SCINDAPSUS (POTHOS)

SCINDAPSUS

Il genere Scindapsus (o come comunemente viene chiamato Pothos) comprende delle simpatiche piante sempreverdi, rampicanti che possono essere allevate in cesti sospesi per rallegrare le nostre case.

CLASSIFICAZIONE BOTANICA

Regno Plantae

 Clado Angiosperme

Clado Monocotiledoni

Ordine Alismatales 

FamigliaAraceae

 Genere Scindapsus 

Specie vedere il paragrafo “Principali specie”

Etimologia: dal greco “skindapsos”, che indicava una specie non ben identificata, dal portamento simile all’edera. Nel gergo orticolo viene anche chiamato Pothos, anche se questo nome in realtà indica un altro genere non coltivato.

Provenienza: Thailandia e isole Salomone (Oceano Pacifico).

CARATTERISTICHE GENERALI

Il genere Scindapsus (o Epipremnun), meglio noto come Pothos o potos, appartiene alla famiglia delle Araceae. Comprende circa 40 specie di piante, rampicanti e sempreverdi facili da coltivare e apprezzate per la loro eleganza. Alcune specie prima erano classificate nel genere Pothos e spesso vengono identificate ancora con tale nome.

I Pothos, sono vegetali rampicanti che possono essere coltivati sia come piante ricadenti che come rampicanti se dotate di opportuno tutore.

Il Pothos sono provvisti di radici aeree che si sviluppano ai nodi dei fusti, foglie di un bel colore verde intenso, coriacee, lucide che presentano spesso delle screziature bianche, gialle o argentate.

Sono piante rampicanti che possono svilupparsi per diversi metri sia in altezza che in lunghezza. Qualora si desideri svilupparle in altezza è bene sistemare un tutore oppure si può lasciare la pianta pendere da un cestino sospeso.

TECNICA COLTURALE

I Pothos sono piante che si adattano facilmente a tutti gli ambienti. Non hanno particolari esigente climatiche tanto che le temperature possono oscillare tra i 13 ed i 27 °C. La temperatura minima invernale deve essere compresa tra 13 e 18°C (in modo particolare per S.pictus non deve scendere al di sotto di 16°C).

Temono però le correnti d’aria fredda dalle quali vanno accuratamente protetti, specialmente durante la stagione fredda.

Illuminazione

Amano la luce che favorisce la variegatura delle foglie ma non i raggi diretti del sole. Una scarsa luminosità farà perdere la screziatura delle foglie.

Per pulire le foglie del Pothos abbiate l’accortezza di farle periodicamente delle docce. Il modo più semplice è porre la pianta dentro la vasca da bagno e piegando la pianta in modo che l’acqua non arrivi al terreno, pulire le foglie con il getto della doccia e lasciare poi sgrondare ed asciugare le foglie.

ANNAFFIATURA

Annaffiature e umidità ambientale: annaffiare frequentemente in estate (anche 3 volte la settimana se fa molto caldo), lasciando che il substrato asciughi tra una somministrazione e l’altra; ridurre le somministrazioni in inverno; l’umidità ambientale deve essere incrementata con spruzzature e lavaggi delle foglie, nonché posizionando i vasi su terrine riempite di ciottoli tenuti costantemente umidi. Essendo piante con apparato radicale poco sviluppato e soggetto a marciumi radicali, si preferisce assicurare un’adeguata umidità alle radici aeree.

Nel periodo primaverile – estivo la pianta del Pothos va annaffiata abbondantemente avendo però l’accortezza di aspettare che il terreno sia asciutto prima della successiva irrigazione. Nel periodo autunno/invernale si segue la stessa regola.

E’ buona norma procurare umidità alla pianta con frequenti nebulizzazione alla chioma con acqua a temperatura ambiente (tre-quattro volte la settimana nel periodo estivo) e sempre di mattina, per evitare che le gocce d’acqua, concentrando la luce del sole, provochino delle scottature. Nel periodo invernale vanno ridotte in proporzione alla temperatura.

