ACQUARIO BIOTOPO: IL PANTANAL

Proclamato “Patrimonio Naturale dell’Umanità” dall’UNESCO nel 2000, il Pantanal brasiliano è la regione con la maggior biodiversità di tutto il continente americano, superiore perfino a quello dell’Amazzonia. È anche un vero e proprio “paradiso dell’acquariofilo”, che ci offra numerosi spunti per l’allestimento di affascinanti acquari geografici e biotopo.
Esteso su una superficie di oltre 200.000 km², pari a circa i due terzi di quella dell’Italia, il Pantanal è situato alla confluenza dei fiumi Cuiabà e San Lorenzo con il fiume Paraguay, alla frontiera del Brasile con la Bolivia, in gran parte negli stati brasiliani del Mato Grosso e del Mato Grosso do Sul e in misura minore in territorio boliviano e paraguayano. Assai meno conosciuto dell’adiacente Amazzonia, viene unanimemente considerato come l’ecosistema terrestre più ricco del continente americano e probabilmente dell’intero pianeta, vantando la maggior quantità di specie viventi per unità di superficie. Tra le altre, sono state fino ad oggi censite ben 2.000 specie di piante, 650 specie di uccelli, 80 di mammiferi, quasi altrettante di rettili e oltre 260 specie di pesci.
Questa eccezionale biodiversità ha spinto il governo brasiliano ad istituire, nel 1981, il Parco Nazionale “Pantanal Matogrossense” che si estende per 137.000 ettari. Quasi vent’anni dopo, l’UNESCO ha proclamato “Patrimonio Naturale dell’Umanità” un’area di circa 188.000 ettari, inclusiva nel parco, raccomandandone una protezione assoluta: si tratta peraltro di meno dell’1,5% dell’intera superficie del Pantanal, che dunque in massima parte resta ancora minacciata dallo sfruttamento economico umano, nonostante, nel 1988, il Brasile abbia inserito nella sua interezza il Pantanal nella Costituzione Federale come “Patrimônio Nacional”.
“Pantanal” è un termine portoghese che potremmo tradurre come “pantanoso”, decisamente azzeccato per questa immensa regione. Le terre pantanose, situate a un centinaio di metri sul livello del mare, sono infatti sottoposte all’alternanza di una stagione asciutta e di un’altra umida ed estremamente piovosa. A partire dal mese di dicembre, il livello delle acque comincia a salire fino a raggiungere l’altezza massima nel mese di maggio. Durante tutti questi mesi, il Pantanal si presenta come un’immensa massa acquatica percorribile solo in barca. Dal mese di giugno e fino a settembre il livello dell’acqua va gradualmente calando, lasciando allo scoperto grandi estensioni di terra che torneranno ad essere bagnate dalle prime piogge di ottobre-novembre. Le cicliche e prolungate siccità fanno sì che non ci siano veri e propri boschi o foreste, bensì macchie residue della vegetazione arborea nei luoghi più umidi.


DALLA SICCITÀ ALLE PIOGGE TORRENZIALI
La parte più importante e suggestiva della regione è formata da pascoli e prati allagati, costituiti soprattutto da erbe e piante palustri o galleggianti. In ciò l’ecosistema del Pantanal si distingue nettamente dalla classica “foresta allagata” amazzonica, detta varzea o igapò.
La marcata stagionalità di queste terre – con l’alternanza di grandi periodi di magra e grandi piene – è il meccanismo regolatore che esercita un perfetto controllo dell’attività dei pesci e degli invertebrati acquatici, i cui periodi di riproduzione coincidono in larga parte con la stagione umida, che offre un’eccezionale disponibilità di cibo (soprattutto in termini di plancton) alle larve. Proprio l’enorme ricchezza e varietà delle risorse nutritive per giovani e adulti ha favorito l’altissima diversità dell’ittiofauna locale, che annovera gran parte delle specializzazioni alimentari conosciute tra i pesci d’acqua dolce: numerosi sono i vegetariani che si nutrono di erbe, semi e bacche presenti in abbondanza (soprattutto Caraciformi: Leporinus, Prochilodus, Metynnis, Piaractus), così come i predatori ittiofagi appartenenti a un po’ tutti gli ordini (Hoplias, Pseudopimelodus, Crenicichla, Pygocentrus, Serrasalmus), gli insettivori che cacciano in superficie (Thoracocharax, Triportheus, Rivulus), i divoratori di zooplancton e piccoli invertebrati (tutti i piccoli Caracidi come i vari Aphyocharax, Hemigrammus, Hyphessobrycon, Gymnocorymbus, Moenkhausia, ecc.), gli algivori (Pterygoplichthys), i detritivori di fondo (Corydoras), i divoratori di uova di altri pesci e di invertebrati bentonici (Pimelodella, Hoplosternum), i predatori di molluschi, vermi e grossi crostacei (Potamotrygon, Lepidosiren, Synbrachus) e perfino i lepidofafi, che si nutrono cioè delle scaglie strappate agli altri pesci (Catoprion).
Complessivamente sono stati catalogati nel Pantanal ben 11 ordini diversi, di gran lunga i più numerosi dei quali sono i Caraciformi e i Siluriformi (214 specie insieme, su 263 complessive del Pantanal).


