CATTLEYA

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Classificazione Cronquist

Dominio Eukaryota

Regno Plantae

Divisione Magnoliophyta

Classe LiliopsidaCattleya_labiata_rubra_schuller

Ordine Orchidales

Famiglia Orchidaceae

Sottofamiglia Epidendroideae

Tribù Epidendreae

Sottotribù Laeliinae

Genere Cattleya Lindl., 1824

Classificazione APG

Ordine Asparagales

Famiglia Orchidaceae

Cattleya Lindl., 1824 è un genere di piante epifite appartenente alla famiglia delle Orchidaceae e originario dell’America tropicale; è tra le orchidee maggiormente reperibili in commercio e tra le più note. Il suo nome deriva da William Cattley, famoso collezionista di orchidee anglosassone.

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Al genere Cattleya appartengono piante originarie delle zone tropicali del centro e del sud America.

DESCRIZIONE
Il genere comprende circa 60 specie per lo più EPIFITE ed in piccola parte LITOFITE a sviluppo SIMPODIALE , con pseudobulbi di lunghezza variabile da pochi centimetri al metro che portano alla loro estremità una o due foglie sessili, di consistenza cuoiosa e spesse.

Gli steli (pseudobulbi) sorgono uno dopo l’altro da un fusto rizomatoso a portamento orizzontale.
Le infiorescenze sono, in quasi tutte le specie (con qualche rara eccezione), terminali e sono costituite da 2 a 10 fiori peduncolati che si sviluppano all’apice dello stelo.

Il fiore è grande ed i petali ed i sepali sono generalmente dello stesso colore mentre il labello, molto sviluppato, Cattleya×hardyanaha i bordi ondulati, sfrangiati e ornato di vistose macchie con colori spesso molto diversi dal resto del fiore.
Il fiore, come in tutte le orchidee, ha una sola antera che contiene degli organi di forma ovale/tondeggiante che contengono il polline riunito in masserrelle dette pollinodi che nella Cattleya sono otto di cui quattro sterili.

Le diverse specie sono spesso molto diverse tra loro ed hanno pertanto generato non pochi problemi nella loro classificazione fino a quando non si è deciso di classificarle semplicemente in monofoliate e le bifoliate:

• le monofoliate, sono quelle che sviluppano una sola foglia ed hanno la particolarità di fare fiori un po’ più grandi delle bifoliate ed in numero inferiore;
• le bifoliate portano da due e alle volte anche tre foglie.
Le Cattleya sono piante molto rustiche e non hanno esigenze particolari in fatto di coltivazione.

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CICLO VEGETATIVO
Le Cattleya hanno un fusto rizomatoso che si sviluppa in orizzontale con delle grosse radici carnose che si infilano nel substrato, arrivano all’orlo del vaso e oltrepassandolo, aderiscono alle pareti esterne.

Il fusto emette al suo apice una grossa gemma vegetativa dalla quale si sviluppa uno stelo pseudobulboso al cui vertice si formano una o due/tre foglie.

Lo stelo pseudobulboso si forma durante un ciclo vegetativo della pianta la cui durata è inferiore ad un anno. Ad ogni inizio di un periodo vegetativo si ha l’emissione di un nuovo stelo pseudobulboso che si forma a pochi centimetri davanti al precedente in quanto il fusto rizomatoso nel frattempo si è allungato di qualche centimetro. Con il passare del tempo si avrà una fila più o meno lunga di pseudobulbi dei quali l’ultimo è il più giovane. Per cui nella stessa pianta si ritrovano: un pseudobulbo, l’ultimo, che sta crescendo; il penultimo in fiore; il terzultimo avendo fiorito l’anno precedente rimane nella pianta con le foglie ma non fiorirà più; il quartultimo con le foglie ingiallite; il quintultimo è lì privo di foglie ormai secco o in via di estinzione.
La Cattleya è pertanto una pianta che cammina con il suo fusto orizzontale e si sposta dal centro del vaso verso l’esterno e alla fine potrà risultare in posizione così eccentrica rispetto al centro del vaso da richiedere la rinvasatura.

