NEPENTHES

NEPENTHES
Le Nepenthes appartengono, senza dubbio, ad uno dei più affascinanti e suggestivi generi delle piante carnivore.
Note anche per le loro notevoli qualità ornamentali, le Nepenthes sono caratterizzate anche dalle esigenze particolari che richiedono nella loro coltivazione.
Nepente L., 1753, è il nome comune con cui vengono chiamate le piante carnivore del genere Nepenthes. È l’unico genere della famiglia monotipica delle Nepenthaceae. Il suo nome deriva dal greco antico νη- ne “non”, e πένθος pénthos “dolore”.

CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA


Classificazione Cronquist

Dominio Eukaryota

Regno Plantae

Divisione Magnoliophyta

Classe Magnoliopsida

Ordine Nepenthales

Famiglia Nepenthaceae

Genere Nepenthes
L., 1753


Classificazione APG

Ordine Caryophyllales

Famiglia Nepenthaceae


DESCRIZIONE
In natura si presentano sotto molteplici aspetti a seconda della specie, tutte caratterizzate dal particolare ascidio: ne esistono a forma di becher e di caraffa, di bicchieri per vino dal collo stretto e di flutes da champagne lunghi e sottili. Ve ne sono di piccole dimensioni che paiono lampade spente appese sui tronchi degli alberi.
La specie più grande, la Nepenthes rajah , che appoggia le foglie direttamente sul terreno, possiede un enorme otre, lungo circa trenta centimetri, che può facilmente contenere due litri di liquido.
La Nepenthes è una pianta semi rampicante, dotata di viticci fogliari, foglie grandi e solitamente lanceolate.
La pianta nella prima fase del proprio sviluppo tende a crescere a “rosetta”, mentre nella fase adulta Nepenthes inizia la sua crescita a “liana”.

Le foglie adulte sono spesso divise in una base sessile o picciolata assottigliata, un picciolo (cirro) e una lamina (ascidio) con coperchio. Quando il coperchio è aperto, gli insetti sono attirati dal profumo e cadono all’interno, dove vengono sciolti dal liquido contenente pepsina, e assimilati dalla pianta.
La prima descrizione di tali piante venne fornita nel 1658 dal governatore del Madagascar, Étienne de Flacourt, il quale le diede il nome di Amramitico. Il nome attuale le venne dato da J. P. Breyne, nel 1689.
Nel 1874 J. D. Hooker e L. Tate rilevarono la presenza di enzimi nella pianta e dimostrarono il suo processo digestivo.index

Le Nepenthes sono piante carnivore che catturano le loro prede mediante meccanismi di ASCIDI O SIMILI derivanti dalla modificazione di alcune foglie.

Il lembo delle foglie modificate perde, in tutto o in parte, la sua forma per diventare una trappola che assume la funzione di catturare le piccole prede animali.
Gli ascidi delle Nepenthes vengono suddivisi in tre parti ben distinte. La parte superiore, il bordo della trappola, è detto peristoma, ed è la parte predisposta ad attrarre le prede.
La parte interna superiore degli ascidi è spesso, in molte specie, la zona più estesa della trappola. Questa parete è formata da diverse piccolissime squame, che rendono impraticabile la scalata verso l’esterno per le prede, che non faranno altro che scivolare e cadere all’interno dell’otre, dove si trova il liquido digestivo.360px-Nepenthes_phyllamorpha_DSC8693_c

La parte inferiore invece presenta una parete interna ricoperta da piccole ghiandole che secernono un liquido digestivo, molto somigliante a quello dello stomaco, col quale la pianta potrà liquefare le vittime. Le stesse ghiandole hanno poi la funzione anche di riassorbire le prede sciolte e digerite. Per impedire che tale liquido possa essere diluito dalle piogge, gli “ascidi” sono dotati di un coperchietto detto “opercolo”, che ha la funzione di impedire l’ingresso dell’acqua ma non delle prede.

