LA FAUNA DELLA FORESTA TROPICALE

Amazonian-Rainforest

In nessuna parte del mondo le condizioni di umidità, luce e temperatura sono così costanti durante tutto l’anno. La vegetazione cresce rigogliosa e la biodiversità si manifesta sotto forma di decine di migliaia di specie diverse, frutto di processi evolutivi avvenuti in un ambiente che è così, come lo vediamo oggi, da decine di milioni di anni. Nelle foreste dell’America Centrale sono state osservate oltre 950 specie di coleotteri su una singola specie di albero e in Perù ben 43 specie diverse di formiche su un singolo albero. Un numero paragonabile a quello rinvenibile ad esempio in tutte le isole britanniche.

820128555-letame-formica-tessitrice-sulawesi-raccogliereLa maggior parte delle specie vive nella volta della foresta, a 50 metri dal suolo. Molte di esse sono state scoperte solo di recente, da quando gli scienziati hanno iniziato ad usare le tecniche di arrampicata per esplorarla. Il tetto della foresta, spesso una decina di metri, si presenta come un mare verde interrotto dalla chioma di alberi enormi che svettano di parecchi metri al di sopra della volta arborea. Qui, nidificano i grandi rapaci: l’arpia dell’Amazzonia, l’aquila delle scimmie nel sud-est asiatico e l’aquila coronata in Africa.Complesse relazioni ecologiche si sono sviluppate tra le piante che utilizzano gli animali per disperdere i loro semi e per l’impollinazione. I fiori rossi attraggono gli uccelli, i colibrì in Sudamerica e le nettarine in Africa e Asia, mentre quelli bianchi sono ricercati dai pipistrelli. La grande produzione di frutti, costante tutto l’anno per l’assenza delle stagioni, attrae stormi di volatili come pappagalli multicolori, buceri e tucani dai grandi becchi, ma anche rumorosi branchi di scimmie che si spostano alla ricerca di cibo. In tutte le foreste tropicali del mondo, famiglie di gibboni, oranghi, scimmie ragno, cebi cappuccini e colobi si affollano alla ricerca di frutta, ma anche di giovani germogli e succulente foglie.

bradipo-costa-ricaIn Sudamerica vive il Bradipo, uno strano animale mangiatore di foglie che si muove lento ed impacciato, aggrappato a testa in giù grazie ai suoi forti artigli. Molti felini come il Margay, l’Ocelot e il leopardo nebuloso si sono specializzati a cacciare tra i rami, altre specie invece tendono gli agguati tra le radici e gli anfratti del suolo della foresta. Ogni continente ha le sue specie feline: in Africa, il leopardo, in Sudamerica, il giaguaro, la tigre nell’Asia meridionale. Minuscole rane colorate popolano le piccole riserve d’acqua che si formano sui tronchi e tra le foglie; alcune sono velenosissime e gli indigeni le usano per rendere letali le punte delle loro frecce, stiamo parlando delle Dendrobatidi.

1796484_358562097658760_1356858914296432130_nIn tanta varietà esiste un re indiscusso d’eleganza: l’uccello del Paradiso, che esibisce la sua formidabile livrea nella foresta del Borneo. Molte specie animali si sono evolute adattandosi alle particolari condizioni ambientali: alcuni mammiferi presenti nelle foreste del continente americano, ad esempio le scimmie e alcuni tipi di istrici, hanno code prensili che consentono loro non soltanto di muoversi più agilmente, ma anche di poter raggiungere cibo altrimenti inaccessibile. L’interazione tra la flora e la fauna è dunque una delle principali caratteristiche delle foreste pluviali. Molti gruppi animali, in particolar modo gli insetti e gli uccelli, impollinano gli alberi, garantendo la possibilità di riprodursi anche a tutte quelle piante che, in un ambiente ristretto come quello della foresta, non potrebbero affidarsi all’azione del vento. Gli insetti traggono nutrimento dal nettare in cambio impollinano i fiori sui quali si posano successivamente. Dopo che si è formato il frutto, le piante delle foreste pluviali si servono degli animali per disperderne i semi.

