PHELSUMA

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PHELSUMA
Quarta isola al mondo, il Madagascar è fisicamente separata dall’Africa da poche miglia di mare, ma in realtà ne è lontanissima dal punto di vista geologico e naturalistico, essendosi distaccata dal continente nero da più di 160 milioni di anni. Almeno l’80% di specie animali e vegetali che la popolano è costituito da endemismi, di cui circa 500 anfibi e rettili: tra questi ultimi, i magnifici e unici gechi diurni arboricoli del genere Phelsuma.images (1)

Phelsuma è un genere di piccoli sauri della famiglia dei Gekkonidae, diffusi principalmente in Madagascar. I gechi di questo genere sono comunemente noti come felsume o gechi diurni.

Fino a pochi anni fa, il geco diurno del Madagascar (Phelsuma madagascariensis Gray, 1831) si riteneva la specie più comune e diffusa del suo genere, presente in tutta la regione malgascia e isole adiacenti con ben 4 sottospecie: P. m. madagascariensis Gray, 1831; P. m. boehmei Meier, 1982; P. m. grandis Gray, 1870; P. m. kochi Mertens, 1954. Recenti e approfonditi studi basati su ricerche genetiche, pubblicati tra il 2007 e il 2009, hanno riconosciuto le ultime due come specie a sé.

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CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICAdownload

Dominio Eukaryota

Regno Animalia

Sottoregno Eumetazoa

Phylum Chordata

Classe Reptilia

Ordine Squamata

Sottordine Sauria

Infraordine Gekkotaimages (2)

Famiglia Gekkonidae

Sottofamiglia Gekkoninae

Genere Phelsuma GRAY, 1828

DESCRIZIONE
Le felsume sono riconoscibili per la livrea vivace, generalmente verde ma, a seconda della specie, può avere puntinature o striature blu, verdi o nere. Hanno pupilla tonda, caratteristica tipica delle specie diurne, tranne i gechi della specie Phelsuma guentheri. Una caratteristica unica di questi geconidi è quella di avere due sacche endolinfatiche sotto la coda, che contengono carbonato di calcio e fungono da riserva per la regolazione del calcio, utile soprattutto per le femmine in gestazione che devono produrre il guscio delle uova.daygecko500

DIMORFISMO SESSUALE
La caratteristica più evidente e comune a quasi tutte le specie di Phelsuma per distinguere il maschio dalla femmina è la fila di pori preanali molto marcata e a forma di V rovesciata posta alla base della coda del maschio e appena accennata nelle femmine.
Da adulte, inoltre, le femmine si possono distinguere dai maschi anche per la presenza di sacche endolinfatiche – sacche adibite alla riserva di calcio – che nei maschi invece è poco accentuata.

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BIOLOGIA
I gechi di questo genere sono diurni, da qui il nome comune. Hanno abitudini arboricole, tranne le specie Phelsuma barbouri e Phelsuma ocellata che sono terrestri; vivono nelle foreste calde ed umide. Si nutrono prevalentemente di insetti, ma anche di nettare e frutti. Se catturate da un predatore mettono in atto una singolare difesa: lacerano la loro stessa cute in modo da potersi divincolare e darsi alla fuga (autotomia).
Alcune specie giocano un ruolo importante come impollinatori: Phelsuma ornata, per esempio, è l’unico impollinatore di molte specie di piante presenti nel suo habitat.