I CAMPI INONDATI: IL BIOTOPO PIÙ INTERESSANTE
Pur essendo una gigantesca piana alluvionale, il Pantanal è in realtà suddivisibile in numerose sotto-regioni ecologiche, corrispondenti ad altrettanti biotopi diversificati. Non avrebbe senso, insomma, parlare di “biotopo Pantanal” per ispirarsi alla realizzazione di un acquario o di un paludario: basti pensare che, a seconda della località ma anche (come visto) della stagione, possiamo distinguere biotopi acquatici quali rive lacustri a canneto, canali, stagni temporanei, fiumi a corso lento o rapido, ecc. Sicuramente però il biotopo più caratteristico del Pantanal è il brejo, uno dei cosiddetti banhados, raccolte naturali d’acqua poco profonda (3-25 cm) che occupano campi e prati inondati durante la stagione delle piogge.

È costituito da piccole estensioni d’acqua (profonde in media 10 cm) che affiorano a breve distanza dai fiumi e dai canali, dove il profilo del terreno è piatto o leggermente concavo. In molti casi, non è un biotopo temporaneo: infatti, spesso non si prosciuga mai del tutto, neppure durante la stagione secca. Il fondo argilloso o lateritico, spesso fangoso, è comunque estremamente fine e mai chiaro. Solo dove il brejo confina con la foresta a galleria si incontrano tronchi, rami e radici legnose sparsi tra le vegetazione erbacea (Graminacee) predominante. La vegetazione sommersa è inoltre utilizzata per deporvi le uova, mentre quella abbondantissima presente sulla superficie dell’acqua – il capim, lo strato di macrofite galleggianti che si sviluppano con la piena – è un ottimo rifugio per gli avannotti. La temperatura media annuale è intorno ai 22-25°C, con variazioni estreme comprese tra i 16-18°C della stagione fresca e gli oltre 35°C di quella calda; la presenza della fitta vegetazione palustre e galleggiante evita però che l’acqua si surriscaldi eccessivamente sotto la forte insolazione. I valori chimici dell’acqua variano sensibilmente con le precipitazioni piovose: il pH va dalla neutralità a sensibilmente acido (5,5-7,3), la durezza è sempre bassissima (inferiore a 1°d, sia totale che temporanea), l’ossigeno può scendere fino a valori inferiori a 2 mg/l, specialmente nelle ore notturne.
Oltre ai pesci, queste acque sono particolarmente ricche di macroinvertebrati, in particolare crostacei (come il gamberetto Macrobrachium amazonicum) e molluschi gasteropodi (come le “ampullarie” Pomacea scalaris, P.linearis e Marisa planogyra, i cui grappoli di uova vivacemente colorati sono spesso visibili sugli steli delle erbe emergenti dall’acqua).


ACQUA BEN FILTRATA, MA NON “COLORATA”
Per allestire un acquario o un paludario ispirato al brejo del Pantanal è pressoché d’oblbigo una vasca aperta (nel paludario è fondamentale) e ben sviluppata in altezza, indispensabile per la coltivazione di piante galleggianti che costituiscono la vegetazione acquatica più caratteristica della regione. Si può allestire un acquario-biotopo a partire da soli 50-60 litri, importante è che l’altezza effettiva (superficie dell’acqua-superficie di fondo) non sia inferiore ai 20-25 cm. Indubbiamente, però, avere più spazio consente soluzioni, anche dal punto di vista puramente estetico, di grande effetto, oltre che più vicine alla realtà dell’ambiente cui ci si ispira per realizzarle.
Il parco lampade, dovrebbe essere potente, per garantire un’illuminazione intensa alle piante galleggianti e al contempo un’irradiazione sufficiente per quelle che crescono radicate sul fondo o fluttuanti a mezz’acqua. Utilizzando una plafoniera con neon T5, bisognerebbe calcolare non meno di o,5 W/l. il filtraggio deve assicurare un’acqua limpida e discretamente ossigenata, senza al contempo smuoverla eccessivamente. L’acqua del brejo può passare da una notevole torbidità durante la stagione delle piogge (visibilità spesso non superiore a mezzo metro) a un’eccezionale limpidezza, quando il suo livello inizia a stabilizzarsi ed il processo di sedimentazione sul fondo dei detriti permette alla luce di penetrare in profondità.


