ILLUMINAZIONE TERRARIO – SISTEMI E ALTERNATIVE

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Illuminazione dei terrari, sistemi e alternative.

Quando si prepara un terrario, generalmente si focalizza l’attenzione sulle dimensioni dello stesso, sul tipo di substrato, sull’arredamento e sulla temperatura necessaria. La qualità della luce è spesso un parametro trascurato, la cui importanza passa in secondo piano. Questo piccolo approfondimento ci darà dettagli tecnici più precisi circa l’importanza della luce nella riproduzione dei nostri animali, e in particolar modo riguardo la radiazione ultravioletta.

Per supplire alle necessità di illuminazione e riscaldamento di molti animali, in commercio troviamo svariati prodotti; analizziamoli uno per uno:

LAMPADE SPOT

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Queste lampade, oltre che nei negozi specializzati –dove vengono proposte a caro prezzo perché contenute in una scatola riportante il disegno di un rettile-, si possono tranquillamente trovare a pochi euro in grossi supermercati/ferramenta di fiducia, a cui basta chiedere una “lampada spot”.
La particolarità di questa lampada è di presentare i fianchi ricoperti da uno smalto trasparente, in modo che quasi la totalità di luce e calore venga riflessa esclusivamente verso la parte frontale, e non in tutte le direzioni come una lampadina normale.

Si trovano a wattaggi superiori ai 28w. Presentano un normale attacco a vite E27.

Può essere dimmerata senza problemi, quindi può essere collegata a termostati proporzionali, SE non costituisce l’unica fonte luminosa del terrario. Non possono essere collegate a termostati on/off o ad impulsi.

  • GU10

Un’alternativa per sauri di piccola taglia, in quanto offrono un cono di luce molto ristretto, può essere data dai faretti alogeni “GU10”, caratterizzati dal particolare attacco a baionetta. Si trovano a partire dai 35w.
Sorvoliamo sui faretti alogeni a 12volt, in quanto praticamente inutilizzati in ambito terraristico, anche se potrebbero garantire interessanti sviluppi futuri.

Può essere dimmerata senza problemi, quindi può essere collegata a termostati proporzionali, SE non costituiscono l’unica fonte luminosa del terrario. Non possono essere collegate a termostati on/off o ad impulsi.

  • LAMPADE IN CERAMICA

Disponibili in varie forme e potenze –solitamente non inferiori ai 50w-, queste lampade hanno la caratteristica di non emettere luce visibile, ma solo calore. Possono quindi essere utilizzate come fonte di calore notturna in quei terrari che altrimenti di notte raggiungerebbero temperature troppo basse per il benessere della specie (come fonte di calore diurna, almeno per quanto riguarda le fonti dall’alto, è bene fare affidamento su lampade che presentino anche radiazione luminosa).

A causa dell’elevata temperatura che raggiungono è consigliato l’utilizzo di un portalampada in ceramica (attacco E27), eventualmente abbinato a un riflettore.

Presentano una resistenza interna molto più robusta rispetto le lampade classiche; è quindi possibile collegarla a qualsiasi tipo di termostato (on/off, proporzionale, ad impulsi).

  • LAMPADE INFRAROSSI

Anche qui, svariate forme e potenze (non inferiori ai 50w). Come già anticipato, non lasciarsi assolutamente indurre all’acquisto di questo accessorio inutile: non sono altro che lampade con un vetro rosso, che emettono quindi luce rossa, assolutamente innaturale per l’animale.
Sfatiamo poi la leggenda che vanno bene come lampada notturna: provate voi a dormire con questa lampada puntata addosso, poi diteci se emettono o meno luce visibile.

Da evitare.

 

  • NEON EFFETTO GIORNO

Neon reperibili comunemente nei supermercati, ferramenta etc. Eventualmente definiti come “neon daylight”.
Emettono luce bianca con emissione di raggi UV-a, nessuna emissione di UV-b e calore trascurabile: utili solo per illuminazione integrativa nel caso di grandi terrari.

Necessitano di starter esterno; non termostatabili/dimmerabili. Possibile il collegamento solo tramite timer.

  • NEON UV-b

Prodotto appositamente per rettili, si trova nei negozi specializzati o –eccezionalmente- in alcune catene di brico.
Disponibili in diversi formati e wattaggi (proporzionali alla lunghezza).
Emettono una buona quantità di UV-a e una percentuale inferiore di UV-b, solitamente 2%, 5% o 10%.
Non emettono calore: necessario l’abbinamento con lampada spot.