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DISTRIBUZIONE E HABITAT
La maggior parte delle specie del genere Phelsuma sono native del Madagascar, ma questi gechi hanno colonizzato anche le isole Comore, le Mascarene, le Seychelles, le Andamane, Zanzibar e Pemba, nonché altre piccole isole ed alcune località dell’Africa orientale.1282118241

Tutte le Phelsuma si trovano sulle isole dell’arcipelago malgascio (Madagascar, Comoro, Aldabra, Seychelles, Reunion, Round e Mauritius) salvo una specie che colonizza anche il Sudafrica e la Tanzania (P. dubia). La maggior parte di questi gechi (22 specie) si trova proprio in Madagascar, ogni specie ha evoluto segnali comportamentali che ne hanno permesso la sempre maggiore differenziazione evitando incroci extraspecifici.
In natura questi sauri colonizzano preferibilmente la bassa vegetazione non mostrando alcuna timidezza ed adattandosi a vivere vicino all’uomo, come accade da noi con le nostre tarentola.
Non amano crogiolarsi al sole, ma preferiscono muoversi in mezz’ombra sempre intenti a cacciare, litigare e corteggiarsi. Tutti i maschi di Phelsuma sono fortemente territoriali e non tollerano la vicinanza di un rivale, purtroppo spesso anche le femmine sono aggressive ragion per cui in cattività è difficile poter far convivere più di una coppia nello stesso terrario. foreste-da-salvare-madagascar
Un’altra ben nota caratteristica delle Phelsuma è la loro attrazione per il ‘dolce’, infatti questi gechi integrano attivamente la dieta insettivora col nettare dei fiori ed il succo dei frutti maturi caduti a terra.

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TASSONOMIA
Il genere Phelsuma comprende attualmente (aprile 2012) 52 specie:

Phelsuma abbotti STEJNEGER, 1893 – felsuma di Abbota_000069-002820029_2
• Phelsuma andamanensis BLYTH, 1861

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Phelsuma antanosy RAXWORTHY & NUSSBAUM, 1993

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Phelsuma astriata TORNIER, 1901 – geco diurno delle Seychelles

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Phelsuma barbouri LOVERIDGE, 1942

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• Phelsuma berghofi KRÜGER, 1996

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• Phelsuma borai GLAW, KÖHLER & VENCES, 2009

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• Phelsuma borbonica CHEKE, 1982

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• Phelsuma breviceps BOETTGER, 1894

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• Phelsuma cepediana (MILBERT, 1812) – geco dalla coda blu

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• Phelsuma comorensis BOETTGER, 191)

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• Phelsuma dorsivittata MERTENS, 1964

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• Phelsuma dubia (BOETTGER, 1881)

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• Phelsuma edwardnewtoni VINSON & VINSON, 1969

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• Phelsuma flavigularis MERTENS, 1962

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• Phelsuma gigas (LIÉNARD, 1842) † – geco gigante diurno di Rodrigues (estinto)

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• Phelsuma gouldi CROTTINI, GEHRING, GLAW, HARRIS, LIMA & VENCES, 2011

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• Phelsuma grandis GRAY, 1870

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• Phelsuma guentheri BOULENGER, 1885

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• Phelsuma guimbeaui MERTENS, 1963

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• Phelsuma guttata KAUDERN, 1922

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• Phelsuma hielscheri RÖSLER, OBST & SEIPP, 2001

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• Phelsuma hoeschi BERGHOF & TRAUTMANN, 2009

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• Phelsuma inexpectata (MERTENS, 1966)

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• Phelsuma kely SCHÖNECKER, BACH & GLAW, 2004

• Phelsuma klemmeri SEIPP, 1991

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• Phelsuma kochi MERTENS, 1954

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• Phelsuma laticauda (BOETTGER, 1880) – felsuma dalla coda larga

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• Phelsuma lineata GRAY, 1842 – felsuma lineata

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• Phelsuma madagascariensis GRAY, 1831 – geco diurno del Madagascar

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• Phelsuma malamakibo NUSSBAUM ET AL., 2000

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• Phelsuma masohoala RAXWORTHY & NUSSBAUM, 1994

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• Phelsuma modesta MERTENS, 1970

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• Phelsuma mutabilis (GRANDIDIER, 1869)

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Phelsuma nigristriata MEIER, 1984

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• Phelsuma ornata GRAY, 1825 – geco diurno delle Mauritius

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Phelsuma parkeri LOVERIDGE, 1941