Può anche capitare che si formino altre gemme vegetative o l’emissione di una gemma laterale nel fusto. In questo modo la pianta procederà per due o più direzioni diverse.

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Per praticità è scisso in due grandi divisioni:
Cattleya labiata – che ha la caratteristica di avere degli pseudobulbi a forma di fuso appiattito con una singola foglia all’apice. Originaria dell’America centrale, del Venezuela e della Colombia. Il suo fiore ha grandi dimensioni.
Cattleya o orchidea brasiliana – ha pseudobulbi di forma cilindrica che portano due o anche tre foglie.
I fiori delle Cattleya possono essere solitari oppure a fusto unico con più fiori, in special modo nella seconda divisione; nascono all’apice dello pseudobulbo e dall’ascella della foglia.
Grazie ai molti ibridi ottenuti, si possono avere piante fiorite in ogni periodo dell’anno e i fiori prodotti sono di lunga durata.

PRINCIPALI SPECIE

Con una foglia:
Cattleya dowiana – originaria del Costa Rica produce due o tre grandi fiori nello stesso stelo di colore giallo con labello cremisi. Di questa specie ne esistono due varietà: aurea, originaria della Colombia, e aurea alba che ha fiori bianchi con labello colorato.

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Cattleya dowiana

Cattleya gaskelliana – Originaria del Venezuela, ha bei fiori color malva con labello giallo, la sua fioritura avviene in estate.

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Cattleya gaskelliana

Cattleya labiata – originaria del Brasile ha fiori con tonalità che vanno dal rosa al color malva; la sua fioritura avviene in autunno. Di questa specie esistono le varietà autumnalis e vera.

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Cattleya labiata

Cattleya lueddemanniana – originaria del Venezuela fiorisce in settembre e i suoi grandi fiori sono di color rosa e malva con labello scuro.

Cattleya leuddemanniana 'Dark' x 'Tina'
Cattleya leuddemanniana ‘Dark’ x ‘Tina’

Cattleya percivaliana – originaria del Venezuela fiorisce in inverno i fiori sono di vari colori: cremisi, rosso-viola, giallo-arancio.

Cattleya percivaliana
Cattleya percivaliana

Cattleya warscewiczii o gigas – originaria della Colombia produce i fiori più grandi di tutta la specie. I suoi steli producono anche sette fiori di colore rosa con labello rosso; ma ne esistono anche di bianchi con labello colorato. La sua fioritura avviene in estate.

Cattleya warscewiczii o gigas
Cattleya warscewiczii o gigas

Inoltre:
Cattleya maxima

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Cattleya mendelli

Cattleya mendelli
Cattleya mendelli

Cattleya mossiae

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Cattleya mossiae

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Cattleya warneri

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Con bulbi bi o tri-fogliati:
Cattleya velutina – originaria del Brasile produce fiori di colore giallo-arancio con punteggiature rosso-viola, la fioritura avviene in estate.

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Cattleya bicolor – originaria del Brasile, ha pseudobulbi molto lunghi le sue infiorescenze producono una dozzina di fiori profumati di color verde-bronzo con labello cremisi la sua fioritura avviene in autunno.

Cattleya bicolor
Cattleya bicolor

Cattleya intermedia – originaria del Brasile ha fiori rosa pallido, il labello è bianco-rosa con il centro viola.

Cattleya intermedia
Cattleya intermedia

Cattleya aclandiae – originaria del Brasile ha fiori solitari di color verde-oliva con labello rosso-violaceo.