La strategia di cattura di questo genere e’ analoga a quella delle Sarracenie. Esse attirano gli insetti grazie alla fragranza del nettare; questi scivolano poi sulle pareti dell’otre, rese ancor più pericolose dalla presenza di una superficie a scaglie cerose che ostacola la presa delle zampe, annullando ogni possibilità di scampo. Non appena un insetto cade nel liquido, dibattendosi per non affogare, provoca uno stimolo sulle ghiandole presenti lungo le pareti dell’otre, le quali cominciano a secernere una sostanza digerente. Si tratta di un acido talmente potente da ridurre una mosca in un involucro vuoto in qualche giorno, mentre un moscerino può sparire anche in poche ore. Il meccanismo e’ così efficiente che non soltanto gli insetti più piccoli sono preda di queste piante carnivore, ma anche scarafaggi, centopiedi e scorpioni. Si pensa siano in grado di digerire persino i topi. images

In genere gli Ascidi sono ripieni d’acqua ed il dispositivo che determina la morte e la decomposizione della preda ha un’importanza secondaria (tipico esempio e’ la Sarracenia e la Darlingtonia) in quanto molto spesso sia la morte che la decomposizione delle prede avviene ad opera della microflora batterica normalmente presente in queste strutture e non grazie ad enzimi secreti dalla pianta ma per la secrezione di acidi da parte dei batteri acido-resistenti che esse contengono.
Nelle tipiche piante carnivore non si ha una simbiosi con i batteri e la digestione della preda, che e’ sempre extracellulare, si ha grazie alla secrezione di enzimi proteolitici animali (pepsine, tripsine) associate per lo più alla secrezione di acidi (acido formico).
In alcune piante carnivore la secrezione degli acidi e degli enzimi e’ continua mentre in altre la secrezione si ha solo sotto lo stimolo della presenza della preda.
L’ascidio e’ a forma di brocca e pende da ogni foglia. Queste piante si presentano pertanto con foglie normali che alla loro estremità hanno una sorta di bicchiere che pende.

Sono piante che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli con ascidi che possono avere una capienza anche di due litri ed in natura spesso sono epifite vale a dire che posseggono solo radici aeree e crescono fissate agli alberi o sui detriti vegetali che utilizzano come supporto. Le vittime, attirate da una sostanza zuccherina, si appoggiamo sull’ascidio e scivolano sulle pareti interne dell’ascidio finendo all’interno dello stesso dove si trovano delle ghiandole che producono speciali enzimi per la digestione della preda. index

DISTRIBUZIONE E HABITAT
Queste piante vivono in ambienti umidi nelle foreste tropicali e sono molto diffuse in gran parte del Sud-est Asiatico, nelle Seychelles, in Madagascar, nelle isole Comore, in India, nello Sri Lanka e in Australia. È possibile trovarne alcune popolazioni anche nelle isole di Sumatra, Giava, nelle Filippine e in Nuova Guinea.220px-Nepenthes_distribution.svgTASSONOMIA

Nepenthes alata
Nepenthes rajah
Nepenthes ventricosa
Nepenthes lowii
Nepenthes macrophylla