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• Phelsuma parva MEIER, 1983

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• Phelsuma pasteuri MEIER, 1984

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• Phelsuma pronki SEIPP, 1994

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• Phelsuma pusilla MERTENS, 1964

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• Phelsuma quadriocellata (PETERS, 1883)

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• Phelsuma ravenala RAXWORTHY, INGRAM, RABIBISOA & PEARSON, 2007

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• Phelsuma robertmertensi MEIER, 1980

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• Phelsuma roesleri GLAW, GEHRING, KÖHLER, FRANZEN & VENCES, 2010

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• Phelsuma rosagularis VINSON & VINSON, 1963

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• Phelsuma seippi MEIER, 1987

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Phelsuma serraticauda MERTENS, 1963

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Phelsuma standingi METHUEN & HEWITT, 1913 – felsuma di Standing

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Phelsuma sundbergi RENDAHL, 1939 – geco diurno gigante delle Seychelles

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Phelsuma v-nigra BOETTGER, 1913

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Phelsuma vanheygeni LERNER, 2004

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Sinonimi obsoleti
• Phelsuma beufotakensis BORNER, 1982 non è più una specie riconosciuta;
• Phelsuma leiogaster MERTENS, 1973 è stata riclassificata come sottospecie di Phelsuma modesta (Phelsuma modesta leiogaster);
• Phelsuma longinsulae è stata riclassificata come sottospecie di Phelsuma sundbergi (Phelsuma sunbergi longinsulae RENDAHL, 1939)

STATO DI CONSERVAZIONE
Il genere Phelsuma conta 52 specie, incluse nell’appendice II della Convenzione di Washington. Per questo motivo questi gechi possono essere detenuti solo avendo la regolare documentazione CITES che attesti la loro provenienza. Una specie rischia seriamente l’estinzione (P. guentheri) ed è in appendice I, mentre il P. edwardnewtonii è ormai estinto.

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ALLEVAMENTO IN TERRARIO
Per cominciare: un consiglio per chi volesse avvicinarsi all’allevamento di questi splendidi gechi è quello di orientarsi su P. grandis, P. laticauda, P. lineata, P. klemmeri o P. standingi, tra le specie di Phelsuma meno timide e più facili da allevare in terrario.

TERRARIO

La maggior parte delle Phelsuma richiede un terrario sviluppato in verticale – di plastica o vetro (questi materiali tengono meglio l’umidità e si possono pulire e disinfettare più facilmente) e allestito preferibilmente in modo naturalistico.

SUBSTRATO: torba bionda o fibra di cocco (3-4 cm circa), si può valutare la possibilità di coprire metà substrato e porre quindi sopra alla torba/fibra di cocco uno strato di sfagno vivo, per aiutare a mantener alta l’umidità. Sotto al substrato invece è consigliabile posizionare delle “palline” di argilla espansa (uno strato di 2-3 cm è sufficiente), questo aiuterà a drenare l’acqua assorbita dal terreno durante le nebulizzate ed evitare pericolosi ristagni d’acqua.
E’ possibile inoltre, per mantenere pulito il substrato, inserire nel substrato stesso degli onischi spazzini, come ad esempio leTrichorhina tomentosa, che si nutriranno di feci ed eventuali muffe e contribuiranno a facilitare la pulizia del terrario.

