Allestire un paludarium di retrocascata.

Allestire un paludarium di retrocascata.

di Nicola Fortini

Paludarium.

Cosa significa? Ambiente fermo, marcescente, torbido, maleodorante? Magari a volte sì, ma non sempre.

Quello che qui ci proponiamo di fare è simulare l’ambiente di sgocciolamento dietro (o ai lati di) una cascata d’acqua. Si può riciclare un normale acquario (rigorosamente aperto, con plafoniera sospesa) un pochino modificato, per farne una cosa del tutto diversa da quella per cui era stato pensato in origine. Ma molto molto suggestiva.

Abbiamo bisogno di una vasca aperta a cui toglieremo il comparto del filtro interno, di un’illuminazione non troppo spinta, un filtro esterno dotato di una pompa di buona portata e buona prevalenza, lastre di polistirolo o materiali simili, una bombola (meglio due) di schiuma poliuretanica, tubi rigidi e relativi raccordi, una cartuccia di silicone e un po’ di fantasia.

Il resto viene da sé.

  1. Prendi il polistirolo e taglialo a misura della parete posteriore, lasciando qualche centimetro di margine in altezza. Se fai lo stesso anche per una delle due pareti laterali viene meglio.

  1. Prendi la schiuma di poliuretano e modellala sulle lastre come più ti piace. Il profilo deve risultare il più irregolare possibile e, soprattutto, non deve essere verticale, ma presentare sbalzi e scalini, anche parecchio pronunciati, fatti un po’ a caso. Alla fine ti accorgerai che il poliuretano non ti basta, infatti avevo detto DUE bombole!

  2. Quando è asciutto, dagli una passata con una spazzola metallica: così renderai la superficie porosa, mentre prima era liscia e lucida.  A mano ci metti 2 ore, col trapano 2 minuti. Occhio che farai polvere ovunque, se lo fai sul balcone è molto meglio.

  3. Posiziona le lastre sui rispettivi vetri, poi tanto toglierai tutto, perché le lastre non si riescono MAI a incastrare (succede sempre così, ahimè). Taglia i pezzi in eccesso e riprova l’incastro. Al decimo tentativo di solito viene bene e, finalmente, puoi siliconare il tutto ai vetri. Lascia asciugare, in modo che tutta la struttura diventi stabile.

  1. Ora predisponi l’impianto di pioggia. Un tubo rigido forato passerà lungo il margine superiore del vetro, sopra le pareti “reinventate”. Attenzione: i fori devono essere tanti e piccoli, e non orientati tutti lungo una retta, ma sparpagliati. Non fare pochi fori nel tubo, altrimenti avrai un sistema di cascatelle, qui invece dobbiamo simulare l’effetto della pioggia. Non siliconare i tubi direttamente sul vetro, ma inventati un sistema a incastro in modo da poterli togliere per pulirli se si intasano.

  2. Raccorda il tutto ad un filtro esterno abbastanza potente da  spingere l’acqua in ogni forellino, regolando il flusso in modo che non sia né uno sgocciolamento uniforme, né uno spruzzo violento. Il flusso non sarà simmetrico, né perfetto. L’acqua sgocciolerà da qualche parte, spruzzerà da qualche altra. Va bene così. L’acqua sarà circa un terzo dell’altezza della vasca, o anche meno.

  3. Ora tocca alle piante. Probabilmente sceglieresti solo delle epifite,  MA l’attore protagonista in questo tipo di vasca saranno… rullo di tamburi… “i muschi!”, dirai tu. E invece no. Saranno le epatiche, che quanto a bellezza (secondo me) non hanno eguali. Se poi ci vuoi mettere anche della Vesicularia va bene, ma il pezzo forte sarà comunque l’epatica. Le piante a foglia, invece, devono essere poche e distanziate: non vogliamo una foresta, ma un ambiente diverso.

  4. Fissiamo le piante, assicurandone il rizoma al poliuretano, con occhielli di filo di ferro, cercando di disporle a caso, tanto cresceranno come vorranno loro, non come vorrai tu! Stessa cosa per piccole porzioni di epatica, che si espanderanno anch’esse come vorranno loro.

  5. La luce  deve essere moderata, sia in termini di fotoperiodo, sia in termini di intensità: l’ambiente simula la zona degli spruzzi dietro il flusso di una cascata, dove regna normalmente la penombra.

  6. Puoi allestire il fondo come ti pare, tenendo conto del fatto che la colonna d’acqua è modesta. Ma tanto il fondo non lo guarderai mai, sarai troppo distratto a vedere come evolvono le pareti.