Cattleya aclandiae
Cattleya aclandiae

Inoltre:
Cattleya amethystoglossa

Cattleya amethystoglossa Jardim Botanico do Rio de Janeiro - Orquidario
Cattleya amethystoglossa
Jardim Botanico do Rio de Janeiro – Orquidario

Cattleya elongata

Cattleya elongata
Cattleya elongata

Cattleya forbesii

Cattleya forbesii
Cattleya forbesii

Cattleya granulosa

Cattleya granulosa
Cattleya granulosa

Cattleya loddigesii

Cattleya loddigesii
Cattleya loddigesii

Cattleya skinneri

Cattleya skinneri
Cattleya skinneri

Cattleya violacea

 Cattleya violacea in situ
Cattleya violacea in situ

Questo genere è stato molto ibridato sia all’interno dello stesso genere che tra altri: Laelia, Brassavola, Sophronitis, Epidendrum.

SPECIE ADATTE AL TERRARIO UMIDO TROPICALE
Nel genere Cattleya al quale appartengono le più spettacolari e grandi orchidee del mondo, troviamo una specie di taglia molto piccola ma con il fiore grande rispetto alla dimensione della pianta: la Cattleya aclandiae.
Questa pianta però è di difficile coltura in serrette casalinghe e terrari, necessita di tantissima luce, di una forte circolazione d’aria e di temperature notturne piuttosto fresche.

Cattleya aclandiae
Cattleya aclandiae

COLTIVAZIONE

Le Cattleya sono piante che hanno necessità di un periodo di riposo all’incirca tra ottobre – aprile, leggermente differenziato in alcune specie dove può essere più breve. Durante questo periodo si devono sospendere le spruzzature (ottobre) ma si continuano le annaffiature per quelle piante che manifestano chiaramente che stanno ancora vegetando e si sospendono le annaffiature mano mano che completano la vegetazione. In ogni caso entro ottobre tutte saranno a riposo e da allora, niente acqua ma tanta luce e tanta aria. Verso aprile, per stimolare la ripresa vegetativa si fa la prima annaffiatura immergendo il vaso in acqua e lasciando impregnare per bene il substrato, dopo di che si lascia sgrondare l’acqua in eccesso e si coltiva come sempre riprendendo le spruzzature e le concimazioni.

Cattleya aclandiae
Cattleya aclandiae

TEMPERATURE E VENTILAZIONE

Le Cattleya hanno bisogno di temperature, durante l’inverno, intorno ai 13-15°C come temperature minime e 22-23°C come temperatura massima. D’estate, le temperature non dovrebbero superare i i 30-32°C.

Importante che lo sbalzo termico tra giorno e notte non sia superiore ai 5-6 °C.

Fondamentale adeguare la temperatura alla luce. Se c’è molto caldo e la luce è scarsa si possono creare degli scompensi nel suo metabolismo.Cattleya-340x323

Le Cattleya amano l’aria pertanto è importante che ci sia una buona ventilazione ma senza correnti d’aria che sono mal tollerate.
Le Cattleya vengono coltivate in serra temperata con condizioni di temperatura il più possibile stabili. La temperatura del substrato deve essere mantenuta intorno a 16-18 °C e di poco inferiore la temperatura notturna 14-16 °C.

È necessario inoltre un valore di umidità relativa dell’80-90% con un’intensità luminosa pari a 10000-15000 lux.

LUCE
La Cattleya essendo originaria delle zone tropicali, ama la luce che è la sua prima necessità. Un’esposizione abbondante al sole al mattino, è molto gradita, mai nelle ore centrali della giornata. Coltivandola in casa la collocazione ideale è in una finestra esposta ad est o a ovest; a Sud potrebbe andare bene se si ha l’accortezza di proteggerla dall’eccessiva insolazione. Esporla a nord è decisamente sconsigliato in quanto la cattleya_labiata_plate-lindeniaquantità di luce è decisamente troppo poca.

Sono piante epifite, che richiedono un substrato organico poroso a lenta decomposizione con valori di pH compresi tra 5.5 e 6.5. Come substrato possiamo utilizzare scorza di conifera macinata con l’aggiunta di sfagno e torba. Hanno esigenze nutritive limitate con un rapporto di azoto, fosforo e potassio di 3:1:1. La concimazione viene effettuata ogni 15 giorni.
Durante i mesi più caldi necessitano di ombreggiamento al fine di ridurre un’eccessiva evapotraspirazione dei liquidi, con conseguente ingiallimento e disseccamento dell’apparato fogliare.