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PIANTE: E senz’altro preferibile inserire piante vere, interrate direttamente nel substrato o lasciate in vaso: Bromeliacee, quali ad esempio Vriesea, Guzmania, Neoregelia, etc. e Sanseveria (S. trifasciata o cylindrica le più utilizzate);
ALTRO: Dovranno essere inseriti nella teca corteccioni e bambù di adeguate dimensioni a seconda della grandezza del terrario e della dimensione del geco, disposti in verticale, orizzontale e in obliquo, per permettere alle Phelsuma di arrampicarsi, riposare, nascondersi e fare basking.
Il terrario dovrà avere un lato in rete, preferibilmente quello superiore, per permettere il ricircolo dell’aria ed evitare ristagni d’acqua.
Le specie più piccole (come ad esempio le P. klemmeri, P. ornata, etc.) possono essere alloggiate in un terrario con dimensioni minime 40*40*50/60(h). Per la specie più grandi (P. grandis, P. standingi, etc.) è opportuno allestire un terrario di dimensioni minime 50*50*80/90(h) – ovviamente più spazio metteremo a disposizione e meglio sarà per questi animali.
I baby possono essere alloggiati temporaneamente in terrari o fauna box di dimensioni inferiori, questo anche per monitorarli meglio nelle prime settimane di vita, verificando se si alimentano e defecano regolarmente.
A differenza di tutte le altre specie, le Phelsuma barbouri necessitano di un terrario sviluppato in orizzontale ed arredato pevalentemente con pietre.
Temperatura, Illuminazione e Umidità: La maggior parte delle specie di Phelsuma richiede temperature diurne intorno ai 27/28°C mentre di notte la temperatura può scendere fino ai 21°C. E’ opportuno quindi acquistare uno spot riscaldante (40/60 watt a seconda della grandezza del terrario), anche in ferramenta o nei negozi di bricolage, e porlo sopra al terrario, meglio all’esterno (per evitare ustioni), in modo che in un punto della teca – sopra ad un corteccione o ad un ramo di bambù – si raggiunga la temperatura massima (generalmente intorno ai 28/29°C) per permettere ai gechi di far basking.
Fondamentale è che il lato superiore del terrario non sia di vetro ma di rete, altrimenti rischiamo di ustionare i nostri animali con il calore filtrato dal vetro.

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UMIDITA’: L’umidità deve essere mantenuta tra il 60% e l’80% nebulizzando il terrario diverse volte al giorno (generalmente due, di mattina e di sera). Le piante ed il substrato sono molto importanti a mantenere il giusto tasso di umidità.

ILLUMINAZIONE: Per quanto riguarda l’illuminazione, è consigliabile utilizzare neon (o lampade compatte) UVB con emissione 2.0% o 5.0% (a seconda della dimensione del terrario, di quella dei gechi e se si tratta di baby o adulti), per favorire la sintesi della vitamina D3 e prevenire eventuali patologie ossee.
Il neon (o lampada compatta) potrà essere acceso dalla mattina (a partire, ad esempio, dalle 9.00) per poi essere staccato dopo circa 10 ore (19.00-20.00), così da svolgere la doppia funzione di illuminazione (insieme allo spot riscaldante) e fonte UVB.

imagesALIMENTAZIONE: La dieta delle Phelsuma deve essere costituita principalmente da insetti vivi, quali grilli, blatte, camole della farina e drosofile, di adeguate dimensioni a seconda della grandezza del geco che dovrà nutrirsene. Gli insetti offerti dovranno essere spolverati da un integratore in polvere di calcio e vit. D3 almeno una volta a settimana (Repticalcium con D3 della ZooMed – Rep Cal con D3 – Nekton MSA, etc.), questo per evitare che ci siano carenze di calcio e problemi ad essa legati, come ad esempio MOM.
Gli insetti, offerti 2/3 volte a settimana, dovranno essere integrati inoltre da frutta frullata offerta in piccole ciotoline (ad esempio in tappi di bottiglie d’acqua).
La frutta più appetita è quella tropicale, banana, ananas, etc. Per praticità è possibile utilizzare omogeneizzati alla frutta (banana, mela-banana, banana e frutti tropicali), mescolati eventualmente a omogeneizzato di pollo (in rapporto frutta-pollo 2:1), soprattutto per i baby che necessitano di un maggior apporto proteico durante la crescita.
Non è necessario fornire una ciotola contente acqua, i gechi berranno l’acqua nebulizzata all’interno della teca, dalle foglie delle piante, dai rami e dalle pareti del terrario.
Di tanto in tanto si potrà offrire in una ciotolina separata anche del polline puro (diluito con un po’ d’acqua, per renderlo più morbido e cremoso e consentire alle Phelsuma di mangiarlo più facilmente), acquistabile in erboristeria e nei negozi che vendono prodotti di apicoltura.

