La Drosophyla
Un buon allevatore necessita di nutrire le proprie rane tutti i giorni, deve assicurarsi quindi di avere un grosso quantitativo di cibo sempre disponibile e l’unico insetto che per il momento soddisfa questa richiesta è la “Drosophila” (per intenderci il comune moscerino della frutta).
Procurarsi questi insetti non è molto difficile, in commercio se ne trovano generalmente di due tipi diversi: la Drosophila melanogaster di colore rosso/marrone e di dimensioni abbastanza ridotte e la Drosophila hydei di color nero, occhi rossi e dimensioni leggermente più grandi.
Questi insetti si possono acquistare nelle fiere del settore, oppure si possono ordinare su internet in siti specializzati, ma una volta acquistate dobbiamo fare in modo di ricreare in modo continuativo nuove colture per garantire una buona scorta di cibo.
Ricordiamo anche che questi comunissimi insetti possono essere anche catturati in natura semplicemente esponendo della frutta in fermentazione.
La differenza però sta nel fatto che le linee genetiche di quelli commercializzati sono modificate in maniera tale da rendere questi animali inadatti al volo e quindi molto più facilmente gestibili.
Imparare ad allevare Drosophila sp. è veramente fondamentale per mantenere in vita questi piccoli anfibi e con queste poche nozioni risulterà un po’ più facile a tutti quanti.
In linea generale mantenere una popolazione di questi insetti richiede quasi solamente la preparazione di un substrato adatto alla deposizione delle uova da parte degli adulti e nel quale le larve poi possano svilupparsi, accrescersi e metamorfosare nei giusti tempi.
Qui di seguito abbiamo illustrato il nostro sistema, anche se in rete di queste ricette ne esistono a centinaia, ma possiamo garantire che queste daranno almeno discreti risultati dato che sono quasi un decennio che così noi manteniamo le nostreDrosophyle.
Contenitore
Secondo il nostro parere è sempre meglio utilizzare barattoli trasparenti per rendersi conto di cosa accade alla colonia: dallo stato della coltura (giovane, avanzata, da buttare), eventuali attacchi da parte di acari (problema non indifferente), umidità del substrato (eccesiva o insufficiente), presenza di proliferazioni batteriche o muffe, e tipo diDrosophile contenute.
Questi recipienti, serviranno per contenere un substrato nutritivo (“pappone”) che è parte fondamentale per iniziare l’allevamento di questi ditteri.
Substrato
Ricordiamoci che è sempre meglio avere cibo in abbondanza, questo perché spesso si presentano problemi nel corso dello sviluppo della coltura, come ad esempio le alte o le basse temperature, invasioni da acari ecc (tutte le problematiche verranno trattate nel corso della scheda).
Il “pappone” che andremo a preparare è composto da:
· Purè in fiocchi liofilizzato (quello pronto confezionato nelle buste).
· Lievito secco per impasti salati.
· Zucchero o fruttosio.
· Acqua per mescolare il tutto.
Questi sono gli ingredienti base per la sua preparazione. Esistono però varie ricette che comprendono anche altri ingredienti aggiuntivi.
Noi di Ranitomeya.it utilizziamo le nostre ricette provate e testate da parecchio tempo.
Ricetta 1:
Ingredienti:
1 una busta di purè
4 bustine di lievito secco
7 cucchiai di zucchero/fruttosio
2 cucchiai di miele
2 cucchiaini da caffè di polline fresco
Ricetta 2:
Ingredienti:
100 gr. di purè
60 gr. di zucchero
1 bustina di lievito il primo giorno e 1 il secondo.
2 cucchiai di miele
1 cucchiaino di polline
Una punta di coltello di Nipagina
Ricetta 3 :
Ingredienti:
Questa sostanza in polvere è un conservante alimentare che generalmente viene usato nella preparazione di soluzioni farmaceutiche.
Si può comperare in tutte le farmacie e la si può trovare sia nella forma solubile in alcool che in acqua. Per questioni pratiche è molto più comodo il secondo, ma con il primo basta avere l’accortezza di scioglierla prima dell’uso in un po’ di alcool alimentare o grappa.
