BROMELIACEE

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BROMELIACEE

Le bromeliacee sono piante originarie del Sud America, prevalentemente epifite, ma ne esistono anche di terricole. Si dividono in diversi generi, tra i più conosciuti troviamo sicuramente il genere Tillandsia (le cosiddette figlie del vento) Neoregelia, Vriesea e Guzmania . Le bromeliacee appartenenti a questi generi spesso vengono utilizzate nella terraristica in quanto facilmente adattabili alla vita in terrario e in quanto formano un rapporto quasi simbiotico con i loro principali inquilini, le Dendrobates. Le Neoregelia sono le più diffuse e preferite in terrario per le loro infinite combinazioni di colori e dimensioni, infatti possiamo trovare piante completamente rosse, viola o nere; puntinate, rigate, screziate o qualsiasi altro colore o disegno vi possa venire in mente, si contano centinaia di migliaia di ibridi differenti! Per quanto riguarda le dimensioni si passa dalla dungsiana (la neoregelia più piccola al mondo), che misura all’incirca 5cm, alla kautskyi (la più grande al mondo) che può raggiungere anche il metro e mezzo di diametro! La bromelia in terrario, che sia essa Neoregelia, Vriesea o Guzmania necessita di alcune condizioni base per crescere e prosperare, Luce ed umidità!
La luce consentirà alla pianta di esprimere al massimo i suoi colori (quasi tutte le bromeliacee presentano colori cangianti, a seconda della quantità e intensità luminosa) e di poter crescere prosperosa, mentre l’umidità che dovrà mantenersi intorno al 90% permetterà alla pianta di produrre radici, che serviranno da ancoraggio al supporto dove verrà posizionata. La mancanza di luce può provocare la perdita dei colori e la mancata produzioni di polloni o l’arresto dello sviluppo vegetativo, mentre la mancanza di umidità, se la pianta si trova a radice nuda, può portare ad un deperimento della pianta, il sintomo principale di bassa umidità è la formazione di zone secche alle punte delle foglie della pianta. Per questo motivo si consiglia un terrario ben illuminato, e per i motivi sopra elencati è consigliabile coprire la base della pianta (dove andrà a fare le prime radici) con dello sfagno secco per prevenire la disidratazione.
La riproduzione in terrario avviene quasi unicamente per moltiplicazione. La pianta madre produrrà dei polloni che col passare del tempo diventeranno delle “copie” della pianta madre. Le nuove nate possono essere separate dalla pianta madre non appena inizieranno a radicare da sole, questo procedimento non è essenziale, le piante possono vivere attaccate alla pianta madre anche dopo la sua morte.
Le piante possono essere fissate ai supporti in vari modi, ad incastro, con degli elastici, con del nylon, oppure con del filo per giardinaggio.

L'immagine può contenere: pianta, fiore, natura e spazio all'aperto

 

TASSONOMIA
Il nome “bromeliaceae” deriva dal botanico svedese Olaf Bromel (1639-1705) che per primo le studiò.

CLASSIFICAZIONE
Bromeliaceae Juss., 1789 è una famiglia di piante appartenente all’ordine delle Bromeliales.
Attualmente la famiglia delle Bromeliaceae è inclusa nell’ordine delle Poales. Questa famiglia comprende 56 generi e circa 3270 specie.

Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta (ex Angiospermae)
Sottodivisione Magnoliophytina
Classe Liliopsida (ex Monocotyledones)
Sottoclasse Commelinidae (Liliida)
Superordine Bromelianae
Ordine Bromeliales (o Poales)
Sottordine Bromeliineae
Famiglia Bromeliaceae
Juss., 1789

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Sottofamiglie

Fino al 2007, la famiglia Bromeliaceae era organizzata in tre sottofamiglie:
Bromelioideae (32 generi, 861 specie)
Pitcairnioideae (17 generi, 1031 specie)
Tillandsioideae (9 generi, 1277 specie)
Dal 2007, a seguito di studi genetici, è risultato che le sottofamiglie Bromelioideae e Tillandsioideae sono monofiletiche, mentre la famiglia Pitcairnioideae è risultata parafiletica, comportando la necessità di scinderne i taxa in ulteriori sottofamiglie. Pertanto, la sottofamiglia Pitcairnioideae è stata circoscritta, portando alla creazione di ulteriori sottofamiglie. Ne deriva che attualmente (2012), la famiglia Bromeliaceae include le seguenti sottofamiglie:
Bromelioideae