NB: L’emissione di UV-b presenta livelli accettabili solamente entro 30cm di distanza dalla lampada; oltre questa distanza l’efficacia si azzera rapidamente.

NB2: Vanno sostituiti ogni 6 mesi di utilizzo a causa della diminuzione di emissione di UV-b: dopo tale intervallo di tempo l’emissione di UV-b non è più sufficiente per i bisogni dell’animale. Eventualmente sostituibili ad un neon daylight, con il solo fine di illuminare ulteriormente il terrario e di irragiare in percentuale minima.

Necessitano di starter esterno; non termostatabili/dimmerabili. Possibile il collegamento solo tramite timer.

  • LAMPADE UV COMPATTE

Reperibili esclusivamente nei negozi specializzati; nonostante la forma identica, sono ben diverse dalle comuni lampade fluorescenti compatte a risparmio energetico (CFL), in quanto presentano un’emissione di UV-b, solitamente 2/5/10%.
Sono una sorta di neon UV attorcigliato su se stesso: non emettono calore. Necessario quindi l’abbinamento con lampada spot.

Disponibile in due forme: “a U” (prima immagine) o “a torciglione”. Essendo l’emissione di luce e di uv perpendicolare all’asse del tubo, la prima va assolutamente montata orizzontalmente; la seconda anche verticalmente. L’abbinamento a un riflettore a parabola migliora la riflessione della radiazione UV dove più necessaria: verso il basso.

NB: L’emissione di UV-b presenta livelli accettabili solamente entro 30cm di distanza dalla lampada; oltre questa distanza l’efficacia si azzera rapidamente.

NB2: Vanno sostituiti ogni 6 mesi di utilizzo a causa della diminuzione di emissione di UV-b: dopo tale intervallo di tempo l’emissione di UV-b non è più sufficiente per i bisogni dell’animale.

Non necessitano di starter –contenuto nella basetta-; attacco a vite E27.
Non termostatabili/dimmerabili. Possibile il collegamento solo tramite timer.

  • LAMPADE AI VAPORI DI MERCURIO – HQL

Queste lampade, denominate anche HQL, emettono una gran quantità di calore, UV-b e UV-a. Reperibili solamente nei negozi specializzati, presentano potenze elevate (sopra i 100w) a causa della scarica necessaria all’accensione della stessa.

Necessario un attacco E27 in ceramica a causa dell’elevato calore emesso.

NB: Attenersi alle istruzioni contenute nella confezione per quanto riguarda la distanza di posizionamento dall’animale; tendenzialmente si fa riferimento a una distanza di 40cm da terra; oltre questa distanza l’efficacia si azzera rapidamente.

NB2: Vanno sostituite ogni 12 mesi di utilizzo a causa della diminuzione di emissione di UV-b: dopo tale intervallo di tempo l’emissione di UV-b non è più sufficiente per i bisogni dell’animale.

Non termostatabili/dimmerabili. Possibile il collegamento solo tramite timer.
[INDENT=4]Piccola parentesi: E’ possibile trovare in vendita lampade HQL non apposite per rettili, caraterizzate dal vetro bianco e dalla forma a uovo.

Queste lampade, decisamente più economiche e dai wattaggi inferiori (a partire dai 50w) di quelle specifiche per rettili, non sono però adatte ai nostri animali: presentano una forte emissione di calore, ma nulla di UV-b. Sono le lampade che solitamente si trovano installate nei lampioni stradali.

  • LAMPADE AGLI ALOGENURI METALLICI – HID

Solar raptor eBright sun sono le marche più famose; solo ultimamente si comincia a vederne in giro di non marchiate, a prezzi quindi più economici.

Queste lampade sono quelle che presentano un’emissione più vicina a quella solare, con calore, UV-a e UV-b perfettamente bilanciati.

Rispetto alle lampade ai vapori di mercurio, di cui costituiscono l’evoluzione, hanno il grosso vantaggio di essere disponibili dalla potenza di 35w; sono quindi utilizzabili anche in terrari dalle dimensioni inferiori rispetto alle minime necessarie per l’installazione di una HQL.