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RIPRODUZIONE: La riproduzione può essere stimolata abbassando leggermente la temperatura della teca (bastano 3-4°C per 5-6 settimane) e accorciando il fotoperiodo (a 8 ore di luce). A questi parametri seguirà un ripristino delle condizioni normali che stimolerà l’immedita attività riproduttiva.
L’accoppiamento viene di solito preceduto da un particolare rituale di corteggiamento che, a seconda della specie, può comprendere una ripetuta estroflessione della lingua, movimenti laterali del capo e della coda e piccoli cinguettii. Durante l’accoppiamento il maschio può trattenere la femmina per il collo (si osserva nelle specie più grandi, mentre i piccoletti spesso ne fanno a meno, vista la delicatezza della pelle). La femmina trattiene lo sperma acquisito potendolo utilizzare per più deposizioni successive senza riaccoppiarsi.
A distanza di circa un mese la femmina deporrà una o due uova, queste induriranno rapidamente aderendo o meno al substrato a seconda della specie di Phelsuma considerata. Nel caso siano uova non aderenti si potranno prelevare con grande attenzione ed incubare separatamente, ma le uova adesive andranno il più delle volte lasciate nella teca. Per evitare che i genitori facciano banchetto con la propria prole sarà opportuno schermare le uova incollandovi intorno un pezzetto di rete fine o una scatoletta forata, il che vi renderà anche più agevole il recupero dei piccoli.
La schiusa avviene dopo un tempo assai variabile (da un minimo di 30 ad un massimo di 80 giorni) in funzione della temperatura che dovrebbe comunque stazionare tra i 26° ed i 28°C. Chiaramente i tempi di schiusa in terrario sono quelli più lunghi a causa dell’escursione termica giorno-notte.
I piccoli potranno essere allevati in ‘comunità’, almeno per il primo mese, nutrendoli a giorni alterni con prede adeguate (microgrilli e drosofile).

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PHELSUMA MADAGASCARIENSIS
Il geco diurno del Madagascar (Phelsuma madagascariensis (GRAY, 1831)) è un piccolo sauro della famiglia Gekkonidae, endemicodel Madagascar orientale.

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Dominio Eukaryota

Regno Animalia

Sottoregno Eumetazoa

Phylum Chordata

Classe Reptilia

Ordine Squamata

Sottordine Sauria

Infraordine Gekkota

Famiglia Gekkonidae

Sottofamiglia Gekkoninae

Genere Phelsuma

Specie P. madagascariensis

Nomenclatura binomiale

Phelsuma madagascariensis
(GRAY, 1831)

Sinonimi

Gekko madagascariensis
GRAY, 1831

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DESCRIZIONE
Questo sauro dal corpo tarchiato, lungo 22–23 cm, è il più grande dei gechi verdi diurni. I maschi hanno un rigonfiamento alla base della coda e le femmine sessualmente mature dei depositi di calcio visibili attraverso la pelle della gola.
BIOLOGIA
Abita i tronchi degli alberi e i muri e di frequente sosta su pareti verticali (spesso a testa in giù) afferrandosi con i cuscinetti digitali. Se riesce a sfuggire agli uccelli, può vivere anche più di 10 anni. I gechi diurni del Madagascar vivono in gruppi, ciascuno su un unico albero dove le femmine spesso depongono le uova in un sito comune.

