ARACEE (Araceae)

ARACEE

Habit at makawao, Maui - Credit: Forest & Kim Starr - Plants of Hawaii - Image licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 License, permitting sharing and adaptation with attribution.
Habit at makawao, Maui 

Araceae Juss.1789 è una famiglia di piante spermatofite monocotiledoni appartenenti all’ordine Arales (o Alismatales secondo la classificazione APG), dall’aspetto di erbacee perenni dalla tipica infiorescenza a spadice.

Etimologia

Il nome di questa famiglia deriva dal suo genere principale (genere tipo): Arum L.1753; che a sua volta deriva dal greco Aron (ma anche, secondo altre etimologie, dall’ebraico “ar”); in entrambi i casi questi due termini significano “calore” e si riferisce al fatto che le piante di questa famiglia quando sono in piena fioritura emettono calore.
La denominazione scientifica di questa famiglia è stata definita dal botanico francese Antoine-Laurent de Jussieu (1748 – 1836) nella pubblicazione ”Genera Plantarum, secundum ordines naturales disposita juxta methodum in Horto Regio Parisiensi exaratam” (Parigi, 1789).

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Descrizione

La forma biologica prevalente è (almeno per le specie europee) geofita rizomatosa (G rhiz) o anche “geofita tuberosa”, ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati rizomi/tuberi (un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei). Nella famiglia in Europa sono presenti anche alcuni generi acquatici (sottofamiglia delle Lemnoideae), le cui specie sono di tipo idrofita natante.
Nelle specie di questa famiglia sono facilmente presenti succhi latticinosi e depositi di ossalato di calcio (genere Arum); oppure dei peli stellati rigidi interni ai tessuti con la funzione di accrescerne la resistenza (genere Monstera).

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Radici

Le radici sono quasi sempre secondarie da rizoma e da tubero. Nelle piante acquatiche le radici sono poste nella parte inferiore della lamina fogliare sott’acqua.

Fusto

La parte sotterranea del fusto è un rizoma tuberiforme; mentre la parte aerea è di tipo erbaceo o cespuglioso (raramente arboreo) generalmente a portamento eretto o eventualmente rampicante. Alcuni generi (ad esempio quelli della ex famiglia delle Lemnaceae, ora inclusa nelle Araceae) sono a portamento acquatico o galleggiante. Infine vi sono esempi di specie epifite (con radici aerea fittizie).
La parte aerea del fusto è erbacea (ai Tropici è anche legnosa).

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Foglie

Le foglie possono essere di tipo semplice o composto; la lamina fogliare può essere larga o di tipo ensiforme. Le foglie possono trovarsi alla base del caule, oppure distribuite lungo il fusto in disposizione spiralata, alterna o distica senza stipole. Le foglie sono provviste di piccioli che in alcuni casi, alla base, sono guainanti il caule. La lamina fogliare è glabra e può essere continua o fenestrata. In alcuni casi si hanno delle foglie di tipo bulbillifero. Le nervature sono di vario tipo: palmate o pennate o pedate o disegni intermedi come anche reticolate. Nelle piante acquatiche sono presenti solamente poche foglie (da 1 a 4 copie) per pianta.

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Infiorescenza

L’infiorescenza è del tipo indefinita e si compone di tanti piccolo fiori sessili; sono appressati gli uni sugli altri. In genere formano uno spadicelungo e avvolto da una grande spata convoluta a varie colorazioni; questa spata svolge la funzione vessillare (= petaloide) e di protezione all’infiorescenza. La disposizione dei fiori sessuali, nella maggioranza dei casi, è in basso per quelli femminili (formano un glomerulo basale), mentre quelli maschili sono posti più in alto; in mezzo tra i fiori femminili e quelli maschili c’è una zona di fiori sterili. Sopra i fiori maschili, alla fine c’è un glomerulo sterile. Tra queste varie sezioni sono presenti delle estroflessioni setoliformi con il compito di trattenere gli insetti pronubi per favorire l’impollinazione. Nelle piante acquatiche l’infiorescenza è formata da uno spadice ridotto ma con una spata spesso presente.