433__immagine_01Le fondamentali caratteristiche della fauna tropicale sono tre:
– Enorme numero di specie differenti
– Pochi individui per ciascuna specie
– Grande varietà di strategie per la sopravvivenza, adattamenti morfologici (cioè diverse forme del corpo) e di comportamento.
Ad esempio nella sola Guyana francese sono presenti 76 diverse specie di serpenti contro le circa 20 dell’Italia; questo dato potrebbe farci immaginare che in questa foresta si cammini su di un groviglio di rettili. In realtà, nonostante siano tante le specie di serpenti, è così scarso il loro numero che si può camminare nella foresta facendo una lunga passeggiata senza vederne nemmeno uno. Una foresta pluviale molto estesa, come ad esempio quella amazzonica, può contenere più di dieci milioni di specie animali, la maggior parte delle quali, però, non è ancora stata studiata e censita ufficialmente. La spiccata varietà di molti gruppi animali, quali ad esempio gli uccelli, può essere parzialmente spiegata dal fatto che ogni singola sottospecie tende ad abitare in uno specifico strato della foresta.

serpente_430_1VITA NELL’OMBRA

Ad ogni stratificazione della foresta, si trovano differenti habitat e quindi animali, a parte alcune eccezioni come, ad esempio, gli insetti che si trovano sia a terra, sia sulle chiome, sia negli strati intermedi. Partendo dal suolo e risalendo lungo le diverse stratificazioni fino al limite delle alte chiome, troviamo animali adattati ai diversi habitat presenti. Il suolo della foresta tropicale è caratterizzato dalla scarsità della piccola flora ipogea (del sottosuolo), infatti sono scarsissimi i lombrichi e le larve sotterranee; più abbondanti cicale e coleotteri che si nutrono di radici e della linfa delle piante. Spesso si trovano montagnette di terra smossa al cui centro si intravede una galleria più o meno larga; è quel che resta dell’uscita di una larva di cicala che, dopo una lunga attesa, in certe specie durata oltre 10 anni, finalmente esce all’esterno per compiere la metamorfosi aggrappandosi alla base di un tronco e sfarfallando poco dopo. Al contrario della lunga vita sotterranea, quella alata dura raramente più di un anno. Gli animali che si trovano sul pavimento forestale sono soprattutto mammiferi scavatori (roditori e armadilli), scimmie terricole, boa e pitoni, rane, gallinacei, leopardi e giaguari, chiocciole e formiche, ragni e scorpioni.

Formica_rufa_a1VITE NASCOSTE

Ogni foresta tropicale offre un insieme illimitato di tonalità di colori, di giochi di luce e di ombre. Le foreste offrono l’habitat a una miriade di specie, prede e predatori e nascondersi diventa una questione di sopravvivenza. Nascondersi per tendere un agguato, nascondersi per sfuggire alla cattura. Riuscire ad ingannare la vista con i “travestimenti”, colorazioni mimetiche o qualsiasi altro stratagemma, può far la differenza tra la vita e la morte. L’evoluzione favorisce l’inganno e favorisce la specie che riescono a sopravvivere e trasmettere i loro caratteri alla successiva generazione. Furono Charles Darwin e Alfred Wallace nella seconda metà dell’Ottocento, con la loro teoria sull’evoluzione biologica, che intuirono le basi con cui l’evoluzione agisce. Chiamarono questo meccanismo selezione naturale. Molti animali assumono colorazioni e forme per confondersi con l’ambiente circostanti fino a rendersi invisibili ai predatori o alle loro prede. Alcuni insetti hanno modificato la loro forma per assomigliare a foglie, fiori o rametti secchi. Altri animali, come il giaguaro, hanno invece assunto colorazioni a macchie o righe che gli permettono di confondersi con le luci e le ombre della foresta. Altri ancora imitano nella forma e nella colorazione animali velenosi, pur essendo del tutto innocui. Come in un gioco di mimi e modelli, in una rincorsa evolutiva, in una sfida per la sopravvivenza, dove chi sbaglia, rivelandosi, paga con la vita. Il biologo Muller scoprì camuffamenti ancora più complessi: una serie di specie diverse, tutte velenose e tutte con la stessa colorazione, che godono il vantaggio di essere “vestite” allo stesso modo!
Alcuni insetti invece hanno evoluto appendici a macchie tali da confondere i predatori che non riescono più a capire quale sia la testa o la parte posteriore. Restano allora indecisi e l’indecisione è sfruttata dalla designata preda per fuggire.
Il comportamento è poi fondamentale per completare l’opera di occultamento. Animali che hanno colorazioni mimetiche, restando immobili per sfuggire a un pericolo imminente. Questa strategia è adottata da moltissimi pulcini degli uccelli, oltre che da alcuni insetti. Ma non sempre restare fermi è la strategia migliore e allora alcuni animali si muovono a scatti o lentamente per imitare le foglie o rametti mossi dal vento. La natura è una continua rincorsa agli armamenti e alle difese, in un continuo processo di co-evoluzione, dove chi si ferma è perduto.