Sono disponibili HID di tipo “spot” o “flood“, la cui differenza si riassume nell’ampiezza del cono di luce emessa: più concentrato per laspot, un po’ più largo e diffuso nella flood. E’ consigliato quindi ripiegare sulla flood nel caso di animali di dimensioni importanti, mentre per animali di piccole dimensioni, che non hanno grossi problemi nello star dentro il cono di luce emesso dalla lampada, va bene anche la tipologia spot.
Un’ulteriore distinzione si può riscontrare tra “jungle” e “desert“. Come già il nome suggerisce, le jungle presentano un’emissione di UV-b (seppur di ottima qualità) in quantità minore rispetto alle desert.

L’unica pecca consiste –oltre al prezzo, attualmente più elevato rispetto alle concorrenti- nella necessità di un accenditore esterno.
Bisogna comunque considerare il fattore risparmio dovuto sia ai minori consumi di questa lampada rispetto a una vapori di mercurio, sia alla durata doppia di tale lampada.

A causa dell’accenditore esterno non sono termostatabili/dimmerabili. Possibile il collegamento solo tramite timer.

Attenersi alle istruzioni contenute nella confezione per quanto riguarda la distanza di posizionamento dall’animale; tendenzialmente si fa riferimento a una distanza di 50cm di distanza da terra; oltre questa distanza l’efficacia si azzera rapidamente.

Alcune misurazioni hanno mostrato che dopo un utilizzo medio di 8 ore giornaliere per 12 mesi consecutivi, presentano ancora un emissione di UVB tutt’altro che scarsa (superiore ai neon 5.0 nuovi); è però consigliabile abbassare le lampade di qualche cm in modo da avvicinarle al punto basking.
Indicata la sostituzione dopo 14-16 mesi, in base alle ore di accensione giornaliere.
NB: L’accenditore non ha scadenza, è sufficiente sostituire la lampada.

  • LAMPADE NOTTURNE

Consigliate dal venditore “per poter osservare l’’animale durante la notte”, non sono altro che lampade di modesto wattaggio dotate di un vetro oscurato. Luce ne emettono eccome: come vi permettono di osservare l’’animale, allo stesso modo l’’animale percepisce questa luminosità anomala in un momento –la notte- in cui dovrebbe essere buio.
Assolutamente da evitare.

  • LAMPADE A LED

Emissione di calore e UV assenti: queste lampade non danno nessun beneficio dimostrato all’animale.
Se intenzionati a provvedere semplicemente a una fonte di illuminazione generale per il terrario, meglio ripiegare su neon classici, che emettono luce e radiazione UV-a, che andranno a soddisfare le esigenze dei nostri ospiti.
Buone solo per le piante.

APPROFONDIMENTI:

La luce è un parametro spesso sottovalutato, ma importantissimo, in diverse funzioni vitali di molti sauri e cheloni.
Le lampade, sia spot che uvb, vanno collocate sul soffitto del terrario, assolutamente non su di un lato verticale: i sauri sono provvisti di opportune arcate sopraccigliari che vanno a riparare la parte più sensibile dell’animale, gli occhi, da radiazione proveniente dall’alto, non da basse angolazioni.

Le lampade UV compatte e i neon vanno posti a una distanza compresa tra i 35cm e i 20 cm dall’animale; oltre questi valori, da una parte la loro efficacia è praticamente nulla; dall’altra presentano intensità troppo elevata.

Necessario aggiungere una nota per quanto riguarda i grossi cheloni, per i quali sono consigliate lampade agli alogenuri metallici: vanno collocate a una distanza compresa tra i 30 e i 50 cm dall’animale.
A causa delle dimensioni dell’animale, bisogna prestare particolare attenzione ad effettuare questa misura non dal livello del suolo, bensì dall’apice del carapace.
Sottovalutare questo aspetto significherebbe offrire all’animale una temperatura di basking ottimale a livello del suolo, ma con temperature sensibilmente troppo elevate 20 cm più in alto, rischiando ustioni anche gravi.

ILLUMINAZIONE NEI SETUP DEI DIFFERENTI ANIMALI

Quanto riportato in seguito tratta esclusivamente di cenni utili alla trattazione; si consiglia di integrare con le nozioni comunque presenti in ogni sezione tematica.

Cheloni: necessitano di fonte di uv-b e calore; si può usare allo scopo un abbinamento spot+uv compatta, spot+neon uv o, soluzione ottimale, lampade agli ioduri metallici. Le lampade ai vapori di mercurio sono man mano soppiantate da quest’ultime a causa dei wattaggi troppo elevati. Consigliato il posizionamento della lampada in un riflettore.