Ovviamente non è possibile – sarebbe difficile, oltre che antiestetico – riprodurre ciclicamente le condizioni di torbidità presenti in buona parte del Pantanal: l’acqua sarà dunque sempre limpida (valori chimici ottimali: pH 6,5; 5-8°dGH; 2-3°dKH; 50-100 µS/cm), ma quantomeno evitata la colorazione ambrata spesso causata dai legni ricchi di tannini e acidi umici (mopani, savana, torbiera, mangrovia, ecc.) e dal sughero, che andrebbero quindi banditi dall’arredamento, costituito essenzialmente da rocce, legno fossile e radici stagionate che non cedano alcuna sostanza colorante. Alcune canne di bambù ben stagionate e trattate offriranno un suggestivo scenario in combinazione con le lunghe radici di giacinto e lattuga d’acqua.
Indispensabile, infine, un buon impianto di CO².


PESCI DEL PANTANAL DI INTERESSE ACQUARISTICO
Cichlidae (Aequidens plagiozonatus, Apistogramma borellii, Astronotus ocellatus, Bujurquina vittata, Cichlasoma dimerus, Crenicichla lepidota, C. vittata, Gymnogeophagus balzanii, Laetacara dorsigera, Mesonauta festivus, Satanoperca pappaterra)

Astronotus ocellatus

Characidae (Aphyocharax anisitsi, A. rathbuni, Astyanax bimaculatus, Catoprion mento, Charax gibbosus, Gymnocorymbus ternetzi, Hemigrammus ulreyi, Hyphessobrycon eques, H. herbertaaxelrodi, H. megalopterus, Moenkhausia dichroura, M. sancta-filomenae, Roeboides microlepis, Serrapinnus (Cheirodon) kriegi, Tetragonopterus argenteus, Triportheus angulatus)

Moenkhausia sanctaefilomenae

Callichthyidae (Corydoras aeneus, C. hastatus, Hoplosternum littorale, Lepthoplosternum pectorale)
Gymnotidae (Eigenmannia virescens, Gymnotus carapo)

Corydoras aeneus

Pimelodidae (Hemisorubim platyrhynchus, Pimelodella gracilis, Pimelodus ornatus, Pseudoplatystoma corruscans, P. fasciatum, Sorubim lima)
Erythrinidae (Hoplias malabaricus)

Hoplias malabaricus

Lepidosirenidae (Lepidosiren paradoxa)
Anostomidae (Leporinus friderici, L. striatus)
Charicidae Serrasalmidae (Metynnis maculatus, Piaractus brachypomus, P. mesopotamicus, Pygocentrus nattereri, Serrasalmus brandti, S. spilopleura)

nattmax
Pygocentrus nattereri

Doradidae (Platydoras costatus)
Potamotrygonidae (Potamotrygon motoro)
Prochilodontidae (Prochilodus lineatus)
Loricariidae (Pterygoplichthys anisitsi)
Lebiasinidae (Pyrrhulina australis)
Rivulidae (Rivulus punctatus)
Synbranchidae (Synbranchus marmoratus)
Gasteropelecidae (Thoracocharax stellatus)

PIANTE DEL PANTANAL DI INTERESSE ACQUARISTICO
Azolla caroliniana, A. filiculoides, Bacopa myriophylloides, B. reflexa, B. rotundifolia, Cabomba furcata, Ceratophyllum demersum, C. submersum, Ceratopteris pteridoides, C. thalictroides, Echinodorus bolivianus, E. cordifolius, E. grandiflorus, E. lanceolatus, E. macrophyllus scaber, E. paniculatus, E. subalatus, E. tenellus, Egeria najas, Eichhornia azurea, E. crassipes, E. diversifolia, Eleocharis minima, Gymnocoronis spilanthoides, Hydrocleis nymphoides, Hydrocotyle ranunculoides, H. verticillata, Limnobium laevigatum, Ludwigia grandiflora, L. helminthorrhiza, L. inclinata, L. sedoides, Mayaca fluviatilis, Najas guadalupensis, Nymphaea rudgeana, Nymphoides indica, N. microphylla, Phyllanthus fluitans, Pistia stratiotes, Ricciocarpus natans, Sagittaria montevidensis, Salvinia auricolata, S. minima, Utricularia gibba.

Azolla caroliniana
Bacopa rotundifolia
CERATOPHYLLUM DEMERSUM

Echinodorus bolivianus