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ANIMALI DELLA VOLTA FORESTALE

Il grande sviluppo verticale della vegetazione ha comportato per molte specie animali adattamenti sia arboricoli che aerei per raggiungere la gran parte delle risorse alimentari come foglie, fiori, semi e frutti che si trovano nelle alte chiome. In alcune aree tropicali (in Borneo, per esempio), le specie arboricole raggiungono il 45% rispetto al totale delle specie presenti; nelle foreste temperate questa percentuale risulta pari a solo 5-15%. Fanno parte degli adattamenti morfologici messi in atto da alcune specie le code prensili, muscolature sviluppatissime, unghie adatte a far presa su tronchi e rami (es. Pangolino arboricolo, Mamis spp., in Asia e Africa).
Sotto la volta e sui rami alti si trovano scimmie, bradipi dalle grandi e robuste unghie con le quali si appendono ai rami, piccoli uccelli che si nutrono di nettare, uccelli dai colori variopinti (tucani, pappagalli, uccelli del paradiso), serpenti arboricoli, grandi farfalle e pipistrelli (volpe volante).
Gli uccelli della volta (ad es. il pappagallo Ara macao) mostrano invece adattamenti al volo in un ambiente fitto e intricato: ali corte e arrotondate, code spesso lunghe per meglio direzionarsi.
La maggior parte degli animali più grandi invece si trovano sul piano della foresta. Tra questi si trovano anche gli elefanti, il tapiro ed il giaguaro.

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Alcuni adattamenti alla vita arboricola considerati “estremi” sono rappresentati dalle specie “volanti” che si trovano, ad esempio, nella foresta del Borneo: tali specie sfruttano una membrana tesa tra il corpo e gli arti superiori che crea una superficie larga abbastanza da sostenere l’animale in volo. Oltre alle varie specie di scoiattoli volanti (Petaurista spp. e altre) distribuite anche in altre regioni e al Lemure volante o Cinocefalo (Cynocephalus variegatus) esistono ancora una raganella volante (Racophorus nigropalmatus), un serpente volante (Chrysopelea pelias) e una lucertola volante (Draco volitans). Questi animali sono tutti dotati e membrane e estroflessioni più o meno piccole che permettono loro di planare dall’altezza delle chiome delle foreste. Le distanze coperte sono considerevoli: circa 50 metri per il serpente e oltre 500 metri per il Cinocefalo. In questo bioma i grandi mammiferi sono relativamente pochi. Contrariamente a quelli delle savane, non formano branchi, né cacciano in gruppo ma vivono da soli o in coppia. Tra la vegetazione lussureggiante, il raggio visivo è molto limitato e perciò molto specie animali fanno affidamento, più che sulla vista, sull’olfatto o sull’udito (specialmente insetti, uccelli, rane, proscimmie e scimmie). Nella foresta tropicale la maggior parte delle attività degli animali si svolge all’alba, al crepuscolo o durante la notte quando iniziano a uscire animali come i pipistrelli, le raganelle (Dendrobates spp.) e i lemuri che riempiono la foresta di rumori.

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LA FAUNA DELLA FASCIA COSTIERA E DEI FIUMI DELLA FORESTA PLUVIALE

Nelle fasce costiere della foresta amazzonica la varietà dei vertebrati è incrementata dal vasto numero di pesci che colonizzano tali zone in occasione delle inondazioni per nutrirsi di frutta, semi, insetti e di tutti gli altri elementi commestibili che cadono dagli alberi, in acqua. La fauna dei fiumi della foresta pluviale e delle aree che rimangono sommerse a lungo è molto varia: si pensi che nel bacino del Rio delle Amazzoni vi sono più di tremila specie diversi di pesci, un numero sorprendentemente grande, più delle specie dell’intero Oceano Atlantico!
Anche i mammiferi giocano un ruolo fondamentale nelle aree acquatiche della foresta tropicale. Vi si trovano spesso delfini, come quelli rosa del Rio delle Amazzoni e le cosiddette “vacche di fiume” ovvero dei sirenidi che si sono ambientati a vivere nell’acqua dolce. Naturalmente le aree inondate ospitano rettili e anfibi, come caimani, serpenti d’acqua dolce e tartarughe.

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