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DISTRIBUZIONE E HABITAT
La specie è abbastanza comune in tutto il Madagascar orientale, dal livello del mare sino a 1.000 m di altitudine.
Il suo habitat tipico è la foresta pluviale ma si adatta a vivere anche in contesti antropizzati (centri urbani, piantagioni).
TASSONOMIA
Glaw e Vences (2007) riconoscono 4 sottospecie:
• P. m. madagascariensis
• P. m. boehmei
• P. m. kochi
• P. m. grandis
CONSERVAZIONE
La specie è inserita nella Appendice I della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)

PHELSUMA GRANDIS

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La più grande, il geco diurno gigante del Madagascar (nome scientifico attualmente valido: Phelsuma grandis Gray, 1870), è anche da sempre – i primi esemplari sembra siano giunti in Germania addirittura nel Seicento!) – la favorita dei terrario fili, tra i sauri più ricercati ed ambiti nonostante il prezzo piuttosto elevato.
La sua distribuzione originaria è circoscritta a un areale di poco meno di 10.000 km² nel Madagascar settentrionale, inclusa l’isola di Nosy Bè, gettonatissima meta di vacanze esotiche (ciò contribuisce a farne il geco malgascio più conosciuto, grazie anche alla sua innata familiarità con i turisti); il geco gigante è stato inoltre introdotto nelle vicine isole di Mauritius e Rèunion, dove si è acclimatato con successo ed è oggi diffuso un po’ ovunque.
In natura si trova dal livello del mare fino a 900 m di quota (Montagne d’Ambre), frequentando un’ampia varietà di biotopi: foreste sia vergini che seriamente danneggiate dal disboscamento e dalle attività umane, zone rocciose ai margini di boscaglie, bananeti e piantagioni di cocco, parchi e giardini di città e villaggi. Non sembra insomma minacciato di estinzione, malgrado sia inserito – come tutti i congeneri – tanto nella CITES quanto nella “Lista rossa” della UICN.

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Sia il nome comune che quello scientifico ne evidenziano la taglia, notevole per il suo genere, sfiorando una trentina di centimetri di lunghezza massima (in media 22-26 cm). Gli adulti sono di colore verde chiaro, con macchie e striature rosse la cui quantità ed intensità variano da un individuo all’altro (alcuni esemplari possono presentare anche piccoli pois bluastri): l’intensità della livrea può essere attenuata o accentuata, a seconda della temperatura, della luce e dell’umore.
Questo geco è molto territoriale (soprattutto i maschi adulti mal si tollerano in spazi circoscritti come nel terrario) e adotta un peculiare comportamento difensivo:: in caso di aggressione da parte di un predatore, dapprima si lascia prontamente cadere sul terreno, per poi correre a tratti tra la vegetazione, cercando di mimetizzarsi con l’erba circostante. Il corpo relativamente pesante e massiccio non gli permette una fuga veloce, ma in compenso la sua coda presenta punti di rottura prestabiliti tra le vertebre e può essere perciò facilmente staccata (autotomia) per distrarre il predatore in caso di pericolo: bisogna di conseguenza evitare assolutamente di afferrare il geco per la coda, la cui porzione mutilata ricresce solo parzialmente e, di regola, non colorata.