Per garantire una buona umidità dell’ambiente nel quale si trova la pianta del potos si può sistemare il vaso su un sottovaso dove avrete sistemato dell’argilla espansa dove sarà costantemente presente un filo d’acqua che evaporando garantirà un ambiente umido al vostro Pothos. Attenzione che il vaso non sia a diretto contatto con l’acqua.

TIPO DI TERRENO – RINVASO

Il Pothos si rinvasa ogni anno a marzo – aprile senza però eccedere con le dimensioni del vaso perchè in questo modo la pianta favorirebbe lo sviluppo dell’apparato radicale a scapito di quello aereo. In genere si procede al rinvaso quando la terra inizia ad essere insufficiente in relazione allo sviluppo delle radici vale a dire quando quest’ultime iniziano a fuoriuscire dal vaso.

Substrato

Leggero e poroso, costituito da terriccio universale sterile (specie per S. pictum soggetto a malattie fungine) con aggiunta di poca torba e sabbia. Per S. aureus si può utilizzare anche una composta a base di terra di foglie e torba in parti uguali, con aggiunta di sabbia.

Si utilizza una composta a reazione acida formata da due parti di torba ed una di sabbia fine oppure da un miscuglio di terriccio di foglie, torba e sabbia fine in parti uguali.

Sul fondo del vaso (che raccomando sempre sia di terracotta e non di plastica per favorire la respirazione della terra) disponete uno strato drenante o di cocci o di argilla espansa.

Se si intende far crescere il Pothos in altezza e non a cespuglio, è al momento del rinvaso si colloca un tutore muscoso o di altro tipo.

CONCIMAZIONE

Concimazioni ed accorgimenti particolari: si rinvasano in marzo-aprile, utilizzando contenitori più grandi se necessario. Si possono coltivare sia in panieri sospesi che come piante rampicanti, utilizzando tutori rivestiti di sfagno. In primavera-estate è bene somministrare concime liquido (metà dose) ogni 4-5 settimane. Cimature regolari degli apici favoriranno uno sviluppo più rigoglioso e compatto.

E’ preferibile concimare il Pothos una volta al mese con concimi liquidi diluiti nell’acqua di annaffiatura.

Per quanto riguarda il tipo di concime da somministrare, in commercio ne esistono di tanti tipi ma è buona norma leggere l’etichetta che specifica la composizione.

Per tutte le piante verdi, vale a dire per quelle piante che sviluppano molte foglie, è preferibile usare concimi che abbiamo un titolo abbastanza elevato in azoto (N) che favorisce appunto lo sviluppo delle parti verdi. Accertatevi pertanto che oltre ad avere i macroelementi quali azoto (N), fosforo (P) e potassio (K) e che tra questi l’azoto sia in maggiore quantità che abbia anche i microelementi, vale a dire quei composti di cui la pianta ha bisogno in minima quantità (ma ne ha pur sempre bisogno) quali il magnesio (Mg), il ferro (Fe), il manganese (Mn), il rame (Cu), lo zinco (Zn), il boro (B), il molibdeno (Mo), tutti importanti per la crescita della pianta.

Diminuite leggermente le dosi rispetto a quanto riportato nella confezione.

Diminuite leggermente le dosi rispetto a quanto riportato nella confezione.

FIORITURA

In appartamento il Pothos non fiorisce.

POTATURA

Di solito la pianta non si pota ma si può attuare la cimatura degli apici vegetativi nei mesi di maggio e giugno nel caso si desideri avere uno sviluppo compatto e cespuglioso.

MOLTIPLICAZIONE

Il potos può essere riprodotto tramite talee di fusto (radicata in terra o in acqua) o per divisione della pianta.

