Epipedobates anthonyi
(Noble, 1921)
Etimologia
Il nome fa riferimento allo studioso H.E.Anthony,che per primo si interessò alla specie in una provincia dell’Ecuador.
Fino al 2004 questa specie era commercializzata e conosciuta con il nome di Epipedobates tricolor e ancora adesso in molti documenti è così riconosciuta.
In realtà le queste due specie sono state separate sia su base morfologica che genetica.
Distribuzione
L’area di distribuzione di questa specie è rappresentata da una regione a Sud-Ovest dell’Equador, comprendente le provincie di El Oro, Azuay e Loja, ma molto probabilmente l’areale totale si estende ben oltre queste regioni, spingendosi a sud fino ai confini con il Perù.
Vive in zone che vanno dal livello del mare, fino ai quasi 1800 m. dei pendii vicini.
Descrizione
Animale di media taglia (2-2.5 cm), Epipedobates anthonyi rappresenta una tra le più piccole rane del gruppo. La colorazione caratteristica è rappresentata da un colore rosso mattone di base, sul quale spiccano tre linee longitudinali bianco sporco, una dorsale e due dorso laterali. Spesso la linea dorsale è interrotta a livello del muso dando origine ad una caratteristica macchia bianca apicale.
Come per molte altre specie, anche per questa sono presenti delle varianti geografiche (morph), dovute ad evoluzione e riproduzioni avvenuti in isolamento genetico.
Il dimorfismo sessuale appare quasi assente, anche se spesso i maschi si presentano più snelli e le femmine più “rotonde”. Abbiamo imparato però a nostre spese che non sempre è così, animali che ritenevamo femmine a causa dell’abbondante, per non dire eccessivo, addome, inseriti in un terrario con più maschi hanno iniziato a cantare nell’arco di 5 minuti.
Avere una certezza quindi sul sesso di animali di questa specie è possibile solo con animali in età adulta e solo in seguito all’osservazione del loro comportamento ; meglio ancora osservando i canti dei maschi (dato che cantano spesso e volentieri).
Nonostante ciò questa specie tollera tranquillamente temperature sia più calde (fino ai 28-29°C), che più fredde (passa tranquillamente l’inverno a 18°C).
Chiaramente temperature vicine al limite massimo influiscono sulla qualità delle riproduzioni e sul metabolismo degli animali, che appare accelerato, mentre temperature troppo fredde hanno effetto contrario, ovvero rallentano il metabolismo e rendono gli animali decisamente poco attivi.
- Umidità:
L’umidità va mantenuta medio-alta, intorno al 70-80%.
- Terrario:Il terrario minimo per questa specie deve essere almeno un cubo di 40 cm di lato, in cui poter ospitare 3-4 esemplari. Per gruppi più numerosi le dimensioni devono salire, a volte anche considerevolmente qual’ora si decidesse di tenere più maschi assieme. Questo perché i maschi sono abbastanza territoriali e tendono a ritagliarsi il proprio spazio all’interno del terrario. Ogni modo non ingaggiano mai vere lotte, ma sfogano la loro territorialità a livello canoro, possedere infatti 2-3 maschi insieme equivale a sentirli cantare praticamente tutto il giorno, a partire dalle prime luci che filtrano nella stanza, fino alla completa oscurità alla sera.
Alimentazione
Epipedobates anthonyi è come molte specie del suo gruppo un animale famelico, al momento del pasto si fa decisamente spavalda arrivando a mangiare sotto gli occhi dell’allevatore.
Accetta buona parte dei cibi possibili, dalle drosophyle, ai collemboli, ai microgrilli e a volte anche piccole tarme della farina o del miele. Chiaramente benché di bocca buona , il cibo dovrà essere proporzionato alla dimensione dell’animale.
Riproduzione
Specie molto prolifica, produce ovature che possono raggiungere le 30 e più uova.
Se l’alimentazione è buona e le femmine sono in salute, in poco tempo risponderanno agli insistenti trilli del maschio seguendolo nel sito di deposizione da lui prescelto. Questo nella maggioranza delle volte è rappresentato da una superficie liscia e pulita, come può essere una foglia.
La deposizione può durare abbastanza, dato l’elevato numero di uova, e una volta fecondate il maschio se ne prenderà cura provvedendo continuamente a mantenerle idratate.
Sono stati osservato alcuni esemplari deporre in prossimità dei neon, su foglie perennemente asciutte e a temperature insolitamente alte, ebbene anche in questi casi il maschio è riuscito a mantenerle idratate al punto tale da non compromettere lo sviluppo dei girini.
Dopo 12-14 giorni dalla deposizione i girini cominciano a schiudere e il maschio li carica sul dorso per portarli in acqua.
Questi non presentano fenomeni di cannibalismo e possono essere tranquillamente allevati in un’unica vasca, alimentandoli con spirulina liofilizzata e cibo in polvere per avannotti, ponendo però attenzione alla pulizia dell’acqua dato l’elevato mero di individui.
Dopo circa due mesi avviene la metamorfosi, che presenta una peculiarità, ovvero è decisamente veloce, infatti appena spuntano le zampe anteriori i piccoli vanno prontamente trasferiti in una scatola con una rampa che permetta loro la fuoriuscita.
Di pari passo molto veloce è anche il riassorbimento della coda, dopo di che i piccoli vanno alimentati inizialmente con collemboli e poi con Drosophyla melanogaster.
Epipedobates anthonyi “Río Jubones”
Epipedobates anthonyi “Río Saladillo”
Epipedobates anthonyi “Río Saladillo” Prov. El Oro, Ecuador
Epipedobates anthonyi “Tierra Alta”
Epipedobates anthonyi “Buena Esperanza”
Epipedobates anthonyi “Buena Esperanza” Prov. El Oro, Ecuador
Epipedobates anthonyi “Zarayunga”
Epipedobates anthonyi “pac cha”
foto David Sambrée
in collaborazione con:
www.ranitomeya.weebly.com
https://youtu.be/SuK-yCihXio
https://youtu.be/0f4WJD4oEWs
https://youtu.be/XY9ZZdwrRaQ