Puyoideae

Pitcairnioideae

Navioideae

Hechtioideae

Tillandsioideae

Lindmanioideae

Brocchinioideae

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GENERI

Genere: ci sono circa 56 generi nella famiglia delle Bromeliaceae.
• Abromeitiella
• Acanthostachys
• Aechmea
• Alcantarea
• Ananas
• Androlepis
• Araeococcus
• Ayensua
• Billbergia
• Brewcaria
• Brocchinia
• Bromelia
• Canistropsis
• Canistrum
• Catopsis
• Connellia
• Cottendorfia
• Cryptanthus
• Deinacanthon
• Deuterocohnia
• Disteganthus
• Dyckia
• EdmundoaEduandreaEncholirium
• Fascicularia
• Fernseea
• Fosterella
• Glomeropitcairnia
• Greigia
• Guzmania
• Hechtia
• Hohenbergia
• Hohenbergiopsis
• Lindmania
• Lymania
• Mezobromelia
• Navia
• Neoglaziovia
• Neoregelia
• Nidularium
• Ochagavia
• OrthophytumPepiniaPitcairnia
• Portea
• Pseudaechmea
• Pseudananas
• Puya
• Quesnelia
• RacinaeaRonnbergia
• SequenciaSteyerbromelia
• Tillandsia
• UrsulaeaVriesea
• Werauhia
• Wittrockia

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DISTRIBUZIONE E HABITAT

Le specie di Bromeliaceae si trovano in prevalenza nelle foreste tropicali e subtropicali del Nuovo Mondo. Questa grande famiglia è distribuita in natura prevalentemente in un’area compresa dagli USA meridionali sino al Centro e Sud America.
Sono piante native delle foreste umide dell’America tropicale e sub-tropicale (prevalentemente dal Brasile ma si va dal Cile, all’Argentina per proseguire ai Caraibi fino a raggiungere il loro limite settentrionale in Virginia) che si ritrovano dal livello del mare fino a parecchie centinaio di metri s.l.m. ad eccezione della Pitcairnia feliciana, nativa dell’Africa occidentale.

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DESCRIZIONE

La famiglia delle Bromeliaceae, raggruppa piante estremamente decorative non solo per le loro foglie dai colori molto vari e vivaci ma spesso anche per le loro fioriture spettacolari. Sono piante che ormai da diversi anni iniziano ad essere presenti un po’ in tutte le case.
Poche famiglie del regno vegetale raggruppano tanta varietà come questa sia come dimensioni, forma, colore e fogliame.
Questa famiglia comprende un vasto numero di generi e specie divise tra terrestri (xerofite) ed epifite.
Alcune specie crescono sul terreno in zone tropicali o sulle rocce in quelle aride, mentre la maggior parte delle bromeliaceae sono epifite, originarie delle foreste pluviali. Alcune colonizzano ambienti di foresta umida, vivendo abbarbicate sui tronchi e i rami degli alberi , ma talvolta anche lungo le pareti rocciose coperte da muschi, spesso ad altezze rilevanti. Altre specie conducono vita terrestre prosperando sia in ambienti xerici, sia in altipiani freddi e umidi d’alta quota e assorbono l’acqua da particolari peli squamosi presenti sulle foglie.
Molte bromeliaceae come detto sono epifite (che posseggono solo radici aeree e crescono fissate agli alberi che utilizzano come supporto); altre terrestri (che crescono nella terra mediante radici in terreni molto ricchi di humus); alcune rampicanti abbarbicandosi sui fusti degli alberi con le loro radici avventizie; altre crescono nelle paludi altre ancora nei terreni salmastri, insomma, con 56 generi e circa 3000 specie che annovera questa grande famiglia, c’è veramente una grande varietà.

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Tutte le bromeliacee producono fitte rosette di foglie carnose e rigide, coriacee, di forma nastriforme, arcuate, spesso con apice acuminato; alcune specie hanno fogliame ricoperto da un sottile strato di pruina, che le rende di colore grigiastro. Tra le foglie producono infiorescenze di vario genere, tonde ed appiattite, o allungate e sottili, a pannocchia, a ventaglio; le infiorescenze sono spesso sottese da numerose brattee papiracee vivacemente colorate e producono molti piccoli fiori bianchi o lilla.
Le bromeliacee producono un apparato radicale di dimensioni ridotte, quindi spesso vengono coltivate in contenitori molto piccoli; non hanno molte esigenze colturali, anche se per ottenere foglie sempre rigogliose e una nuova infiorescenza è necessario seguire qualche semplice accorgimento, altrimenti la nostra bromeliacea è destinata ad appassire lentamente.