Si possono ottenere nuovi esemplari utilizzando talee apicali, lunghe 10-15 cm, (in marzo-aprile), che dovranno essere messe a radicare, in vasi riempiti di torba e sabbia, interrate leggermente e obliquamente, in modo che solo poco terreno ricopra la base della talea. La temperatura ideale dovrebbe aggirarsi intorno ai 21°C. La radicazione, comunque risulta lenta e le talee sono facilmente soggette a marciume, mentre se l’umidità non è sufficiente dissecano facilmente. La radicazione delle talee apicali avviene facilmente anche in acqua pura. Più sicuro è forse il metodo per propaggine, realizzabile interrando e fermando con delle forcine un fusto all’altezza di un nodo, in un vaso posto vicino. Anche in questo caso, passerà molto tempo prima che le radici si siano sviluppate e diffuse nel substrato. Quando questo sarà avvenuto si potrà staccare il nuovo esemplare dalla pianta madre. Un altro metodo per ottenere nuovi esemplari consiste nella divisione dei cespi, effettuabile con un coltello ben affilato al momento del rinvaso, avendo cura di ripiantare immediatamente le porzioni ottenute in vasi di 7-8 cm. di diametro utilizzando la composta adatta alle piante adulte.

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MOLTIPLICAZIONE PER TALEA DI FUSTO RADICATA IN TERRA

Verso marzo – aprile, si prelevano le cime dei fusti lunghe dai 15 ai 20 cm tagliandole con un coltello affilato per evitare la sfilacciatura dei tessuti, pulito e disinfettato.

Si rimuovono le due foglie più basse e si tratta la base del fusto tagliato, con ormoni che favoriscano la radicazione (si trovano da un buon vivaista) e si interrano in una composta formata da due parti di torba ed una di sabbia fine.

Si infila la talea di Potos fino all’altezza delle foglie tagliate, sostenendola con un fil di ferro e si compatta delicatamente la terra intorno

Si pone il vaso in una zona non troppo luminosa e dovo è possibile avere una temperatura costante di circa 21°C. Si chiude il vaso (diametro massimo 7 cm) con della plastica trasparente per garantire calore ed umidità. Usate dei bastoncini che sistemerete nel terriccio per tenere la plastica lontana dalla talea.

Ogni giorno aprite l’involucro e controllate il grado di umidità del terriccio e fate un modo che sia sempre umido ed eliminate eventuale Quando inizieranno a comparire i nuovi germogli di potos, vuol dire che la talea ha radicato a quel punto, trapiantatela in una composta così come indicato per le piante adulte e trattatela come tale.

MOLTIPLICAZIONE PER TALEA DI FUSTO RADICATA IN ACQUA

Il Pothos radica bene anche in acqua. Prelevate una talea apicale di fusto e sistematela in un recipiente colmo d’acqua. Quando la talea avrà ben radicato, rinvasatela delicatamente in un vaso di piccole dimensioni con il terriccio indicato per le piante adulte.

MOLTIPLICAZIONE PER DIVISIONE DELLA PIANTA

Altro modo di moltiplicare il Pothos è quello di dividere le radici con i relativi steli al momento della rinvasatura. Con l’aiuto di un coltello affilato, pulito e disinfettato, si divide la pianta in due o più porzioni a seconda delle sue dimensioni quindi le singole porzioni si rinvasano come se fossero singole piante adulte.

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PARASSITI E MALATTIE

Foglie con macchie brune seguite da ingiallimento e caduta delle foglie

Vuol dire che la pianta è stata soggetta a correnti d’aria, oppure a temperature troppo basse oppure è stata irrigata eccessivamente.
Rimedi: si tolgono le foglie colpite, si trasferisce la pianta di potos in un luogo più caldo e si riducono le irrigazioni.

Fusto che marcisce in prossimità del terreno

Vuol dire che la pianta di potos riceve troppa acqua.
Rimedi: eliminate le parti danneggiate, lasciate asciugare il terreno dopo di che regolate le irrigazioni di conseguenza.

Foglie con perdita di screziature

Se le foglie presentano questo sintomo e diventano completamente verdi, vuol dire che l’illuminazione è scarsa.
Rimedi: bisogna spostare la pianta in un luogo più luminoso (non sole diretto).

Foglie che iniziano ad ingiallire, appaiono macchiettate di giallo e marrone

Se le foglie iniziano ad ingiallire e successivamente a queste manifestazioni si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Si possono notare anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questi sintomi siamo probalbilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso.

Rimedi: aumentare le nebulizzazioni alla chioma in quanto la mancanza di umidità favorisce il lor sviluppo, ed eventualmente, solo nel caso di infestazioni gravi, usare un insetticida specifico. Se la pianta non è molto grande, si può anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone insaponato. Dopo di che risciacquate il Potos molto bene per eliminare il sapone.

