilis, oltre ad essere uno spettacolo affascinante, può svuotare sensibilmente le tasche di chi li alleva. Sono infatti cacciatrici esperte ed insaziabili con una capacità visiva superiore a quella di molte altre rane e possono predare grilli delle loro stesse dimensioni. La dieta comprende, oltre a termiti e formiche, non sempre reperibili anche Drosophila hydei, grilli e occasionalmente piccole tarme della farina e camole del miele; il cibo deve essere abbondante e va somministrato più volte al giorno.
I maschi raggiungono la maturità sessuale quando raggiungono i 37 mm, mentre per le femmine, questa dimensione è 40-41 mm.
Phyllobates terribilis è piuttosto prolifica; ogni ovatura contiene circa trenta uova. Può deporre, se le condizioni sono favorevoli anche ogni mese. Quando la femmina è pronta per la deposizione il maschio le attira nel luogo prescelto,una zona pulita, liscia e umida come una foglia o una pietra, (solitamente sotto una noce di cocco) con un trillo prolungato, forte e rumoroso. La femmina depone le uova ma il maschio le fertilizzerà solo dopo circa due ore: per questo motivo è consigliabile lasciare le uova nel terrario per almeno 24 ore prima di ritirarle, avendo così la certezza che siano state fecondate.
Se si esclude la sostanza gelatinosa che le circonda, le uova misurano tra 2,4 e 2,6 millimetri di diametro.
Dopo circa 12-15 giorni i girini rompono l’uovo ed il maschio li carica sulla sua schiena per trasferirli in una riserva d’acqua dove possano crescere; se non trova un posto adatto può trasportarli anche per diversi giorni.
Beutelschiess nel 1986 ha personalmente osservato un maschio trasportare i suoi girini sulla schiena per 32 giorni consecutivamente. Può anche capitare che un maschio trasporti i girini nati da due nidiate diverse contemporaneamente.
I girini che emergono dalle acque circa 55 giorni dopo la schiusa, modificano il loro aspetto durante tutta la metamorfosi. Alla nascita, il corpo è in media 4,1 mm e lunghezza totale (compresa la coda) è 11,1 millimetri. Successivamente, raggiungono una lunghezza totale di 35,4 mm.
Se allevati artificialmente i girini vanno trasferiti in contenitori per la crescita. Questa non comporta particolari problemi perché le larve sono onnivore e si possono somministrare loro larve di zanzara, artemie, alghe, mangime per pesci tropicali in polvere.
I girini sono cannibali e possono crescere con i fratelli della stessa ovatura. Con cambi d’acqua frequenti e con un’alimentazione varia metamorfosano in otto-dieci settimane.
Le rane metamorfosate vanno mantenute in terrario usando carta assorbente inumidita come substrato che va sostituita settimanalmente; raggiungono la maturità sessuale dopo due anni.
Non è facile trovare Phyllobates terribilis nel mercato della terrariofilia. Spesso gli esemplari venduti in Germania e Olanda sono di Phyllobates bicolor e per questo motivo si deve prestare molta attenzione quando ci si accinge all’acquisto di esemplari giovani.
Phyllobates terribilis ‘Black foot Orange’
Phyllobates terribilis mint.
Maschio di Phyllobates Terribilis La Brea ” mint “
Morph originario di Quebrada La Brea nella Valle del Cauca, Colombia.
P. terribilis “Orange”
Orange – Blackfoot
Yellow
https://youtu.be/vPsTsOaz7Uk
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