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Fiori

I fiori (attinomorfi) possono essere ermafroditi oppure unisessuali, in questo caso le piante sono monoiche: fiori maschili e femminili sulla stessa pianta (raramente sono dioiche – genere Arisaema). I fiori delle “ex-Lemnaceae” sono unisessuali, molto piccoli, quasi indistinguibili. Il perianzioè di tipo sepaloide (gli elementi sono indifferenziati tra calice e corolla, ossia fiori di tipo apetalo). Altri fiori sono sterili di tipo filamentoso nello stadio di antesi femminile. I fiori sono 5-ciclici (2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami e un verticillo del gineceo). Ogni verticillo in genere è trimero (o dimero), ossia i tepali, ma anche gli stami, sono 3 + 3 (oppure 2 + 2). La dimensione dei fiori è varia e comunque sono sempre dei fiori molto piccoli; la specie Wolffia arrhiza è tra le piante a fiore più piccolo in assoluto: minore di 1 mm.

* P 4-6 or 0, A 1-6, G (1-3) supero, bacco/otricolo/drupa

  • Perianzio: nei fiori unisessuali il perianziogeneralmente è assente (specialmente nelle “ex-Lemnaceae”); mentre in quelli ermanfroditi è composto da 4 – 6 segmenti connati o liberi.
  • Androceo: gli stamisono fino a 6 (raramente fino a 12) e sono ipogini; i filamenti sono liberi o connati; le antere a volte sono connate eporicide. Nei fiori unisessuali delle ex- Lemnaceae è presente un solo stame.
  • Gineceo: il gineceoè cenocarpico; i carpelli sono 3 (o 2) connati (1 nelle ex-Lemnaceae). L’ovario è supero con sovrapposto un solo pistillo con stigma unico, puntiforme ocapitato. Spesso l’ovario si trova immerso nello spadice. L’ovario è monloculare (raramente) o pluriloculare con uno o più ovuli (anatropi – capovolti o ortotropi – in posizione eretta). La placentazione è varia: basale, parietaleassile o apicale.
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  • Frutti
  • Il frutto nella maggioranza delle specie è una bacca colorata. All’interno sono presenti dei semi a forma poliedrica o globosa. Il tegumento di origine endosperma ha una consistenza coriacea o mucillaginosa. Nelle piante acquatiche il frutto è una nucula. In altri casi può essere unadrupa o tipo noce.
  • Riproduzione
    • Impollinazione: l’impollinazioneè garantita soprattutto da diversi insetti (coleotteri, mosconi e altri piccoli insetti = impollinazione entomogama) in quanto pur non essendo piante nettarifere rilasciano comunque diverse sostanze zuccherine ma anche odori molto sgradevole, di putrefazione che attirano in modo particolare le mosche. Importante è la funzione della spata che si comporta come una trappola a scivolo. In queste piante l’autoimpollinazione è evitata in quanto in ogni pianta i fiori femminili maturano prima di quelli maschili. Nelle piante acquatiche l’impollinazione può avvenire anche tramite piccoli molluschi.
    • Riproduzione: la fecondazione avviene tramite l’impollinazione dei fiori (vedi sopra). Nelle piante acquatiche la riproduzione è essenzialmente vegetativa i quanto le infiorescenze sono molto semplificate e rudimentali e quindi quasi inutilizzabili da un punto di vista riproduttivo.
    • Dispersione: la dispersione dei semiavviene ad opera di uccelli e piccoli mammiferi favorita dal colore delle bacche; ma anche tramite molluschi per le specie acquatiche.
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Distribuzione e habitat

Le specie di questa famiglia sono distribuite in tutto il mondo in prevalenza nelle regioni tropicali e subtropicali (90%) con alcuni generi anche in quelle temperate. Negli ambienti tropicali le piante di questa famiglia acquistano un ruolo importante nella composizione delle foreste pluviali o ambienti umido-caldi sia come piante a foglie larghe, che liane rampicanti o epifite. Pochissime specie sono presenti nei climi freddi nordici o alle alte quote montane. In Italia sono presenti una dozzina di generi per circa una ventina di specie (incluse le Lemnaceae). In Inghilterra sono presenti solamente due specie; mentre in Germania si trovano tre generi.