CURIOSITA’

Il nome del genere Scindapsus deriva dal greco skindapsos «non identificato» per indicare una specie con un portamento simile all’edera ma che non era edera.

Il nome che comunemente in passato si dava a queste piante Pothos, in realtà è errato in quanto si riferisce a piante che non sono più coltivate. Oramai però questo nome le identifica pertanto i floricoltori continuano ad adottare questa terminologia.

PRINCIPALI SPECIE

Esistono circa 40 specie di Scindapsus (Pothos) tra le quali ricordiamo:

SCINDAPSUS AUREUS (POTHOS AUREUS o EPIPREMNUN AUREUM)

Scindapsus aureus o Pothos aureus o Epipremnum aureum o Rhaphidophora aurea: specie rampicante, sempreverde, dotata di radici aeree che si sviluppano a partire dai nodi. Le foglie (che in natura raggiungono anche la lunghezza di 50 cm e più) hanno la lamina che si presenta ovata, acuminata, lunga circa 10 cm., di colore verde screziato di giallo, allo stadio giovanile e cuoriforme, allo stadio adulto. In appartamento spesso si perdono le variegature, complice talvolta un’esposizione poco luminosa. I fiori, che raramente compaiono in appartamento, sono piccolissimi e raccolti in uno spadice avvolto da una spata colorata. Nel suo habitat naturale raggiunge 6-8 m. di altezza, mentre in appartamento non supera i 2 m. È adatto alla coltivazione in panieri sospesi come ricadente o su tutori ricoperti di sfagno, come rampicante. Tra le varietà più diffuse troviamo: “Giant Leaf”, con foglie abbastanza grandi anche allo stadio giovanile; “Golden Queen”, con foglie completamente gialle; “Marble Queen”, con foglie abbondantemente screziate di bianco, a volte completamente bianche con screziature verdi; “Tricolor”, dalle foglie verdi screziate di verde pallido e giallo chiaro o bianco crema; “Wilcoxii”, dalle variegature giallo oro.

 E’ provvista di radici aeree carnose con le quali si arrampica sulla pianta ospite. Allo stato selvatico la pianta di Scindapsus aureus raggiunge anche i sei metri di altezza mentre in casa non si sviluppa oltre il metro e mezzo.

Ha fiori piccolissimi ma raramente fiorisce in casa.

Esistono numerose varietà che differiscono tra loro per le diverse screziature delle foglie.

Può essere allevata sia come pianta ricadente che avvolta in un tutore.

SCINDAPSUS PICTUS (SCINDAPSUS ARGYRAEA o POTHOS ARGYRAEUS o EPIPREMNUN PICTUM).

Il Scindapsus pictus è originario del Borneo e di Giava è un rampicante con steli lunghi fino a due metri e mezzo che risultano verdi da giovani ma che diventano rossastri con l’età adulta.

Le foglie sono appuntite e di colore verde opaco da giovane che successivamente assumono una tonalità bluastra con screziature biancastre argentate.

Scindapsus pictus “Argyraeus” o Epipremnum pictum “Argyraeum”: specie rampicante, perenne e sempreverde, dall’aspetto abbastanza esile. Alcuni autori ritengono la forma “Argyraeus” uno stadio giovanile. Le foglie, portate da steli lunghi anche 1,8-2,4 m. verdi da giovani e rossastro-bruni a maturità, sono piccole, oblique, acuminate, di colore verde scuro tendente al glauco con margini sottili argentei, così come le macchie irregolari che ne ricoprono la lamina, che per altro assume un aspetto satinato. Questa specie non è molto coltivata per la sua delicatezza.

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SCINDAPSUS SIAMENSE

Scindapsus siamense: originaria della Thailandia, questa specie non molto comune presenta foglie sottili, cordate e acuminate, di colore verde opaco e screziate in argento o verde pallido. Può raggiungere il metro di altezza. Fiorisce molto raramente.

SCINDAPSUS SCORTECHINII

SCINDAPSUS OFFICINALIS

In collaborazione con:

www.elicriso.it

www.agraria.org