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ALLEVAMENTO IN TERRARIO
Il geco diurno gigante necessita di un terrario sviluppato in verticale, ben ventilato per evitare la formazione di muffe e funghi, letali se penetrano nelle vie respiratorie: le dimensioni minime per una coppia sono: 50x50x80 cm. È importante assicurarsi che il terrario non offra nessuna possibilità di fuga, giacchè come tutti i gechi si rivela un vero “specialista nell’evasione”. È consigliabile allevarlo in coppie formate da partner di taglia simile, ma non è detto che individui di sesso diverso accoppiati forzatamente siano compatibili: non è raro, anzi, che…se le diano di santa ragione; se non si acquista una coppia già formata e affiatata, è importante perciò osservare gli animali per valutarne il grado di affiatamento e, se necessario, separarli.
Il dimorfismo sessuale è apprezzabile solo negli adulti: i maschi – oltre ai pori femorali, evidenti e di colore giallastro, sulla superficie interna delle zampe posteriori – hanno testa e coda più grosse e in generale una struttura più massiccia. Le femmine presentano invece grosse sacche endolinfatiche ben sviluppate ai lati del collo, all’interno delle quali si deposita il calcio necessario per la produzione delle uova.
Tornando al terrario, è senz’altro consigliabile arredarlo con piante vive (varie specie di Pothos, Marantha, Ficus, Bromeliacee, felci ed orchidee epifite), che contribuiranno a tenere alta l’umidità relativa (60-75%) e a tranquillizzare gli animali. Canne di bambù orizzontali e verticali sono utili per consentire ai gechi di nascondersi, arrampicarsi e fare “basking”, mentre la corteccia naturale di sughero (non trattata!) può servire per coprire le pareti del terrario e creare ulteriori nascondigli.
Temperatura diurna: 25-30°C, quella notturna non dovrebbe mai scendere sotto i 20°C.
Indispensabile anche una lampada per rettili del tipo 5.0 UVB.

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Per quanto riguarda l’alimentazione, come cibo vivo commerciale si possono offrire grilli, cavallette, blatte, bachi, camole del miele e della farina: non più di un paio di volte a settimana agli adulti, ai giovani anche tutti i giorni.
Quotidianamente va invece lasciata a disposizione dei gechi la più ampia varietà possibile di frutta dolce e polposa (soprattutto papaia, mango, melone, cocomero e banana), mentre una volta alla settimana si possono offrire anche omogeneizzati e marmellate di frutta, oltre a piccole dosi di miele. Un supplemento di vitamine, calcio e sali minerali è indispensabile per una crescita sana degli animali, sia mescolato alla frutta che aggiunto agli insetti.
L’acqua viene assunta dai gechi sia lambendo le gocce di condensa che si formano su foglie e oggetti (nebulizzare regolarmente con acqua distillata tiepida), che direttamente dalla frutta e dagli altri alimenti ingeriti.

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RIPRODUZIONE
In natura la stagione riproduttiva va da novembre a maggio, ovvero estate-autunno nell’emisfero australe. In cattività il geco gigante si può riprodurre tutto l’anno, possibilmente facendo seguire a un breve periodo di brumazione un graduale ma deciso aumento della temperatura (da 20-22°C a 25-30°C) e del fotoperiodo (da 7-8 a 10-12 ore di luce). Dalla copula all’ovodeposizione trascorre circa un mese: la femmina depone 1-2 uova più volte all’anno (attaccate sulle foglie al riparo dalla luce o lasciate tra la vegetazione umida), ad intervalli di un mese, fino ad un massimo di una mezza dozzina di deposizioni; tuttavia, dopo la terza ovo deposizione consecutiva sarà bene isolarla per non rischiare che si debiliti troppo, curando particolarmente alimentazione e temperatura. Va ricordato comunque che si possono ottenere deposizioni di uova fertili anche senza copula, in quanto le femmine hanno la capacità di trattenere attivo lo sperma del maschio anche per diversi mesi.
In assenza di un luogo adatto, o se particolarmente stressate, le femmine possono andare incontro a ritenzione ovarica, una grave patologia che, senza l’intervento del veterinario, può portare alla morte. Appena deposte, le uova sono piccole e fragili e non devono essere toccate: solo quando il guscio s’indurisce a contatto con l’aria possono essere rimosse dal terrario e, mantenendole nella medesima posizione, trasferite in incubatrice. A 28°C e con un’umidità del 70% l’incubazione dura in media una cinquantina di giorni. Alla nascita i piccoli gechi misurano 5-7 cm e vanno nutriti con drosofile, mini-grilli e mini camole. All’età di tre mesi, quando cominciano le prime dispute territoriali, i giovani vanno sistemati in terrari separati e alimentati singolarmente: questo garantirà una crescita sana di tutti gli individui fino all’età di un anno, quando viene raggiunta la maturità sessuale.

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