Ampia foto-relazione sulla costruzione di un exotarium in uno zoo polacco. Le invenzioni e le soluzioni tecniche adottate prima e durante i lavori possono risultare essere una miniera di informazioni o di esempi per tutti i teraristi appassionati del fai-da-te. Queste foto potrebbero essere una fonte d’ispirazione sul come costruire i nostri terrari.
Gady-Gady
Cari terraristi italiani,
abbiamo deciso di pubblicare su questo forum la nostra ampia foto-relazione sulla costruzione di un exotarium in uno zoo polacco.
Per la prima volta nella storia degli zoo, i lavori della sua costruzione sono stati appaltati ad una ditta privata. C’era una trappola pero’ – i fondi
Il nostro bilancio era molto limitato per cui era necessario trovare una tecnologia che rendesse possibile la costruzione dell’exotarium tutto progettato da me. Era un’idea pazzesca, ma visto che mi piacciono le sfide, ce l’ho fatta !!!
Le nostre invenzioni e soluzioni tecniche create prima e durante il lavoro
sono una miniera di sapere preziosa per i terraristi – faidate, perciò vorrei che ne approfittaste pure voi. Tutto testato sulla nostra pelle, lo giuro. Forse grazie a noi troverete le soluzioni migliori delle nostre e le foto diventeranno l’ispirazione di come costruire i vostri terrari per i rettili da fargli sentire come a propria casa.
In Polonia, durante 5 mesi dei lavori nello zoo, 28mila internauti hanno seguito la nostra foto-relazione!
(Ogni settimana ne appariva una su un „sanguefreddo”polacco).
D’oggi in poi cercherò di informarvi sistematicamente delle successive tappe della costruzione del nuovo terrario e del nuovo acquario nello zoo di Zamość.
La squadra, fino al settembre, e’ composta degli amici di Gady-Gady
cioè di 9 allievi che frequentano Il Liceo Artistico di Zamość, ne fa parte anche la professoressa Carolina, il Signor Ignazio – lo staff tecnico. Ci aiuta coraggiosamente pure il Direttore dello zoo in persona, vestito in paio di pantaloni da ginnastica elegantissimi e Marco e Giacinto – 2 impiegati dello zoo.
Il progetto dell’arrangiamento, ce l’ho io in testa, lo presento pian piano a tutti, trasformandolo secondo le possibilità ed i bisogni del momento.
E cosi’ cominciamo dalla raccolta delle impronte di caucciù dei sassi e della corteccia che ci servono da „timbro” per imprimere la loro struttura sui sostegni di stelo avvolti di una rete speciale prodotta sulla nostra ordinazione, coperti da diversi strati di una calcina speciale, plastica…
Ma spieghiamo tutto da capo…
Eccole tutte in ordine cronologico:
Il primo passo è stato quello di prendere le “impronte” attraverso l’uso di materiale plastico liquido, di cortecce di alberi o di sassi.
Prendiamo le impronte dai sassi.
“Il nostro campo libero” – un piano rinnovato del padiglione vecchio per i grandi rapaci.
Durante le prime due settimane saldiamo le costruzioni delle rocce e degli alberi di grosso filo armato.
Portiamo dentro i terrari di vetro.
Cominciamo a creare lo sfondo strutturale nei piccoli terrari (in vetro, sulla base di polistirolo espanso).
La seconda settimana – copriamo lo sfondo con la calcina, alcuni di noi cominciano ad avvolgere le costruzioni di filo con la rete.
Il compito più duro ed impegnativo e’ avvolgere i sostegni con la rete.
Un frammento della parete con i terrari di vetro.
Copriamo tutti gli sfondi di diversi strati della calcina speciale (la colla per le mattonelle e il cemento), nell’ ultimo strato, quello con la quantità più grossa della calcina imprimiamo la struttura della corteccia e dei sassi, tutte le eventuali imperfezioni, le scolpiamo con scalpelli e maglie prima che la calcina diventi dura.
“I giardini in pendenza” – avevo una visione e ho giocato un po’ con il polistirolo espanso .
La corteccia impressa sulla grande superficie del terrario, che “ho scolpito” spontaneamente.
Il primo strato della calcina nel terrario ispirato dalle radici – sostegno degli alberi nella foresta tropicale.
E’ ora di tingere – all’inizio “un piccolo inferno” – il nero e il marrone deve coprire tutte le fessure per dare l’effetto delle ombre che devono sembrare naturali.
Con una spugna o con un pennello eliminiamo la tintura di troppo.
Passata la spugna non si vede l’effetto, ma sulle prossime foto vedrete il perché dei nostri sforzi
Saldiamo un sostegno per i rami pesanti, lo nasconderemo nello sfondo – sulla foto di sotto: proviamo i tronchi delle viti, avvolti di cellofan per proteggerli cosi’ dallo sporco della calcina.
Il polistirolo espanso incollato per la futura cascata.
Dopo aver creato delle sfumature delle ombre, e’ ora di tingere – pian piano appare la struttura delle rocce e dei rami….
Le tappe seguenti di costruzione di uno dei terrari di vetro:
Gli esempi dell’installazione delle reti quasi finita
Copriamo con la vernice speciale, importata dall’Italia le finte pietre, essa tira fuori molti dettagli del nostro arrangiamento, ma purtroppo rende scuri i colori
La vernice, due settimane passate, diventa opaca, brilla solo dopo l’inverniciatura, dunque speriamo che con il tempo cambino anche i colori e le ombre…
Sulle pareti sono apparsi „i graffiti” che facilitano (?) a piegare dalla rete l’arrangiamento esterno.