NB: per i cheloni di grosse dimensioni prestare attenzione alle temperature non al suolo, bensì quelle raggiunte alla sommità del carapace.
NB2: Importante montare i neon UV SENZA l’eventuale tubo in plastica in dotazione di molti portaneon, perché andrebbe ad assorbire la totalità della radiazione UV-b emessa.

Iguana: un animale di simili dimensioni deve avere a disposizione un terrario molto spazioso. Per questo motivo spesso un solo punto spot può non essere sufficiente.
Consiglio il posizionamento di 2 lampade ai vapori di mercurio –o meglio, agli ioduri metallici- affiancate, in modo da offrire un irragiamento che possa coprire l’intero corpo dell’’animale.

A seconda delle dimensioni del terrario andranno poi posizionati uno o più neon –montati su di un riflettore a parabola- che lo illuminino per l’intera lunghezza; vista la differenza di costo tutto sommato limitata si può installare neon con emissione UV-b.

NB: viste le abitudini arboricole di questo animale, importantissimo far sì che sia lampade che neon siano protetti dall’animale; realizzate una sorta di gabbia metallica con rete zincata di spessore non inferiore a 2mm (maglie anche di 2 x 1 cm) che circondi le lampade. Presso negozi specializzati si possono trovare in vendita riflettori per lampade uv già dotati di una griglia metallica di protezione inferiore.
NB2: Importante montare i neon UV SENZA l’eventuale tubo in plastica in dotazione di molti portaneon, perché andrebbe ad assorbire la totalità della radiazione UV-b emessa.

Camaleonti: a causa della facilità con cui questi animali tendono ad ustionarsi, è bene provvedere a fonti di calore e uv-b distinte: la lampada spot andrà posizionata in alto, a una distanza tale da garantire le corrette temperature; l’uv-b (in forma compatta o neon lineare) andrà posizionata alla distanza consigliata nella confezione per garantire il miglior irraggiamento all’’animale.

Il resto lo trovate ben approfondito a questo link:
http://test.sanguefreddo.net/old_site/showthre…Le-temperature

NB: Importante montare i neon UV SENZA l’eventuale tubo in plastica in dotazione di molti portaneon, perché andrebbe ad assorbire la totalità della radiazione UV-b emessa.

Gechi notturni: Se la dieta viene integrata con la corretta quantità di calcio+D3, si può anche evitare la fonte di UV-b per tali animali. In ogni caso una lampada al 2% di emissione male non fa, specie per i giovani e per femmine gravide o dopo la deposizione.

Gechi diurni:A causa della loro attività diurna, questi animali hanno bisogno di un’emissione costante di UV-b. Consigliate lampade compatte o neon lineari.
A causa della natura arboricola di tali animali la percentuale di emissione di UV-b deve essere compresa tra il 2 e il 5%.
NB: viste le abitudini arboricole di questi animali, importantissimo far si che gli spot siano protetti dall’animale; realizzate una sorta di gabbia metallica che circondi le lampade o, meglio ancora, posizionatele sulla griglia metallica sul lato superiore del terrario.

Altri sauri: Con questi animali il primo passo sarà quello di andare a studiare il luogo di provenienza e le abitudini dell’animale: ovvio che uno scinco fossorio avrà necessità ben diverse rispetto un agamide deserticolo. La percentuale di UV-b necessaria andrà quindi valutata in base a questi parametri.
Come per tutti i sauri diurni, la fonte di calore e di UV-b devono provenire da uno stesso punto; non va bene posizionare lo spot a un’estremità del terrario, e una compatta uv all’estremità opposta.

  • Piccolo approfondimento pseudo-tecnico: COS’E’ LA LUCE?

La luce altro non è che un’onda elettromagnetica le cui caratteristiche sono determinate da un parametro chiamato lunghezza d’onda, che identifica la distanza tra due consecutivi picchi d’onda.
Le onde elettromagnetiche vengono definite in base a intervalli di lunghezza d’onda crescente: troviamo in ordine raggi gamma, raggi x, ultravioletti, luce visibile, infrarossi, microonde, onde radio.

Il sole emette verso la Terra una grande quantità di energia suddivisa tra tali lunghezze d’onda. La maggior parte di loro sono riflessi, assorbiti o attenuati dall’atmosfera. Citiamo in particolar modo l’importanza dello strato di ozono nella riflessione verso lo spazio di quasi la totalità delle onde UV-c ricevute dal sole.
Tra queste onde, l’occhio umano è in grado di percepire solamente una frazione denominata “luce visibile”, di lunghezza d’onda compresa tra 400 e 700 nm.