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Alcune specie, come l’ananas, vengono coltivate per il frutto, mentre altre a scopo ornamentale.
Anche le loro dimensioni sono estremamente varie: da pochi centimetri (come alcune tillandsia) fino a diversi metri (come le Aechmea).
Quasi tutte le specie di bromeliacee hanno la particolarità d’avere le foglie disposte a rosetta, più o meno allargate alla base, che possono essere più o meno erette o più o meno inclinate o addirittura orizzontali e rigide. In ogni caso tutte hanno grandi foglie che in alcune specie sono spinose lungo i margini delle lamine fogliari altre sono totalmente inermi altre sono succulente e con colori molto vari: tutte le tonalità di verde più o meno screziate, maculate o striate dal rosso, al viola, al nero, al crema.
In molti generi le foglie sono provviste di peli (tricomi) che aiutano a resistere alla disidratazione e a riflettere la luce e quindi contribuiscono a ridurre le perdite d’acqua rendendole quindi capaci di colonizzare zone aride.
La particolarità che ritroviamo in tutte le specie di bromeliaceae (in maniera più o meno evidente) è la presenza nella parte centrale della rosetta di una sorta di coppa o pozzetto impermeabile. In questa coppa nelle piante in natura, si raccoglie l’acqua piovana che serve da riserva idrica per la pianta. Oltre all’acqua in questo “pozzetto” si raccolgono anche diversi organismi sia animali che vegetali che morendo e degradandosi, forniscono alla pianta una fonte di nutrimento che viene assorbito dalla parte basale delle foglie.
In natura questi serbatoi sono spesso importanti per alcune specie di rane tropicali in quanto le loro uova ed i girini si sviluppano al loro interno ed è grazie a questo ecosistema che alcune rane trascorrono tutta la loro vita sulle cime degli alberi tropicali.

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Molte bromelie provengono infatti proprio dalle stesse zone in cui vivono le Dendrobatidi. Nei loro calici possono trovare un riparo ed allevare la propria prole nelle riserve d’acqua che si formano.
Così come molti ragni, uccelli, pipistrelli, serpenti e salamandre le utilizzano come riparo e come fonte d’acqua. Le bromeliaceae formano quindi dei veri e propri ecosistemi che in alcuni paese (ad esempio in Florida) rappresentano un patrimonio di biodiversità insostituibile e da proteggere.
Dalla rosetta centrale delle foglie (con poche eccezioni) si sviluppa da uno stelo fiorale un’infiorescenza formata da piccoli fiori raccolti normalmente all’interno di brattee variamente colorate e molto appariscenti. In alcune specie di Bromeliacee i fiori sono profumati per attirare gli insetti impollinatori.
Al termine della fioritura queste piante ci deliziano con la produzione delle bacche o capsule a seconda della specie, molto colorate, all’interno delle quali si sviluppano i semi che sono per lo più a diffusione anemofila (ad opera del vento).
La particolarità della fioritura delle bromeliacee che avviene a partire dal centro della rosetta porta con se lo svantaggio che dopo di essa la pianta madre muore in quanto impossibilitata a produrre nuove foglie (questo avviene nella maggior parte delle specie). Prima però che questo avvenga, la pianta crea alla sua base dei polloni che possono essere staccati e allevati autonomamente.

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• Bromelioideae: questa sottofamiglia è caratterizzata dall’avere le foglie disposte a rosetta che formano il caratteristico pozzetto, con foglie spinose. Spesso sono epifite (posseggono solo radici aeree e crescono fissate agli alberi che utilizzano come supporto) ma diverse sono terrestri. I generi classificati all’interno di questa sottofamiglia sono: Aechmea, Ananas, Neoregelia, Cryptanthus, Nidularium.
• Tillandsioideae: la maggior parte delle specie di questa sottofamiglia sono epifite e crescono sulle rocce, che vengono utilizzate solo come supporto. Le foglie sono prive di spine ed il frutto è una capsula. I generi che ritroviamo in questa sottofamiglia sono: Tillandsia, Vriesea, Guzmania.
• Pitcairnoideae: si tratta di bromeliacee terrestri con foglie molto spesso spinose ai margini e carnose rassomigliando a quelle dell’agave con la quale condividono gli stessi ambienti. Ritroviamo in questa sottofamiglia il genere Pitcairnia.
Le tre sottofamiglie sono ben distinte tra loro e non vi è un accordo generale tra i botanici sulla classificazione.