Un altro terrario non ancora finito.
Ecco il momento che tanto abbiamo aspettato! Cominciamo a mettere (a mano) il primo strato della calcina che lega la rete.
Copriamo le impalcature con la tinta speciale …
Il rivestimento dell’ingabbiatura delle rocce e degli alberi, ecco le foto che presentano a casaccio i risultati di una settimana di lavoro:
1) I lavori di costruzione delle ingabbiature delle decorazioni esterne.
I frammenti del recinto per le tartarughe dalle zampe rosse (Geochelone carbonaria) ispirato dalla foresta tropicale sulla Penisola Masoala.
La caverna per i pipistrelli – la fonte d’ispirazione e’ Lang Cave (il Parco Nazionale Mulu sul Borneo (la parte sinistra della caverna rispecchia quasi precisamente un frammento della caverna vera.
abbiamo finito di formare gli arredamenti esterni sulla parete intorno alle vasche e gli interni dei recinti grandi. Lentamente ci mettiamo a spruzzare un’ulteriore calcina livellante ed imprimiamo la struttura sugli arredamenti.
I lavori procedono… Le rocce „cominciano ad avere la profondità”.
Le nuove idee, ci vengono in mente all’improvviso – ecco una spugna
e la sua impronta di caucciù (tra molte altre impronte delle rocce e della corteccia che utilizziamo).
e il terrario „a la’ pomice” fatto sulla base di questa impronta
Il terrario per i coccodrilli – un’altra tappa
Ecco 25 m2 del recinto per le tartarughe dalle zampe rosse (Geochelone carbonaria), la nostra „piccola Masoala” dopo la verniciatura:
Le foto sono state scattate durante la verniciatura.
E finalmente si vedono i risultati degli arredamenti esterni dei piccoli terrari di vetro (la parete sinistra di un piano dell’exotarium).
lavori al primo piano dell’Acquario.
I disegni degli arredamenti esterni delle piccole vasche (12 x 250 litri).
E le maledette colonne … 5 pezzi per 3,5 m di altezza – della struttura di corteccia … con la rete … incollate … impresse … pulite … tinte di nero… lavate … con le ombre … inverniciate …
e poi 6 acquari di grandi dimensioni– il nostro „final countdown… ”.
Al piano con i terrari finiamo gli arredamenti esterni dei grandi ambienti
Mentre in pianterreno si fanno gli arredamenti esterni dei piccoli acquari (hanno 150 cm di lunghezza).
La creazione delle ombre.
attaccano un cavetto nel soffitto, su cui sarà sospeso un Platycerium trentenne preso dall’Orto Botanico di Cracovia.
Continuano i lavori di finitura degli arredamenti esterni dei terrari grandi.
Al soffitto e’ appesa una “bella” rete di mascheramento.
Sui vetri degli acquari il fumo grigio, anzi’ azzurro, se vogliamo essere precisi).
Già da una settimana ci portano i substrati di coltura, le piante e le liane per gli arredamenti dei terrari.
Basta! Tutti siamo sfiniti dopo due settimane della corsa contro il tempo.
Le piante – quasi sistemate, i substrati di coltura – versati, l’elettricità – funziona, tutto e’ pronto per l’accettazione dei lavori – e’ ora di concedersi una pausa ben meritata.
La camera a gas:
La vista generale sul piano con i terrari.
Nel mio terrario preferito saltano 10 Rane Dendrobates leucomelas e 10 D. tinctorius azureus – ma si possono osservare solo 3-4 rane.
Le agame – i draghi d’acqua cinesi (Physignathus cocincinus) – addomesticate, che prendono il cibo dalla pinzetta, sono arrivate dallo Zoo di Poznań.
O.taeniurus ridleyi – anche dallo Zoo di Poznań.
Una coppia di varani indiani o del Pacifico – (Varanus indicus) dallo Zoo di Parigi.
Le tartarughe dalle zampe rosse o carbonaria – (Geochelone carbonaria) – tutto il branco, sono arrivate direttamente dalla Danimarca
P. guttatus – chi cerca – trova …
Il Basilisco piumato – (Basiliscus plumifrons) dallo Zoo di Riga.
Il pitone reale (Python regius) e le agame (Pogona Barbata) dalla vecchia esposizione degli esemplari dello Zoo di Zamość.
Finalmente posso mostrarvi gli sfondi – quasi finiti, di 6 acquari giganteschi sul pianerottolo tra il terra e il primo.
Due acquari con le rocce – uno nel Malawi e quell’altro con le rocce acute forse per … il branco dei Ciclidi
La foresta delle radici inondata – l’acqua nera, le foglie, le piccole radici e … P.Altum
Tre acqua-terrari – riempiti d’acqua solo a meta’, introduttivamente per
i perioftalmi (i Periophthalmus), i “pesci arciere” – (i Toxotes), le razze d’acqua dolce dell’ Amazzonia.
Si ringrazia per la fotorelazione:
la ditta Gady-Gady
www.sanguefreddo.net
Molto interessanti le varie fasi del montaggio delle varie scenografie, trovo l’effetto finale però un po’ pesante
che distrae il visitatore dall’esemplare esposto. Ma nel totale direi un buon lavoro, bravi.