Ad entrambi gli estremi di questo piccolo intervallo di “luce visibile” si trovano due ulteriori categorie di radiazioni molto importanti per i rettili:

  • L’infrarosso

(IR), ha una banda di frequenza dello spettro elettromagnetico compresa tra i 700nm e 1mm. Successiva quindi a quella del rosso dello spettro visibile, ragione per cui è errato definire le lampade a vetro rosso come “lampade infrarossi”. Questa radiazione è percepibile dall’uomo solo sotto forma di calore.
Invisibile per l’uomo, ma non per alcuni rettili dotati di organi termosensibili (pitoni, serpenti a sonagli, …).
In fisica viene associata con il concetto di energia termica, in quanto ogni corpo con una temperatura superiore allo zero assoluto emette radiazioni in questa lunghezza d’onda, avvicinandosi man mano allo spettro del visibile al crescere della temperatura.

  • L’ ultravioletto
  1. La radiazione ultravioletta (UV) è suddivisi in tre categorie, sempre in base alla loro lunghezza d’onda. Ordinate con lunghezza d’onda decrescente -quindi con energia specifica crescente- troviamo UV-A (315-400 nm), UV-B (280-315 nm) e UV-C (100-280 nm). UV-c, quasi totalmente filtrata dall’atmosfera, sono estremamente tossici per tutti gli esseri viventi. Emblematico il loro utilizzo nelle lampade germicide, dove si sfrutta la loro capacità di modificare DNA o RNA di batteri e virus, impedendone quindi la riproduzione.
  2. UV-B : necessari per la sintesi della vitamina D3 nella pelle. Questa vitamina -essenziale per la corretta mobilizzazione del calcio nel corpo- è vitale per il metabolismo dell’animale, in particolar modo durante i periodi di crescita.
  3. UV-a : sono percepibili all’occhio di molti rettili e sono essenziali per una buona percezione dei colori.

Piccolo approfondimento pseudo-tecnico: UV-B e Vitamina D3.

Una delle funzioni della vitamina D3 nel corpo è quella di mantenere costante la concentrazione di calcio nel sangue controllando il suo assorbimento da parte dell’intestino.

Senza vitamina D3, il calcio nella dieta -anche ingerito in grandi quantità- verrà espulso dal corpo. Mentre i mammiferi sono in grado di trasformare la vitamina D2, presente nelle piante, in vitamina D3, i rettili non ne sono in grado. I rettili carnivori, nel caso si nutrano ad esempio di roditori interi, possono trovare vitamina D3 nel fegato della loro preda; si parla quindi di apporto di vitamina D3 esogeno.

Data l’assenza di vitamina D3 in insetti e piante, i rettili vegetariani e insettivori hanno un solo modo per procurarsene: sintetizzarla da sé nella loro pelle sotto l’azione dei raggi UV b; è allora un contributo endogeno chiamato fotoconversione cutanea di vitamina D3 tramite UV-b.

La pro-vitamina D3, naturalmente presente nella pelle dei rettili, sotto l’azione degli UV-b si trasforma in pre-vitamina De, che a sua volta –sotto l’azione degli infrarossi- si trasforma in vitamina D3.
Una carenza di calcio nella dieta si tradurrà in una diminuzione del calcio nel sangue. La vitamina D3 tenterà di aumentare il calcio nel sangue prendendolo dove presente, quindi in un primo momento nei muscoli -visibile in particolar modo come tremori dell’animale-, poi nelle ossa, causando un serio indebolimento dello scheletro dell’animale (MOM, osteodistrofia e osteofibrosi).

NOTA BENE:
I rettili insettivori e vegetariani devono necessariamente essere esposti ogni giorno a sorgenti di radiazione UV-B per riuscire a sintetizzare la vitamina D3, del tutto assente nella loro dieta. In assenza di questa vitamina, questi animali sono incapaci di assorbire il calcio dalla loro dieta e quindi di crescere correttamente.

Potrebbe sembrare conveniente fornire un’abbondante integrazione di vitamina D3 nella dieta dell’animale, evitando invece l’utilizzo di fonti di UV-b. Anche se attraente, questa pratica può portare a seri problemi metabolici se la vitamina è apportata in quantità troppo elevate o troppo basse, ed è quindi utile consigliarla solo per animali notturni, che quindi anche in natura ricevono una scarsa dose di radiazioni UV-b dal sole.

a cura di Oppio & Sfn Staff

In collaborazione con www.sanguefreddo.net