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COLTIVAZIONE

La prima bromeliaceae che è stata introdotto in Europa è stata l’ananas, con Cristoforo Colombo, al rientro dal suo secondo viaggio dal nuovo mondo (1943). Solo molto tempo dopo si iniziarono ad introdurre anche le altre specie e tra le prime la Guzmania (1776) seguita dalla Aechmea (1828) e quindi dalla Vriesea (1840).
Le bromelie sono belle, robuste e, se allevate correttamente, durano e prosperano a lungo;
Non sopportano il sole diretto e crescono bene in zona d’ombra. Alcuni tipi di queste piante inoltre sono molto resistenti alla vita in appartamento, anche se in inverno tendono a perdere le foglie diventando così poco decorative.
Le piante che ritroviamo in casa di solito sono epifite anche se si sono adattate ad essere allevate in vaso (ad eccezione della tillandsia).

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In appartamento generalmente si coltivano le varietà botaniche originarie delle foreste pluviali, o ibridi di queste ultime, e quindi le varietà di tillandsia, vriesea, billbergia o acmea che troviamo in vivaio hanno più o meno esigenze colturali simili.
Queste piante si sono adattate a trarre l’acqua di cui necessitano per vivere direttamente dalle precipitazioni, piuttosto che utilizzando le loro radici, e infatti producono un apparato radicale decisamente ridotto; in natura le bromeliacee raccolgono l’acqua dalle piogge, immagazzinandola nella coppa che si viene a formare al centro della rosetta di foglie. Quindi quando annaffiamo la nostra bromeliacea è consigliabile riempire la rosetta di foglie, piuttosto che bagnare il terreno; questo perchè in genere queste piante necessitano di una buona umidità ambientale, ma non amano i ristagni idrici, che rovinano rapidamente le radici, e in seguito l’intera pianta.
Oltre ad annaffiare in questo modo le piante, ogni giorno vaporizziamo il fogliame con acqua demineralizzata, soprattutto in estate, e nei periodi in cui in casa è acceso il riscaldamento o il climatizzatore, che tendono ad asciugare eccessivamente l’aria.

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Posizioniamo la nostra bromeliacea in luogo luminoso, ma non direttamente esposto ai raggi solari e godiamoci le settimane di fioritura. Queste piante amano temperature vicine ai 20°C, ma possono tranquillamente sopravvivere e vegetare con temperature vicine agli 8-12°C, quindi possono trovare posto anche in un vano scale non riscaldato.
Quando tutti i fiori sono appassiti l’infiorescenza tende a disseccare lentamente, e in seguito dissecca l’intera pianta; quando questo avviene non dobbiamo preoccuparci, sospendiamo le annaffiature ed attendiamo; in genere le radici cominciano in questa fase a produrre nuovi germogli, che utilizzano le sostanze nutritive prodotte dalla pianta madre per svilupparsi.
Nell’arco delle settimane, via via che la nostra pianta si deteriora, dovremmo notare lo sviluppo di una o più nuove rosette di foglie, che diverranno via via più rigogliose e grandi.
Volendo possiamo spostarle in un altro contenitore, distaccandole completamente dalla pianta madre che si sta deteriorando; appena spostata la pianta ricominciamo ad annaffiare ed a vaporizzare. Nel corso dei mesi le nuove piante dovrebbero cominciare a produrre nuove infiorescenze, per poi morire e dar luce a nuove rosette di foglie.
In linea di massima tutte le bromeliacee si sviluppano in questo modo, anche se talvolta il ciclo vegetativo di una singola rosetta dura alcuni anni, mentre altre volte dura soltanto qualche mese.

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COLTIVAZIONE IN TERRARIO

Le bromelie sono belle, robuste e, se allevate correttamente, durano e prosperano a lungo; nel terrario vanno tenute in zone luminose, possibilmente attaccate a rocce, tronchi o pareti e comunque non devono mai essere interrate: il ristagno d’acqua dovuto alle continue nebulizzazioni farebbe marcire velocemente le delicate radici. Per evitare che le foglie e le piante possano marcire è importante che ci sia un buon ricambio d’aria: nel caso in cui ci fosse ristagno si consiglia di posizionare delle ventole da computer sulle griglie d’aerazione: collegate ad un temporizzatore favoriscono il ricircolo.