ANNAFFIATURE ED UMIDITA’
La Cattleya ha necessità di annaffiature regolari che vanno effettuate non appena vi accorgete che il substrato è quasi asciutto. La frequenza varia a seconda delle dimensioni del vaso (un vaso piccolo asciugherà prima di un vaso grande che viceversa impiegherà più tempo ad asciugarsi). Un metodo è quello di soppesare il vaso. Se è leggero allora bisogna annaffiare, viceversa se è pesante.
Mantenere un ambiente umido intorno alla pianta è fondamentale. Ora, nelle nostre case non sempre è semplice riuscire a simulare un angolo di foresta tropicale. Per riuscire ad avvicinarsi a questo possiamo posare il vaso che contiene la pianta su un sottovaso (o altro recipiente) nel quale avrete sistemato dell’argilla espansa o della ghiaia nel quale terrete sempre un po’ d’acqua. In questo modo le radici dell’orchidea non entreranno a contatto con l’acqua che evaporando garantirà un ambiente umido intorno ad essa così come spruzzare una volta al giorno le foglie.
Teniamo presente che l’umidità ottimale per questa orchidea non è comunque particolarmente elevata in quanto si aggira intorno al 70%. Ovviamente tutto ciò è in proporzione alla temperatura: temperature elevate richiederanno maggiore umidità ma in questo caso è fondamentale garantire alla pianta una buona ventilazione per evitare dei pericolosi ristagni idrici che potrebbero provocare l’insorgenza di pericolose patologie.
E’ buona norma, per la salute di tutte le nostre piante, dotare i termosifoni di umidificatore per non permettere all’aria della stanza di diventare troppo secca.

Cattleya Amethystoglossa
Cattleya Amethystoglossa

Ricordiamo inoltre che una mancanza d’acqua provoca una concentrazione nel substrato degli elementi nutritivi che avete via via somministrato, diventando estremamente dannosi per la pianta.
Questa varietà di orchidea soffre particolarmente di marciume del colletto, antracnosi e ruggine. Questi patogeni sono favoriti da alti valori di umidità, per questo motivo è necessario un substrato con un buon drenaggio al fine di evitare infezioni.
Per quanto riguarda i contenitori useremo, con piante adulte, vasi da 18-20 cm di diametro con possibilità di rinvaso dopo 2-3 anni.
La propagazione delle orchidee avviene in tre modi differenti: il primo è attraverso l’uso del seme, il secondo per divisione del rizoma (tecnica principalmente utilizzata su piante adulte ) oppure attraverso la micropropagazione.

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CONCIMAZIONE
La Cattleya va concimata ogni 15-20 giorni con un concime bilanciato e variando il loro rapporto tra N:P:K (azoto: fosforo: potassio) a seconda dello stadio di sviluppo della pianta.

La logica da seguire nella somministrazione dei fertilizzanti è la seguente: per favorire la ripresa vegetativa della pianta, si somministra all’orchidea una maggiore quantità di azoto (N) e cioè si usa la formula 30:10:10 (N:P:K) che vuol dire: 30 parti di azoto, 10 parti di fosforo (P) e 10 parti di potassio (K).

Quando arriva il periodo della fioritura si diminuisce l’azoto e si aumenta il potassio e si usa pertanto la formula 10:30:20 .

Durante gli altri periodi si usa la formula bilanciata 20:20:20.

I concimi vanno sciolti nell’acqua di irrigazione in percentuale molto bassa, 0,5% se usati frequentemente (due volte alla settimana) o dell’1% se usati una volta alla settimana. In ogni caso non superare mai 1 gr per litro d’acqua. Ovviamente queste indicazioni sono pertinenti a substrati inerti, vale a dire che non apportano alcun elemento nutritivo alla pianta. Le dosi andranno diminuite qualora si utilizzi un substrato non inerte.