La Nipagina serve a rallentare i processi degradativi del substrato dovuti ad azioni batteriche e funginee, ma come detto molti non ne fanno uso e comunque non hanno mai avuto problemi.
Si consiglia comunque il suo utilizzo soprattutto nella stagione calda, quando batteri, funghi e muffe sono avvantaggiati.
Procedimento
E aggiungiamo pure il polline, anche se a volte il polline sarebbe meglio frullarlo o pestarlo, in quanto essendo venduto in granuli spesso con la sola miscelazione manuale del substrato non si scioglie perfettamente.
Quando siamo pronti con le quantità, aggiungiamo il miele, e infine diluiamo con acqua quanto basta fino ad ottenere una consistenza ne troppo liquida ne troppo solida, diciamo della consistenza della crema pasticcera per intenderci.
Ricordiamoci di aggiungere i due cucchiai di miele solo nel momento in cui si aggiunge l’acqua, anzi meglio ancora sarebbe aggiungere il miele direttamente in acqua tiepida così da scioglierlo più facilmente.
Una volta diluito, lo lasciamo riposare per 24 ore, tempo necessario a far si che i processi fermentativi cessino e una volta finita la fermentazione correggiamo la densità del substrato.
Se l’impasto risulta troppo liquido andiamo ad aggiungere un’altro piccolo quantitativo di purè in fiocchi , se invece è troppo duro aggiungiamo un po’ d’acqua (generalmente la fermentazione però rende il substrato più liquido).
Nei singoli barattoli vanno inserite circa due dita di substrato (per agevolarvi nelle dosi potete acquistare in farmacia una siringa per iniezioni veterinarie), li chiudiamo per bene con un foglio di scottex, o vecchi collant, o del tessuto/non tessuto, e li fermiamo con dei comunissimi elastici.
A questo punto facciamo riposare il tutto per altre 24 ore prima di inserire le Drosophilein modo da essere sicuri che i vapori della fermentazione non danneggino gli insetti che andranno inseriti.
Passate le 24 ore possiamo ora inserire le Drosophile nei nuovi barattoli.
Prima di tutto però inseriamo nei barattoli della paglia di legno (quella usata per gli imballaggi o per confezionare la frutta nei cesti).
Prendiamo quindi un altro contenitore che ci servirà per contenere le Drosophile che andremo a prelevare dalle vecchie colture e lo “sporchiamo” con dei vecchi integratori in polvere o semplicemente della farina.
Diamo una bella sbattuta al barattolo in modo da impolverarne tutte le pareti, e lo svuotiamo dalla polvere.
La polvere che è rimasta sulle pareti creerà una scarsa aderenza per le zampe degli insetti, i quali rimarranno nel fondo del contenitore, agevolando di gran lunga la distribuzione nei barattoli nuovi.
Per chi ha un po’ di manualità questa fase non è necessaria, ma per chi si trova alle prime armi forse questo è un aiuto non indifferente.
A questo punto inoculiamo le Drosophile nel barattolo nuovo e la nuova coltura è pronta a partire.
Questo perché il range ottimale di sviluppo di questi insetti è intorno ai 24°C, temperature inferiori lo rallentano di molto, anche fino al doppio, mentre temperature troppo alte generalmente fanno esaurire il tutto in brevissimi tempi, oltre ad agevolare anche gli acari.
Alle giuste temperature Drosophyla melanogaster compie l’intero suo sviluppo in circa 8-12 giorni, mentre Drosophyla hydei impiega da 18 ai 20 giorni.
Ricordiamoci anche di usare come inoculi insetti provenienti da colonie fresche e non già in declino, questo perché spesso quando le Drosophyle calano la loro produttività, di pari passo, aumenta la presenza di acari.
Se usiamo quindi questi insetti introduciamo inevitabilmente anche buoni quantitativi di quest’ultimi, che di certo non faranno bene alla nuova colonia.
Qui di seguito vengono riportate delle foto che evidenziano l’andamento di una colonia (notare come il pastone viene consumato nel tempo).