Alcuni generi come Tillandsia, Cryptanthus e Guzmania si prestano molto bene all’allestimento dei terrari tropicali destinati ad ospitare Anfibi e rettili .
Nella scelta di piante da posizionare nel terrario conviene suddividere il tutto in due porzioni:

1 porzione aerea
2 porzione terrestre

Non tutte le Bromeliaceae purtroppo si adattano bene alla vita in terrario: molto spesso l’elevato tasso di umidità porta ad un rapido deterioramento della pianta con conseguenze potenzialmente pericolose per gli animali presenti nel terrario.
Fanno eccezione i generi Neoregelia, Nidularium e Cryptanthus, al contrario delle altre specie ben tolleranti anche in presenza di un tasso di umidità alquanto elevato.
Questi tre generi risultano occasionalmente reperibili nell’assortimento dei garden center e quindi non sarà impresa impossibile acquistarle. Discorso diverso per tutte quelle specie di piccole dimensioni ( Neoregelia ampullacea, N.liliputiana e affini) molto decorative ma purtroppo reperibili solo tramite ordinazione on line su alcuni siti stranieri.

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Per quanto riguarda il posizionamento delle Bromeliaceae nel terrario, sarà preferibile estrarre le piante dai vasi di coltivazione e lavare via il terriccio trattenuto dalle radici: le piante lasciate a radice nuda potranno essere fissate negli anfratti tra le cortecce o sulle radici e rami presenti nel terrario.

Alla porzione aerea che comprende tronchi, pareti rivestite in sughero si abbinano le piante del genere Tillandsia, mentre alla porzione terrestre che è rappresentata dal fondo del terrario verranno associate le piante del genere Cryptanthus e Guzmania.
Entrambi questi tipi di pianta necessitano di un’atmosfera umida: le Tillandsia necessiteranno di una vaporizzata ogni due o tre giorni mentre le Bromeliaceae terrestri di un substrato umido, che è normale in un terrario tropicale destinato ad esempio a rane del genere Dendrobates.

Bromeliaceae da fondo: vanno piantate in un substrato di terra e sabbia o torba e sabbia sul quale si pianterà il muschio per ricoprire la superficie non coperta da piante. Lo strato di terra dovrà essere profondo almeno 8 cm.

Tillandsie: si possono incastrare nelle naturali spaccature dei tronchi utilizzati per arredare il terrario oppure legate con della rafia o del filo di nylon. La colla a caldo non tiene per molto tempo in ambienti eccessivamente umidi.
La Tillandsia usneoides o “barba dei frati” va semplicemente appoggiata sui tronchi e necessita di vaporizzazioni quotidiane.
Il vantaggio dell’allestimento con le piante della famiglia delle Bromeliaceae è dato innanzi tutto dalla resistenza delle piante in questione, dalla loro bellezza e poi anche dal costo piuttosto basso.

In abbinamento a queste piante per completare l’arredo si possono utilizzare piante di felce o Peperomie, queste ultime bellissime piante con fogliame molto decorativo originarie del centro e Sud America.

Nel terrario vanno tenute in zone luminose, possibilmente attaccate alle rocce, a tronchi o pareti e comunque non devono mai essere interrate: il ristagno d’acqua dovuto alle continue nebulizzazioni farebbe marcire velocemente le delicate radici. Per evitare che le foglie e le piante possano marcire è importante che ci sia un buon ricambio d’aria: nel caso in cui ci fosse ristagno si consiglia di posizionare delle ventole da computer sulle griglie d’aerazione: collegate ad un temporizzatore favoriscono il ricircolo. Quasi tutte le bromelie in commercio sono in fase di fioritura, dopo il periodo di fioritura la pianta comincerà a generare dei getti laterali sottoforma di piccole piantine o stoloni. Col tempo le nuove piantine andranno a sostituire la pianta madre che, dopo la fioritura, lentamente morirà: i nuovi getti, se mantenuti nel giusto modo, potranno crescere rigogliosi e fiorire. Il metodo migliore per inserire le bromelie nel terrario è quello di toglierle dal vaso asportando delicatamente la terra, fissarle con del filo da giardinaggio al supporto scelto e poi ricoprire le radici con del muschio. Dopo pochi giorni la pianta comincerà ad emettere le nuove radici per ancorarsi.

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Neoregelia ampullacea var. tigrina

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foto M&M’s Bayside Bromeliads

 

Patrice x Dillings Black Beauty

foto M&M’s Bayside Bromeliads