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Sistematica

La famiglia comprende 109 generi per 2830 specie (108 generi e 3300 specie – incluse le Lemnaceae – secondo altre fonti).

La posizione tassonomica di questa famiglia nel corso del tempo ha subito più di qualche “spostamento” classificatorio. All’inizio del secolo scorso secondo la classificazione di Wettstein, il sistema di classificazione delle piante proposto dal botanico Richard von Wettstein (1863-1931) nel suo Handbuch der Systematischen Botanik, questa famiglia faceva parte dell’ordine delle Spadiciflorae (piante con infiorescenza a spadice) e alla classe delle Monocotiledoni. In seguito con il sistema Cronquist, sistema sviluppato daArthur Cronquist nei suoi testi: An Integrated System of Classification of Flowering Plants (1981) e The Evolution and Classification of Flowering Plants (1968, 2e: 1988), le Araceae passano all’ordine delle Arales, sottoclasse delle Arecidae e classe Liliopsida (monocotiledoni). Attualmente con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica(classificazione APG) è stata assegnata all’ordine delle Alismatales.

L’ampiezza della famiglia insieme alla variabilità di diverse sue specie rende difficile una classificazione interna alla famiglia. I vari generi son raggruppati in sottofamiglie e tribù, ma questi raggruppamenti variano da autore ad autore. Adolf Engler (1844 – 1930), botanico tedesco, famoso per i suoi lavori sulla tassonomia delle piante, prevede ad esempio 28 tribù; mentre George Evelyn Hutchinson (1903 – 1991), botanico e zoologo anglo-americano, ne ha classificate solamente 18

In base a criteri più pratici di classificazione delle specie di questa famiglia ad opera soprattutto degli orticoltori, si ha una prima divisione tra specie acquatiche e specie terrestri; queste ultime poi vengono suddivise in funzione della presenza o assenza della nervatura. Le nervature, se presenti, possono essere sia parallelinervie, che pennate, che pedate oppure palmate

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Coltivazione in terrario

Molte specie di questa famiglia (una trentina) sono apprezzate come piante da appartamento. Qui ricordiamo alcuni generi: MonsteraPhilodendronScindapsusCaladiumDieffenbachia ed Anthurium.

Questa grande famiglia comprende vegetali di ampia diffusione in florovivaismo: dalle arcinote Calle, agli Anthurium , sino ai comunissimi Pothos , Philodendron e Spatiphyllum sudamericani molto diffusi nelle nostre abitazioni come piante da interno.
Con il loro fogliame vigoroso e la tendenza ad abbarbicarsi su qualsiasi superficie che permetta loro di fissarsi, questi robustissimi e poco esigenti vegetali saranno degli eccellenti candidati per i nostri terrari.
Distribuite in natura un po’ ovunque, le Araceae comprendono specie geofite, epifite ,acquatiche e palustri. Negli ambienti delle foreste pluviali centro e sudamericane, molte specie conducono vita da rampicanti o epifite, tra queste vanno menzionate alcune specie del genere Anthurium caratterizzate dal bellissimo fogliame pendulo e dalle fioriture spesso molto colorate. Come nel caso di altre specie vegetali, purtroppo anche gli Anthurium risultano difficilmente reperibili se non tramite ordinazione on line all’estero.
Per chi volesse ottenere una bella parete verde all’interno del proprio terrario, consiglierei l’introduzione del Philodendron scandens: questa bellissima Araceae caratterizzata da un fogliame verde scuro cuoriforme, in poco tempo è capace di coprire ampie sezioni del terrario offrendo con l’intrico di foglie un sicuro rifugio per gli animali più timidi nonché un fondamentale supporto per la deposizione per alcune specie.

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