Comprende le seguenti specie:
• Nepenthes adnata Tamin & Hotta ex Schlauer, 1994
• Nepenthes alata Blanco, 1837
• Nepenthes albomarginata Lobb ex Lindl., 1849
• Nepenthes ampullaria Jack, 1835
• Nepenthes andamana M.Catal.,2010
• Nepenthes argentii Jebb & Cheek, 1997
• Nepenthes aristolochioides Jebb & Cheek, 1997
• Nepenthes attenboroughii A.S.Robinson, S.McPherson & V.B.Heinrich, 2009
• Nepenthes bellii Kondo, 1969
• Nepenthes benstonei C.Clarke, 1999
• Nepenthes bicalcarata Hook.f., 1873
• Nepenthes bokorensis Mey,2009
• Nepenthes bongso Korth., 1839
• Nepenthes boschiana Korth., 1839
• Nepenthes burbidgeae Hook.f. ex Burb., 1882
• Nepenthes burkei Hort.Veitch ex Mast., 1889
• Nepenthes campanulata Kurata, 1973
• Nepenthes chang M.Catal.,2010
• Nepenthes chaniana C.Clarke, C.C.Lee & S.McPherson, 2006
• Nepenthes clipeata Danser, 1928
• Nepenthes danseri Jebb & Cheek, 1997
• Nepenthes deaniana Macf., 1908
• Nepenthes densiflora Danser, 1940
• Nepenthes diatas Jebb & Cheek, 1997
• Nepenthes distillatoria L., 1753
• Nepenthes dubia Danser, 1928
• Nepenthes edwardsiana Low ex Hook.f., 1859
• Nepenthes ephippiata Danser, 1928
• Nepenthes eustachya Miq., 1858
• Nepenthes eymae Kurata, 1984
• Nepenthes faizaliana Adam & Wilcock, 1991
• Nepenthes fallax G.Beck, 1895
• Nepenthes flava Wistuba, Nerz & A.Fleischm.,2007
• Nepenthes fusca Danser, 1928
• Nepenthes glabrata Turnbull & Middleton, 1984
• Nepenthes glandulifera C.C.Lee, 2004
• Nepenthes gracilis Korth., 1839
• Nepenthes gracillima Ridl., 1908
• Nepenthes gymnamphora Reinw. ex Nees, 1824
• Nepenthes hamata Turnbull & Middleton, 1984
• Nepenthes hirsuta Hook.f., 1873
• Nepenthes holdenii Mey, 2010
• Nepenthes hurrelliana M.Cheek & A.Lamb, 2003
• Nepenthes inermis Danser, 1928
• Nepenthes insignis Danser, 1928
• Nepenthes izumiae T.Davis, C.Clarke, & Tamin, 2003
• Nepenthes jacquelineae C.Clarke, T.Davis & Tamin, 2001
• Nepenthes jamban C.C.Lee, Hernawati & P.Akhriadi, 2006
• Nepenthes kerrii M.Catal. & T.Kruetr., 2010
• Nepenthes khasiana Hook.f., 1873
• Nepenthes klossii Ridl., 1916
• Nepenthes lamii Jebb & Cheek, 1997
• Nepenthes lavicola Wistuba & Rischer, 1996
• Nepenthes lingulata C.C.Lee, Hernawati & P.Akhriadi, 2006
• Nepenthes longifolia Nerz & Wistuba, 1994
• Nepenthes lowii Hook.f., 1859
• Nepenthes macfarlanei Hemsl., 1905
• Nepenthes macrophylla (Marabini) Jebb & Cheek, 1997 (Bas.: Nepenthes edwardsiana subsp.macrophylla)
• Nepenthes macrovulgaris Turnbull & Middleton, 1987
• Nepenthes madagascariensis Poir., 1797
• Nepenthes mantalingajanensis Nerz & Wistuba, 2007
• Nepenthes mapuluensis Adam & Wilcock, 1990
• Nepenthes masoalensis Schmid-Hollinger, 1997
• Nepenthes maxima Reinw. ex Nees, 1824
• Nepenthes merrilliana Macf., 1911
• Nepenthes micramphora V.Heinrich, S.R.McPherson, T.Gronemeyer & V.B.Amoroso, 2009
• Nepenthes mikei Salmon & Maulder, 1995
• Nepenthes mindanaoensis Kurata, 2001
• Nepenthes mirabilis (Lour.) Druce, 1916 (Bas.: Phyllamphora mirabilis)

