TECNICHE DI ACQUASCAPING: La Sezione Aurea, Iwagumi e Ryoboku

TECNICHE DI ACQUASCAPING

LA SEZIONE AUREA

Sezione Aurea, Iwagumi e Ryoboku

IL PAESAGGIO NATURALE

Quando si parla di aquascaping ci si concentra sulle tecniche e le possibilità stilistiche per l’allestimento di un acquario. Takashi Amano, il più famoso esponente di sempre nell’ambito delle tecniche di aquascaping, ha delineato con molta precisione le varie fasi e le regole per l’allestimento di una vasca.

Durante l’allestimento di un aquascape abbiamo la possibilità di dare spazio alla nostra creatività. Tuttavia alcune regole dovrebbero essere assolutamente rispettate per ottenere un risultato esteticamente piacevole e soprattutto naturale. L’aspetto, quindi l’impatto scenico, è l’argomento di questo articolo.

D’altra parte, chi si cimenta in un lavoro di aquascaping desidera dar vita ad una composizione dove legni, rocce, vegetazione e fauna acquatica rappresentino un equilibrio il più naturale possibile.

Stiamo dicendo quindi che se da un lato esiste la casualità, intrinseca nella natura, che determina e caratterizza un paesaggio, dall’altro esistono delle regole riconosciute in materia che in qualche modo governano e limitano la casualità ad una serie di possibilità plausibili ed armoniose.

Confusi?

Forse si… ma cerchiamo di spiegarci meglio partendo dal seguente assunto: la natura non è simmetrica. Avete infatti mai visto un albero o i due fianchi di una montagna o ancora due rocce esattamente simmetriche?

Ovviamente no!

Potremmo andare avanti all’infinito fino a considerare il corpo umano stesso dove parte destra e sinistra sono anch’esse asimmetriche.

Nulla è perfettamente simmetrico in natura, questa è la prima regola: se vogliamo rappresentare un paesaggio naturale dobbiamo evitare ogni tipo di simmetria.

Passiamo ad approfondire il tema “asimmetria” in modo più rigoroso definendo una regola spessissimo utilizzata nel campo dell’aquascaping:

LA SEZIONE AUREA

A tal fine vi invitiamo a visionare il seguente video tutorial dove potrete prendere confidenza con la regola della sezione aurea utile a determinare il punto di interesse principale e secondario (focali) dell’acquario:

Il video semplifica molto la matematica che si nasconde dietro la regola, e nel tempo, qualora continuerete a coltivare la passione per l’aquascaping, sarete in grado di applicare tali dettami automaticamente o quasi. Assimilata l’essenza della regola infatti, attraverso l’esperienza acquisita, sarete capaci di progettare e personalizzare il vostro lavoro da buon aquascaper.

La natura aiuti la natura

Nel cercare di simulare la naturalezza di un paesaggio acquatico, è possibilie attingere ad elementi naturali quali rocce, legni (o radici) e piante. La scelta del fondo per il proprio progetto di aquascaping rappresenta un altro aspetto su cui riflettere attentamente. Per il fondo vanno fatta alcune considerazioni:

  • il fondo deve avere un colore naturale: evitiamo quindi le proproste pacchiane di fondi colorati (fucsia, viola, verde, giallo, rosso, ecc…)

  • un fondo chiaro non rappresenta una scelta sempre compatibile con le dinamiche della vita in acqua: nel tempo si macchierà e comunque i detriti ed i sedimenti tenderanno a modificarne il colore

  • un fondo scuro e variegato (nocciola, nero) esalta i colori e delle piante e dei pesci

  • una grana troppo fine non consente una corretta ossigenazione del fondo e spesso determina zone anossiche causa di sviluppo di forme batteriche nocive

Nell’allestimento e soprattutto nella scelta del tipo paesaggio da implementare possiamo riferirci ad alcune possibilità stilistiche consolidate:

Acquario Olandese: gli acquari olandesi sono acquari a prevalenza vegetale ovvero acquari dove la vegetazione (quindi le piante acquatiche) ha una predominanza estetica sui pesci e dove ci si concentra più sulla coltivazione delle piante che sulla vita animale. In casi estremi è possibile assistere ad aquascaping completamente privi di pesci.

La scelta di non inserire pesci in vasca tuttavia comporta l’uso di protocolli di fertilizzazione molto complessi e comunque rappresenta una opzione non molto naturale. Nel trinomio batteri-pesci-piante, dove gli uni determinano il successo biologico degli altri e concorrono al generale benessere della vita in acquario, è e resta il principale elisir di lunga vita per tutti i suoi abitanti.

Ryoboku: quando si parla di Ryoboku ci si riferisce ad aquascaping dove le geometrie sono dettate dalla disposizione del fondo e dei legni.

Nel Ryoboku è possibile utilizzare radici di legno sia per definire il layout sia per rappresentare punti di interesse per l’inserimento di vegetazione (sui rami ma anche alle basi). L’impiego delle rocce è da considerarsi facoltativo ed in funzione del progetto. Non sempre è stilisticamente accettabile introdurre rocce in un progetto Ryoboku.

Iwagumi: l’Iwagumi è un aquascape dove le rocce vengono impiegate per ricreare un paesaggio acquatico naturale. Takashi Amano ha fissato alcune regole per gli Iwagumi

– il numero di rocce deve essere dispari (torniamo al concetto di asimmetria)

  • non è bene utilizzare tipi di rocce diverse. In natura, nello spazio di pochi metri, è raro trovare rocce di natura differente. E’ consigliabile inserire pietre di diverse dimensioni (torniamo al concetto di asimmetria)

  • la roccia più importante deve essere posizionata ai 2/3 della lunghezza dell’acquario. Ciò rappresenta è una esemplificazione della regola della sezione aurea di cui abbiamo parlato

  • Il resto delle rocce deve essere posizionato in modo tale da poter essere virtualmente racchiuso da un triangolo scaleno e l’orientamento delle eventuali venature delle pietre deve essere uniforme

  • Il materiale di fondo deve infine conferire prospettiva: si consiglia a tal fine di creare tra il primo ed il terzo piano dei dislivelli significativi. E’ bene partire da almeno 5 cm di fondo sul lato frontale per arrivare ad oltre 10 cm sul lato posteriore.

    Biotopo: un biotopo in aquascaping è una rappresentazione fedele di uno spazio naturale (di un lago o di un fiume). Fondo, rocce, legni, piante e specie animali saranno opportunamente selezionate per riprodurre un paesaggio reale in uno spazio limitato dove le condizioni siano favorevoli alla crescita ed alla riproduzione. Per creare un biotopo serve conoscere a fondo le specifiche esigenze di piante e pesci di un tratto di ecosistema: il tipo di acqua (tenera, dura, salmastra, acida, ecc..), i range di temperatura durante le stagioni, il livello di movimentazione dell’acqua, l’indole dei pesci.

    Per cimentarsi in una sfida così complicata non sono sufficienti le generiche competenze di acquariofilo, è fondamentale infatti apprendere dall’osservazione delle peculiarità e delle dinamiche dell’ambiente naturale da cui vogliamo trarre spunto.