E’ fondamentale che le concimazioni siano effettuate con il substrato bagnato per evitare pericolose concentrazioni di sali minerali che potrebbero danneggiare le radici.
E’ importante non lasciare mai asciugare completamente il substrato in quanto si avrebbe una eccessiva concentrazione dei sali minerali. Sarebbe opportuno che dopo un certo numero di concimazioni (4 o 5) si proceda ad una innaffiatura senza concime in modo da risciacquare il substrato ed abbassare la concentrazione salina.

Cattleya Bobker's Kaleidoscope
Cattleya Bobker’s Kaleidoscope

TIPO DI TERRENO – RINVASO
La Cattleya si rinvasa quando il substrato è deteriorato oppure quando oramai la pianta fuoriesce dal vaso o le radici non trovano più alcun sostegno.CIMG0023

Il periodo ottimale per effettuare il rinvaso è la ripresa vegetativa cioè quando la pianta emette nuove radici. E’ importante però aspettare che queste abbiano raggiunto una lunghezza di almeno 3-4 cm prima di rinvasare.

Ovviamente la sistemazione migliore, come piante epifite, sarebbe la possibilità di lasciare libere le radici di abbarbicarsi su di un ramo o un tronco. Ma al di là di queste sistemazioni decisamente complesse da fare dentro casa, sceglieremo un contenitore adatto (in commercio ne esistono di tanti tipi ma se volete risparmiare anche un contenitore del gelato opportunamente forato va bene) ma avremo particolare cura nella scelta del substrato la cui prima caratteristica deve essere di essere ben drenante, che consenta una buona aerazione delle radici e che abbia la capacità di trattenere l’umidità.

In merito a ciò è consacrata l’Osmunda, molto difficile da reperire ed in sua sostituzione potrete usare il bark di pezzatura tra i 2 ed i 3 cm con l’aggiunta di un po’ di torba di sfagno o carbonella e materiali inerti vari quali ad esempio polistirolo.

Prima di procedere al rinvaso, lavare per bene il bark lasciandolo in immersione per alcuni giorni in acqua in modo da eliminare la polvere presente, togliere le impurità presenti che vanno a finire sul fondo del recipiente ed assicurare così una loro perfetta idratazione.

Se le radici al momento della svasatura aderiscono troppo tenacemente al vaso, è opportuno immergere il vaso per circa 30 minuti in acqua appena tiepida. Se questa tecnica non dovesse funzionare, allora tagliate il vaso. Non forzate le radici che potrebbero danneggiarsi.

Il rizoma lo dovrete sistemare orizzontalmente, quasi all’altezza del bordo del vaso facendo in modo di sistemare il bark attorno alle radici.
Abbiate cura che ci sia un po’ di spazio tra i bordi del vaso e le radici per evitare che la stessa situazione si ripresenti l’anno successivo.
Per avere una pianta ordinata, considerando che le Cattleya spesso vanno per i fatti loro, potete seguire i pseudobulbi mano mano che crescono e assicurarli ad un tutore.
Subito dopo la rinvasatura aspettate due-tre settimane prima di annaffiare per consentire alle radici di adattarsi al nuovo vaso.

CURIOSITA’

Il genere Cattleya fu scoperto il 1924 dal botanico John Lindley. Accadde che William Cattley di Barnet, un ricco coltivatore inglese e appassionato collezionista di piante esotiche, trovò tra le piante speditegli delle foglie di consistenza carnosa che servivano come imballaggio. Incuriosito ne coltivò alcune e una di queste fiorì. Poichè non sapeva di cosa si trattasse, la fece studiare da John Lindley che la classificò come nuovo genere e gli diede appunto il nome di Cattleya dal suo scopritore.

La Cattleya è il fiore nazionale di alcuni paesi: la Cattleya Trianae della Columbia, la Cattleya Mossiae del Venezuela, la Cattleya Skinnery del Costa Rica.
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