Nepenthes mirabilis
Nepenthes mirabilis
Nepenthes rafflesiana
Nepenthes truncata

• Nepenthes mollis Danser, 1928
• Nepenthes muluensis Hotta, 1996
• Nepenthes naga Akhriadi, Hernawathi, Primaldhi & Hambali, 2009
• Nepenthes neoguineensis Macf., 1911
• Nepenthes northiana Hook.f., 1881
• Nepenthes ovata Nerz & Wistuba, 1994
• Nepenthes palawanensis S.McPherson, J.Cervancia, C.C.Lee, M.Jaunzems, Mey & A.S.Rob., 2010
• Nepenthes paniculata Danser, 1928
• Nepenthes papuana Danser, 1928
• Nepenthes peltata Sh.Kurata, 2008
• Nepenthes pervillei Bl., 1852
• Nepenthes petiolata Danser, 1928
• Nepenthes philippinensis Macf., 1908
• Nepenthes pilosa Danser, 1928
• Nepenthes pitopangii C.C.Lee, S.McPherson, G.Bourke & M.Mansur, 2009
• Nepenthes platychila C.C.Lee, 2002
• Nepenthes pyriformis Kurata, 2001
• Nepenthes rafflesiana Jack, 1835
• Nepenthes rajah Hook.f., 1859
• Nepenthes reinwardtiana Miq., 1851
• Nepenthes rhombicaulis Kurata, 1973
• Nepenthes rigidifolia Akhriadi, Hernawathi & Tamin, 2004
• Nepenthes robcantleyi Cheek, 2011
• Nepenthes sanguinea Lindl., 1849
• Nepenthes saranganiensis Kurata, 2003
• Nepenthes sharifah-hapsahii Adam & Hafiza, 2007
• Nepenthes sibuyanensis Nerz, 1998
• Nepenthes singalana Becc., 1886
• Nepenthes smilesii Hemsl., 1895
• Nepenthes spathulata Danser, 1935
• Nepenthes spectabilis Danser, 1928
• Nepenthes stenophylla Mast., 1890
• Nepenthes sumatrana (Miq.) G.Beck, 1895 (Bas.: Nepenthes boschiana var.sumatrana)
• Nepenthes suratensis M.Catal., 2010
• Nepenthes talangensis Nerz & Wistuba, 1994
• Nepenthes tenax C.Clarke & R.Kruger, 2006
• Nepenthes tentaculata Hook.f., 1873
• Nepenthes tenuis Nerz & Wistuba, 1994
• Nepenthes thai Cheek, 2009
• Nepenthes thorelii Lecomte, 1909
• Nepenthes tobaica Danser, 1928
• Nepenthes tomoriana Danser, 1928
• Nepenthes treubiana Warb., 1851
• Nepenthes truncata Macf., 1911
• Nepenthes veitchii Hook.f., 1859
• Nepenthes ventricosa Blanco, 1837
• Nepenthes vieillardii Hook.f., 1873
• Nepenthes villosa Hook.f., 1852
• Nepenthes vogelii Schuit. & de Vogel, 2002

Nepenthes ventrata

Ibridi e cultivar
Nel tempo sono stati selezionati molti ibridi e cultivar del genere Nepenthes. Alcuni tra i più conosciuti sono:
• N. × hookeriana (N. rafflesiana × N. ampullaria)
• N. × kinabaluensis
• N. × trusmadiensis (N. macrophylla × N. lowii)
• N. × alisaputrana
• N. ‘Coccinea’ ((N. rafflesiana × N. ampullaria) × N. mirabilis)
• N. ‘Gentle’ (N. fusca × N. maxima)
• N. ‘Judith Finn’ (N. veitchii × N. spathulata)
• N. ‘Miranda’ ((N. maxima × N. northiana) × N. maxima)
• N. ‘Mixta’ (N. northiana × N. maxima)
• N. ‘Ventrata’ (N. ventricosa × N. alata)
• N. ‘Velvet’

Nepenthes ventrata
Nepenthes ventrata

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COLTIVAZIONE

Per quanto riguarda le SPECIE più diffuse ne esistono circa 80 che vengono suddivise in due grandi gruppi:
lowland: specie di pianura che crescono a temperature calde ed in ambienti molto umidi sia di giorno che di notte
highland: sono le Nepenthes che crescono invece ad alta quota. Il loro luogo di origine sono le montagne asiatiche e le condizioni climatiche sono caldo di giorno e freddo la notte, quindi con forti sbalzi di temperatura e con elevata umidità ambientale.
In genere le piante che ritroviamo nei negozi specializzati appartengono al gruppo delle Iowland in quanto più semplici da coltivare nei nostri appartamenti o nei nostri climi.

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Per quanto riguarda la COLTIVAZIONE di queste piante carnivore, relativamente alle specie più diffuse (appartenenti al gruppo lowland), possiamo dire che non sono difficili da coltivare. Le Nepenthes appartenenti al gruppo highland presentano parecchi problemi di coltivazione in quanto è molto difficile riprodurre le loro condizioni naturali ed inoltre sono pressocchè introvabili.
Quelle di pianura sono le specie più rustiche, le quali si prestano molto bene alla coltivazione. Esse richiedono temperature comprese tra i 15° e i 25°, una buona illuminazione e un tasso di umidità elevato.
Le specie montane sono più difficili da coltivare. Esse richiedono una combinazione di fattori che sono appunto caratteristici delle zone montuose tropicali. Alto tasso di umidità, temperature tra i 18° e i 30°, e un continuo movimento d’aria. Molto importante è lo sbalzo di temperatura tra il giorno e la notte. Condizioni che diventano piuttosto difficili da trovare in ambiente domestico come anche in terrari o serre.

La specie più diffusa è la Nepenthes ventrata che è un ibrido ottenuto dall’incrocio tra la N. ventricosa e N. alata; l’ibrido ottenuto dall’incrocio tra N. maxima x Mixta con ascidi molto colorati e grandi.
Come abbiamo detto, le piante di Nepenthes, esigono particolari condizioni che, per alcuni aspetti, non corrispondono esattamente alle regole standard della coltivazione delle piante carnivore. In generale possiamo dire che coltivare una nepenthes, rispetto alle altre piante, e’ difficile ed impegnativo ma sicuramente anche molto piu’ soddisfacente.

I fattori fondamentali per la coltivazione delle Nepenthes sono:
1- TEMPERATURA
2- COMPOSTO
3- ANNAFFIAMENTO
4- UMIDITA’
5- ESPOSIZIONE
6- NUTRIZIONE
La considerazione sulla quale occorre basarci e’ il fatto che le Nepenthes sono piante epifite tropicali.

TEMPERATURA

La Nepenthes è una pianta che può essere allevata anche all’aperto durante la bella stagione ma durante l’inverno è opportuno riportarla dentro casa in quanto, essendo una pianta tropicale, mal si adatta a temperature troppo basse. Infatti i margini di temperatura entro i quali tali piante vegetano bene sono tra i 15-25°C.
Da ciò ne deriva che la temperatura dovrà essere sempre piuttosto elevata.
La temperatura dovrà rimanere all’interno di questo intervallo di tempo per tutto l’anno.
Innanzitutto c’è da dire che richiedono vasi di piccole dimensioni in quanto il loro apparato radicale è estremamente ridotto.

COMPOSTO
Anche il composto sul quale cresceranno merita una particolare considerazione: prima di tutto, a differenza delle altre piante carnivore, le nepenthes non possono crescere in un composto basato primariamente di torba, poichè questa, se in eccesso, ne inibisce la crescita. A quanto pare il composto ideale sembra essere costituito da 2 parti di corteccia per orchidee, 2 parti di agriperlite (o sabbia silicea) ed 1 parte di torba (importante non eccedere).
Il composto dovrà anche essere costantemente umido ma a ciò NON bisogna provvedere con il tradizionale metodo del “letto d’acqua”: occorre quindi annaffiare costantemente la pianta dall’alto, almeno una volta al giorno onde mantenere sempre umido il terreno.

Il substrato ideale è composto dunque da una percentuale del 50% di torba acida di sfagno per carnivore e 50% di perlite oppure da 50% di torba acida di sfagno, 25% di perlite e 25% di bark, ovvero corteccia di abete rosso (Picea abies) e di Pseudotsuga douglasii, che serve per alleggerire il terreno e per consentire un buon passaggio d’aria tra le radici, permettendo una crescita più rapida della pianta. Il bark, inoltre, rilascia nel tempo una quantità minima di sostanze che costituiscono nutrimento per la pianta. Volendo, si può integrare il composto con un 10% di vermiculite, un minerale che contribuisce a trattenere l’umidità e permette una maggior simulazione del terreno dal quale hanno origine le Nepenthes. Tale terreno, infatti, è ricco di alcuni componenti minerali che forniscono ioni utili alle sviluppo.

ESPOSIZIONE
In generale queste piante richiedono buona illuminazione e gradiscono, a seconda della specie, il sole diretto per qualche ora al giorno, non nelle ore più calde, soprattutto nelle giornate estive.

UMIDITA’
Un fattore molto importante per la coltivazione delle Nepenthes è l’umidità: crescere una Nepenthes in un ambiente secco e ventilato e’ praticamente impossibile. Pertanto bisogna provvedere a fornire un ambiente molto umido e a bassissima ventilazione: questo significa un ambiente con umidità relativa possibilmente non inferiore all’ 80% e ad una circolazione d’aria assai ridotta.
Per questo scopo la coltivazione in terrario è perfetta e, anzi, se questo è abbastanza grande, si dimostra il miglior luogo di coltivazione delle Nepenthes.
Riesce bene anche la coltivazione in serra, purchè questa sia costantemente riscaldata anche in inverno e si provveda a mantenerne alta l’umidità relativa.
Una coltivazione all’aperto della Nepenthes, come già detto, è pressochè impossibile, a patto che non venga posizionata in un luogo poco ventilato e si provveda giornalmente ad irrorarla con un nebulizzatore.
Le annaffiature devono essere abbondanti ed è fondamentale usare o acqua demineralizzata o piovana in quanto l’acqua calcarea non è gradita.
Sono da evitare i ristagni di acqua nel sottovaso che alla lunga potrebbero portare a marciumi dell’apparato radicale. Nebulizzazioni giornaliere gioveranno alla crescita, ma non sono indispensabili. Vi sono pareri discordi sulla concimazione ma in linea generale la tendenza è di evitarla, in quanto la pianta trarrebbe sufficiente nutrimento dagli insetti catturati che comunque non sono indispensabili per la crescita di questa pianta.
Un altro aspetto importante è l’umidità ambientale che deve essere elevata con frequenti nebulizzazioni, effettuate la mattina, in modo che alla sera la pianta sia asciutta.

MOLTIPLICAZIONE
Si moltiplica mediante divisione della pianta.

FERTILIZZAZIONE
Per concludere, un parametro che necessita di un certo approfondimento è quello relativo alla nutrizione. Anche in questo caso le Nepenthes si differenziano dalle altre piante carnivore: queste infatti possono beneficiare di alcuni particolari trattamenti di fertilizzazione e di nutrizione, benchè sia ancora da accertare come, quando e quali siano i migliori sistemi di nutrizione.
Secondo Adrian Slack, ad esempio, le Nepenthes traggono beneficio da un’applicazione settimanale di un fertilizzante diluito ad alto contenuto di azoto, mentre altri coltivatori americani utilizzano con successo il noto (e da noi non reperibile) “Superthrive”.
Io, attualmente, sto sperimentando con un certo successo l’applicazione di sangue secco animale (molto ricco di azoto) sciolto in acqua. Debbo però ancora verificare quanto sia di beneficio per la pianta e quali siano i migliori dosaggi.

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Nepenthes xDyeriana

Nepenthes x Dyeriana

NEPENTHES HAMATA

foto by Karnivoren

.Nepenthes Raja

Nepenthes veitchii x lowii

foto Kosmos der Pflanzen

Nepenthes Sibuya x Ampul Red